Salvini e Di Maio ai ferri corti: si allontana il patto M5S-Lega

Salvini e Di Maio ai ferri corti: si allontana il patto M5S-Lega
di Diodato Pirone
Martedì 10 Aprile 2018, 06:37 - Ultimo agg. 07:00
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La settimana che dovrebbe chiudersi con un nuovo giro di consultazioni al Quirinale intorno alla formazione di un nuovo governo parte all'insegna di un crescendo di attriti fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Sembra allontanarsi dunque l'ipotesi di un incontro fra i due leader politici che si sarebbe dovuto tenere prima dei colloqui con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si inizia sin da mattina presto, quando Di Maio dichiara che le possibilità di fare un governo «ammucchiata» centrodestra-Cinquestelle sono pari pressoché «allo zero».

Scende il gelo così su Salvini che poco prima aveva alzato l'asticella al cinquantuno sulle possibilità di un governo insieme. A fine giornata, come racconta il leader leghista, i due non si sentono ma ribadiscono le proprie posizioni.
Tenuto conto delle tensioni anche all'interno della coalizione di centrodestra e della ribadita indisponibilità del Partito Democratico a far parte di una maggioranza resta difficile immaginare una soluzione a breve per dare vita a un governo e, in molti continuano a dirsi convinti che prima della fine di aprile, quando si saranno consumate le regionali in Friuli Venezia Giulia e in Molise, l'orizzonte non sia destinato a schiarirsi.
 
Ieri anche il Financial Times, in un editoriale, ha rilevato come lo stallo potrebbe protrarsi per un paio di mesi. Nonostante l'esito incerto delle elezioni - è però il ragionamento del quotidiano della City - i mercati non hanno fibrillato e questo lo si deve alla «rassicurante presenza di Mattarella». Poi, certo, si sottolinea «ci saranno tuttavia dei limiti ai poteri del Capo dello Stato e alle sue opzioni tattiche nelle prossime settimane» e quindi non è escluso, conclude l'editoriale, che si possa tornare al voto. Se i rapporti Cinquestelle-Lega sono tesi, anche nella coalizione Fi-Lega-Fdi si continuano a registrare divergenze come testimonia lo stop di Salvini, impegnato in un tour per le Regionali del Friuli Venezia Giulia, a ulteriori vertici: «Non è - ha detto Salvini - che possiamo vederci tutti i giorni. Esiste il telefono fortunatamente nel 2018».

Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, in linea con Forza Italia insiste infatti nella richiesta di cercare voti in Parlamento per dare vita a un esecutivo: «Chiederemo - annuncia la leader di Fdi - al presidente della Repubblica di avere il mandato per provare a formare il governo con chi ci sta». Un punto su cui però il leader leghista resta di avviso diverso: «Io mi sento pronto a prendere per mano questo Paese ma solo con una maggioranza certa. Serve un accordo scritto tra centrodestra e Cinque Stelle». Al di là «dei veti o delle simpatie - ribadisce sempre il segretario del Carroccio Salvini parlando ai Cinquestelle - facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no, i numeri sono numeri, si torna al voto».

Alla fine della giornata le distanze non si accorciano e i toni si inaspriscono: «Di Maio, in questo momento - taglia corto Salvini - mi interessa meno di zero».
Ma sono zero anche, ribadiscono i Dem, le probabilità di un'intesa tra Pd e M5s oppure tra Pd e centrodestra: «Non sono d'accordo a fare un governo con chi ha delle ricette diverse dalle nostre», sottolinea infatti Graziano Delrio, capogruppo del Partito Democratico alla Camera. E mentre «fra i vincitori regna il caos - si smarca il reggente del partito, Maurizio Martina - noi proviamo a fare buona politica». Da parte loro, però, anche i Cinquestelle rivendicano essere quelli pronti a puntare tutto sul cambiamento: «Non avrebbe senso fare il presidente del consiglio per tirare a campare», dice infatti Di Maio, anche lui in tour elettorale ma in Molise.
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