Covid, ok solo ai miniconcerti: anche il 2021 sarà senza eventi

Covid, ok solo ai miniconcerti: anche il 2021 sarà senza eventi
di Andrea Spinelli
Mercoledì 21 Aprile 2021, 23:58 - Ultimo agg. 22 Aprile, 12:03
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L’artista è un sognatore. Ma i sogni finiscono all’alba. E l’alba è arrivata con lo stillicidio di megaeventi estivi che scompaiono dal cartellone 2021 per ricomparire in quello 2022: come a dire che il fronte del palco non riapre il 26 aprile, come qualcuno vuol far credere, ma nemmeno nella prossima estate. Gli ultimi a cancellare in ordine di tempo sono stati Claudio Baglioni, che comunque ha già riprogrammato i suoi concerti alle Terme di Caracalla, al Teatro Greco di Siracusa e all’Arena di Verona all’estate prossima, e Tiziano Ferro, che ha rimandato il suo tour negli stadi (atteso pure al San Paolo) addirittura al 2023, «perché il mondo va dove va e dobbiamo rispettarlo», in mezzo, magari, ci scapperà un nuovo album. 

Di grandi eventi, quindi, per il 2021 non si parla, non bastano gli annunci del ministro Franceschini: «La settimana scorsa abbiamo rimandato gli show negli stadi di Salmo e di Max Pezzali e il tour stadi di Ultimo atteso a Napoli il 13 giugno», ricorda amareggiato Clemente Zard alla testa di Vivo Concerti, una delle principali agenzie impegnate da più di un anno a fronteggiare la crisi del live: «Questa sarà un’estate anomala, come quella dell’anno scorso, sperando solo di avere ora un po’ di tempo in più per programmare il programmabile. Anche per questo è fondamentale che le capienze Covid vengano calcolate in base ai metri quadrati a disposizione di ogni spazio e non in base a numeri fissi.

Cancellati gli eventi più importanti, vorremmo diversificare le proposte, cercando di dare ossigeno ad una filiera in ginocchio da più di un anno. Intanto, siamo felici di aver organizzato un evento come quello di Ultimo al Colosseo», in onda sulla piattaforma Live-Now stasera alle 21, per la presentazione di «Buongiorno vita», il suo nuovo singolo, in collaborazione con Unicef: «Portiamo un po’ di luce nel momento più buio del settore».

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Il Covid continua a non fare sconti mettendo in ginocchio il mercato del live. Quest’estate si potrà sì suonare, ma in luoghi con capienze limitate e i distanziamenti necessari. Anche se il via libera ad un pubblico (contingentato) sugli spalti dei prossimi Europei di Calcio ha acceso la speranza di un’estate musicale un po’ meno ridotta all’osso di quella dell’anno scorso. E non è detto che già al concertone del Primo Maggio alla cavea dell’Auditorium di Roma non ci possa essere sulle gradinate una sparuta avanguardia di pubblico. Tutto dipende dal prossimo decreto-legge del governo: «Faremo produzioni commisurate alla quantità di pubblico che le autorità consentiranno» spiega Mimmo D’Alessandro della D’Alessandro e Galli, altra griffe importante del settore, «io ad esempio vorrei portare 6.000 persone in sicurezza al mio “Lucca summer”, nel 2017 ne arrivarono 60.000 per gli Stones. Vorremmo provare a ripartire pian piano a settembre con la speranza di tornare a lavorare a fine inverno, al chiuso, a pieno regime. Ma navighiamo a vista». 

Insomma, il mondo dei concerti è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a ripartire davvero. La politica lo ha blandito, ma solo a parole. Nemmeno la protesta dei mille bauli e le mille raccolte fondi organizzate dagli artisti di grido, a partire da Fedez, hanno spinto verso una soluzione diversa. Nel mondo dei concerti il calo dei fatturati ha subito un crollo del 95-96%, nel 2019 erano stati 10 milioni gli spettatori con 700 milioni di fatturato, indotto compreso. Uno studio della Fondazione Centro Studi Doc evidenzia che nel 2019 il mondo dello spettacolo contava 327.000 lavoratori, perlopiù a chiamata, 160.000 dei quali solo in Lombardia e Lazio.

Vasco ha già rimandato all’anno prossimo il suo tour, i colleghi che ancora non lo hanno fatto lo faranno presto. Lasciando spazio (e mercato) da metà maggio in poi ai live di questa autarchica estate 2021: concerti piccoli, forse anche medi come suggerisce il tentativo di portare la capienza dell’Arena di Verona a 6000 spettatori, prevedendo esclusivamente posti a sedere singoli e distanziati (1196 in platea, 1554 su gradinata bassa, 3250 su gradinata alta) con mascherina obbligatoria. Primi segnali di un ritorno alla vita da prendere incrociando le dita. 

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