Giuseppe Conte, la bolla social si sgonfia: i numeri del governo sono un ricordo

Giuseppe Conte, la bolla social si sgonfia: i numeri del governo sono un ricordo
di Domenico Giordano
Domenica 7 Agosto 2022, 11:00 - Ultimo agg. 21:20
4 Minuti di Lettura

La bolla social costruita da Giuseppe Conte, tanto da trasformare il docente di diritto privato in una celebrity star capace di insidiare anche gli influencer più seguiti, negli ultimi mesi è stata più volte rattoppata per evitare che si sgonfiasse più velocemente del normale.

Una bolla che sta progressivamente perdendo volume e audience e, per dirla tutta, se non ci fosse stata la dose del boost pandemico che ne ha dopato oltremisura la visibilità e le performance sulle piattaforme, alimentando così quella percezione di un leader impolitico e, di conseguenza, fortemente empatico, il presidente del Movimento 5 Stelle molto probabilmente sarebbe oggi per i social network un volto qualsiasi. Uno dei tanti colonelli, per dirla con una definizione da prima Repubblica, perfettamente adatto a galleggiare in un limbo digitale.

Invece, la parabola politica di Giuseppe Conte e di conseguenza il suo riflesso social, hanno avuto una storia diversa, un racconto che ha avuto tre grandi cesure, tra loro diverse, ma complementari.

La prima coincide con i quindici mesi alla guida del governo Conte I, da giugno 2018 ad agosto 2019.

La seconda tiene assieme quella che potremmo cinicamente definire la golden age, da febbraio 2020 a gennaio 2021, dallo scoppio della pandemia alla cerimonia della campanella. Infine, l'ultima è quella che accompagna Conte dalla conferenza stampa, forzatamente improvvisata, in piazza Colonna, febbraio 2021, alla scissione di Luigi Di Maio, con l'appendice di luglio e la fine anticipata della legislatura.

Nel primo periodo, quello di una sostanziale e diffusa benevolenza da parte delle piattaforme nei confronti dell'uomo qualunque diventato Presidente, i follower che seguono la pagina Facebook passano da 222.987 a 1.059.675, segnando l'ingresso di Giuseppe Conte nell'olimpio delle social star. Il tasso di engagement, metrica che che non deve essere mai sottovalutata perché evidenzia l'interesse di un contenuto, è già alto con il 4.9% su un numero totale di pubblicazione di oltre 1.000 e con circa 16 milioni di reaction complessive. Con numeri più contenuti rispetto a Facebook, anche su Twitter l'ascesa dell'ex premier è inconfutabile: i nuovi follower sono 240 mila e il tasso di engagement è dell'1,5%.

«Le metriche - come ha scritto Maria Cristina Antonucci, sociologa e docente di comunicazione politica alla Sapienza - dimostrano l'efficacia dell'identità costruita a partire dalla comunicazione personale, istituzionale e situazionale» e lo attestano in modo ancor più esplicito nella seconda fase dell'excursus contiano, quella che potremmo definire della riconoscenza per averci guidato come un novello Mosè nella traversata del deserto pandemico. 

Il fandom (l'insieme dei follower) di Facebook cresce del 243% aggiungendo alla dotazione di fine settembre altri 2,6 milioni di follower, mentre nello stesso periodo - giusto per aver un termine reale di confronto - quelle di Matteo Salvini e Giorgia Meloni crescono solo di 433 mila e 407 mila. Mentre, le reaction complessive schizzano da 16 a oltre 43 milioni e l'engagement conserva per lo più lo stesso valore della cesura precedente, fermandosi al 4,3%. Negli undici mesi, tanto dura infatti questa seconda cesura, anche i numeri di Instagram e Twitter sono tutt'altro che contenuti: nel primo caso, giusto per citare qualche dato, le reaction superano i 18 milioni totali, mentre la crescita di nuovi follower, traslocando su Twitter, è in termini percentuali addirittura del 198%.

Il terzo e ultimo periodo si apre con la irrituale conferenza stampa in piazza, pensata da Rocco Casalino, suo portavoce dell'epoca che si affretta a precisare ai giornalisti di non inquadrare mai Palazzo Chigi. Sono i mesi di una lenta e inarrestabile normalizzazione della comunicazione e della leadership comunicativa di Giuseppe Conte, che per lo più è stata segnata dal parossismo del selfie quale misura di una popolarità calante e che nulla potevano contro le continue fuoriuscite dai gruppi parlamentari. L'ultimo censimento di Openpolis, realizzato a fine giugno, evidenzia come il Movimento 5Stelle sia la formazione politica che più ha risentito del fenomeno dei cambi di gruppo: «i pentastellati hanno infatti perso ben 162 componenti dal 2018 a oggi, dimezzando di fatto le loro file rispetto all'inizio della legislatura». 

Video

Con la scissione e la fine del governo Draghi c'è stata una nuova mazzata. Così, l'engagement della pagina Facebook è sceso dal 4 all'1,7%, le reaction totali, per quanto ancora consistenti, sono calate da 43 a poco più di 34 milioni.

Se poi guardiamo ai flussi di follower, in entrata e in uscita, che seguono molto spesso dinamiche assolutamente emotive, da marzo di quest'anno oltre 45 mila follower hanno smesso di seguire la fanpage Facebook e altri 71 mila hanno abbandonato l'account Instagram.

Un calo in parte compensato dalla crescita incassata su Twitter, con 34 mila nuovi follower e, in particolare, quella su TikTok, profilo aperto da aprile del 2021 ma solo negli ultimi mesi gestito con una strategia diversa, dove si sono iscritti sempre da marzo oltre 96 mila nuovi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA