Giorgia Meloni a Porta a Porta: «A Caivano risponderemo colpo su colpo»

«Ho deciso che bisogna dare un segnale chiaro sulle zone franche di questa nazione perché lo Stato non può indietreggiare»

Giorgia Meloni nel salotto tv di Porta a Porta
Giorgia Meloni nel salotto tv di Porta a Porta
di Adolfo Pappalardo e Marco Di Caterino
Giovedì 14 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:28
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«Risponderemo colpo su colpo». È perentoria Giorgia Meloni quando le viene chiesto di Caivano. E lei evidenzia la rotta già tracciata nel corso della sua visita a parco Verde: «Ho deciso che bisogna dare un segnale chiaro sulle zone franche di questa nazione perché lo Stato non può indietreggiare», dice la premier ospite ieri sera nel salotto tv di Porta a Porta. E qui rimarca come l'azione dell'esecutivo sulla cittadina napoletana non è incentrata solo sulle operazioni di polizia. «Non vuol dire che l'unica risposta che devi dare è con la presenza delle forze dell'ordine o i blitz. Serve - sottolinea - una risposta organica che stiamo provando a dare nelle sue diverse facce: educativa, ricreativa, aggregativa, di formazione». Con l'obiettivo di riaprire entro la prossima primavera l'ex centro sportivo, dove si sarebbero consumate alcune delle violenze del branco contro le due ragazzine. «Per darlo in gestione alle Fiamme Oro della polizia di Stato. Sono segnali della presenza delle istituzioni. Più insegnanti nelle scuole, più assistenti sociali, vigili urbani. Stiamo lavorando a 360 gradi. E sia chiaro, - aggiunge - non mi faccio intimidire dalla criminalità organizzata».

Infine un allarme dopo un servizio lanciato dalla trasmissione di Rai Uno. «Se fosse vero che c'è qualcuno che gestisce i soldi del reddito di cittadinanza, cioè la camorra, bisogna andare fino in fondo.

A Caivano avete intervistato - dice - la mamma di una delle ragazze violentate, e questa signora dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinza. Il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so. Ecco, il non lo so è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa». Comunque sia la premier è sì fiduciosa ma sa bene come quello su Caivano «sarà un lavoro lungo».  

Linea condivisa con il Viminale che ha appena avviato un'aggiornata ricognizione sull'intero territorio nazionale per l'individuazione delle aree caratterizzate da più gravi forme di degrado sulle quali intervenire «con misure analoghe a quelle disposte per Caivano». Parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante il question time di ieri pomeriggio alla Camera. Con l'obiettivo che Caivano diventi un modello contro le zone degradate di questo Paese. Le «zone franche della criminalità», le aveva definite infatti la premier Meloni proprio durante la sua visita al parco Verde decisione presa direttamente dal ministero dell'Interno e che fa seguito anche ad alcune recenti dichiarazioni dello stesso sacerdote sulla sua sicurezza.

«Il governo, su Caivano, non intende limitarsi ad una risposta esclusivamente repressiva, ma sta perseguendo una strategia più ampia, trasversale a tutte le amministrazioni coinvolte, chiamate ad operare in sinergia, con investimenti e risorse intesi a superare le condizioni di degrado e marginalità sociale in cui le organizzazioni criminali trovano terreno fertile, soprattutto tra i giovani», è l'incipit dell'intervento del ministro Piantedosi che domani sarà a Napoli per un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, incentrato prevalentemente su Caivano. Intanto, aggiunge il titolare del Viminale «abbiamo già incrementato di 21 unità l'organico del commissariato di polizia di Afragola e, da ottobre, ulteriori 20 unità rafforzeranno la Compagnia Carabinieri di Caivano».

Che la situazione al Parco verde sia sempre estremamente delicata è dimostrato anche dalla decisione di rafforzare la protezione a don Maurizio Patriciello

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E ieri ad inaugurare l'anno scolastico a Caivano c'era il commissario straordinario per la riqualificazione Fabio Ciciliano: «Sono qui per testimoniare la presenza dello Stato, un po' allentata ma che c'è sempre stata. È cruciale e fondamentale ricominciare dalla scuola e farlo adesso», dice mentre lunedì è atteso il ministro dell'Istruzione, Valditara. E ieri invece della prima campanella, a Caivano è stato suonato l'inno di Mameli dalle fanfare dei carabinieri e dei bersaglieri, con tanto di alza bandiere nel cortile dell'Ic 3-parco Verde, la scuola frequentata da una delle due ragazzine vittime dello stupro di gruppo. Disciplinati, resilienti al sole, al caldo feroce e alle zanzare, i piccoli alunni di questa scuola, considerata trincea della legalità, hanno accompagnato con un lungo battimano, l'alzabandiera. 

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