Case abusive, i sindaci: «Noi lasciati soli e senza soldi in cassa»

Case abusive, i sindaci: «Noi lasciati soli e senza soldi in cassa»
di Gigi Di Fiore
Venerdì 3 Settembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18:30
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Sindaci da soli e in prima linea anche sull'abusivismo edilizio. La denuncia di Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, accende i riflettori sui primi cittadini stretti tra il rispetto della legge e la necessità di non lasciare senza casa chi abita da anni negli immobili illegali. Dice Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci: «I sindaci devono tener conto sia del contrasto all'abusivismo edilizio sia della vita dei cittadini che, in tantissimi casi, non hanno alternativa a quel tetto in testa. Prima di abbattere un immobile, occorre trovare soluzioni alternative coinvolgendo il governo e altre istituzioni. Altrimenti, il sindaco resta da solo». 

I comitati e le associazioni a difesa delle case, seppure abusive, non si contano. Raffaele Cardamuro, presidente dell'associazione «Io abito», parla per la Campania di un milione di immobili abusivi con 300mila sentenza definitive.

Eppure, spiega, «ogni anno non si demoliscono più di 200 immobili e sempre prime case di poveri cristi». I sindaci diventano parafulmini di proteste, lamentele, richieste di proroghe alle ordinanze delle Procure che dispongono gli abbattimenti applicando sentenze definitive di processi durati anni. Le situazioni paradossali non mancano. In via Mazzella a Ischia, la casa da abbattere è al piano terra di un edificio in cui le abitazioni ai piani successivi hanno regolari licenze. Nel quartiere Pianura di Napoli, è stata demolita una casa abitata da 27 anni. A Quarto, comune oppresso dall'abusivismo, una famiglia si è vista abbattere la casa acquistata 30 anni fa, su cui aveva presentato domanda di condono. Costi sociali, per dare un tetto a chi non sa dove dormire dopo aver perso le abitazioni prive di licenza. L'eterno contrasto tra legalità e giustizia. Intanto proprio a Casal di Principe gli abbattimenti hanno avuto inizio. 

Dice Enzo Ferrandino, sindaco di Ischia porto: «Sull'isola, spesso sotto i riflettori per l'alto numero di case abusive e di domande di condono presentate, la situazione è diventata più drammatica dopo il terremoto a Casamicciola. Molte demolizioni sono state sospese e c'è chi è stato allontanato dalla casa danneggiata dal terremoto che è risultata abusiva e ora non sa come regolarsi sui condoni». 

 

Sono i Comuni a dover accollarsi le spese per le demolizioni. In teoria, potrebbero recuperare le somme, anticipate per le imprese demolitrici e la rimozione delle macerie, sui proprietari delle case illegali. Ma è recupero quasi sempre impossibile. Per eseguire le 250 demolizioni esecutive a Casal di Principe, il sindaco Renato Natale ha calcolato dovrebbe anticipare 35 milioni di euro. Da un anno, una legge dispone che, sul singolo abbattimento, il Comune può chiedere al governo il contributo di metà delle spese. Il prossimo bando per le domande partirà il 12 settembre, ma a gennaio sono state suddivisi i fondi del primo bando a 106 Comuni. In 85 casi sono del Sud, con la Sicilia in testa. C'è anche Casal di Principe con tre richieste accettate e contributi totali di 287.193 euro. E ci sono anche Giugliano, Battipaglia, Torre del Greco. Il Ministero ha assegnato un totale di tre milioni e 383.272 euro di contributi per abbattimenti.

Sui singoli interventi coprono metà della spesa, il resto deve pagarlo il Comune con mutui alla Cassa depositi e prestiti. Demolizioni incubo dei sindaci se, secondo Legambiente, dal 2004 al 2020 solo il 32,9 per cento degli abbattimenti esecutivi sono stati attuati in Italia. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, dove nel 2019 si concentrava il 43 per cento degli abusi edilizi, sono state emesse 14485 ordinanze di demolizione. In Campania sono ben 6996, ma con il 17,4 per cento eseguito pari a 2517 abbattimenti. Al sud si concentra il cosiddetto «abuso per necessità», la costruzione di intere abitazioni. E la demolizione ha costi sociali e difficoltà maggiori, tutte sulle spalle dei sindaci. Le Prefetture potrebbero accollarsi le ordinanze di abbattimento non eseguite dai Comuni e Legambiente insiste: «Lo Stato deve avocare con le Prefetture il compito di ripristinare la legalità quando i Comuni non hanno provveduto». Finora, solo il 12,7 per cento delle ordinanze di demolizione non eseguite dai comuni sono state trasferite dai sindaci alle Prefetture. Una richiesta di sostegno e aiuto.

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