«Noi napoletani sfiduciati dalla politica
per ora ci godiamo le ferie e il mare»

«Noi napoletani sfiduciati dalla politica per ora ci godiamo le ferie e il mare»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 1 Agosto 2022, 00:02 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:57
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L’estate e la politica raramente parlano la stessa lingua. E il discorso vale in particolare per queste vacanze 2022. Un’estate in cui tra carovita, crisi economica e di governo, l’aria di sfiducia nei confronti dei palazzi del potere è a livelli di guardia. Questi sono, in sintesi, gli umori registrati durante il reportage sulle spiagge napoletane: abbiamo sondato le posizioni degli elettori in riva al mare. Che si parli di Letta, Conte, Meloni, Calenda, Di Maio, Berlusconi o Salvini, non fa grande differenza. Pochi cittadini si dicono realmente interessati a seguire le vicende della campagna elettorale, specialmente sotto l’ombrellone. Alcuni hanno scelto di rimandare lo studio dei programmi politici a settembre, dopo le vacanze.

Si andrà alle urne il 25 del mese prossimo. Intanto, il sole e i desideri di vacanza non favoriscono la passione politica dei cittadini, ma il problema è più radicato: già all’ultimo referendum l’affluenza alle urne non è bastata a raggiungere il quorum. «Pochi seguiranno la campagna elettorale - dice Ivan Iumiento, passeggiando sul lungomare di via Caracciolo - andrò a votare, perché si tratta di un diritto che va esercitato, ma sono sicuro che cambierà ben poco.

Piuttosto che seguire un comizio andrò al mare e credo che non sarò l’unico».

«Nessun orientamento di voto - ammette Assunta Iannone - In questo momento, sinceramente, i politici mi sembrano tutti uguali, quasi dei robot. Non sono ancora riuscita a capire molto delle loro proposte. Di sicuro andrò alle urne a settembre, ma non ho più la stessa voglia di seguire la politica. Dopo due anni di pandemia, anche se il Covid non è ancora debellato, cerchiamo di prenderci i nostri spazi». Eduardo Maurelli è in cerca di una barca a noleggio: «Voterò - assicura - ma non mi sono ancora documentato. Dopo un anno di lavoro duro, la priorità per ora è il relax. Tra una giornata di mare e una di studio dei programmi di partito, scelgo la prima. Non ho tanta fiducia in questi politici». «Voterò, ma non so cosa - racconta Angela Casella mentre si abbronza sulla spiaggia di Mergellina - Onestamente ci penserò a settembre. I programmi non mi sembrano molto differenziati, in questo momento». «Ci invogliano solo nel momento del voto con tante promesse che poi non vengono mantenute», aggiunge l’amica Anna Arnò. Poi le due donne sorridono e tornano alla tintarella. In spiaggia c’è anche chi voterà «per mantenere il reddito di cittadinanza», ma non dà nomi e cognomi. 

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Il governo, seppure in dismissione, ha annunciato nelle scorse ore mosse per garantire stipendi più pesanti in autunno. Ed è proprio la questione del carovita, ben più che le strategie di partito, a interessare l’elettorato. Le critiche piovono, insomma, nella distanza tra classe politica e vita quotidiana: «Spero che chiunque arrivi a Palazzo Chigi si preoccupi di aumentare i salari - spiega Umberto Falcucci, che lavora in un chiosco su via Caracciolo e, come centinaia di esercenti in città, ha alzato il costo di un caffè fino a 1 euro e 20 - E poi bisogna investire nella sanità: eravamo i primi in Europa, ora stiamo scivolando. Serve un passo in avanti nelle politiche del lavoro». «Preferisco dedicarmi alle mie passioni, come la bicicletta - aggiunge il fratello di Umberto, Salvatore - e alle altre cose belle della vita. La politica non impatta davvero sulla vita della gente, secondo me». «Non era il caso di allestire una campagna elettorale in un periodo in cui ci sono questioni importanti da risolvere - argomenta Salvatore Vigilante - Sarebbe stato meglio cercare di risolvere il problema della disoccupazione giovanile e far ripartire prima il Paese, magari con politiche che mettessero meglio a sistema il turismo».

La perplessità sulle elezioni si fa strada anche sotto l’ombrellone di chi è interessato alla politica. Diverse, infatti, le riflessioni (amare) sulle tempistiche della crisi politica nostrana, che arriva mentre il Covid non è del tutto scomparso e mentre, alle difficoltà del regime pandemico, si è aggiunta la terribile guerra tra Russia e Ucraina (con tutte le relative ricadute sul piano delle risorse energetiche e dell’escalation dei costi: dalla benzina all’olio, dai trasporti alla pasta). «Far cadere il governo Draghi non è stata una mossa troppo coerente, per come la vedo - osserva la giovane Alessandra Savino sollevandosi dal lettino - Del resto, il nostro popolo non brilla per coerenza. Le campagne elettorali zoppicano già da una decina di anni, e questa del 2022 non farà certamente eccezione. Queste elezioni mi sembrano un lavarsi le mani della politica italiana rispetto ai gravi problemi globali che ci sono in questo momento. A livello tecnico, per lo spessore di cui gode la sua figura a livello europeo, credo che la permanenza di Draghi fosse la soluzione migliore». «Non si apre una campagna elettorale dopo una pandemia e un disastro economico mondiale - aggiunge sua madre, Olimpia Sposito - significa non amare il Paese e pensare ai propri interessi. Faccio fatica a fidarmi».

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