Giuseppe Conte a Napoli: «Il Movimento 5 Stelle difenderà reddito di cittadinanza e patto per Napoli»

Giuseppe Conte a Napoli: «Il Movimento 5 Stelle difenderà reddito di cittadinanza e patto per Napoli»
di Luigi Roano
Sabato 3 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Settembre, 10:14
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Presidente Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinquestelle, lei è stato tra gli artefici del Patto per Napoli - che poi è stato esteso anche ad altri Comuni in difficoltà finanziarie - Fdi ha innescato un dibattito annunciando che se dovesse vincere le elezioni intende cambiare le regole di ingaggio del Patto. C'è preoccupazione in città e anche in Comune, quali saranno le mosse del M5S al riguardo?
«Comprendo la preoccupazione. D'altro canto la Meloni vuole togliere anche il Reddito di cittadinanza. La destra evidentemente non ha a cuore Napoli, né la sorte delle tante famiglie che non arrivano a fine mese. Mettere in discussione il Patto significa mettere in ginocchio i servizi offerti ai cittadini».

A proposito di fondi anche qui da quel fronte politico, questa volta dalla Lega, arrivano segnali controversi sul Pnrr. Sembra che il 40 per cento destinato al Sud possa subire una cura dimagrante. In un momento di crisi e in una città che soffre come Napoli sarebbe una mazzata difficile da riassorbire: come stanno le cose?
«Non lo permetteremo, difenderemo i soldi per Napoli e per tutto il Mezzogiorno.

Salvini ha solo gettato la maschera e la Lega è quella di sempre: un partito che considera il Sud una palla al piede. Quando Salvini dice prima gli italiani continua a riferirsi solo ad alcuni italiani».

In questo contesto, il fronte del nord alza ancora di più il tiro e punta dritto all'Autonomia differenziata: qual è la posizione del Movimento al riguardo, siete per l'Autonomia differenziata?
«Lo Stato deve garantire stessi diritti e servizi ai cittadini su tutto il territorio nazionale. Ecco perché se vogliamo ragionare realmente di un'autonomia sostenibile dobbiamo prima definire i livelli essenziali delle prestazioni. Noi dobbiamo scongiurare che si allarghi il divario tra Nord e Sud, perché così si penalizzerebbe l'intero Paese.

Napoli a torto o a ragione è un po' la capitale del Reddito di cittadinanza: le dà fastidio essere identificato a livello politico - nella terza città d'Italia solo per questa misura? Qual è la salute del Movimento nella capitale del sud?
«Il Reddito ha aiutato milioni di famiglie a superare un periodo drammatico, ha ridato dignità a chi non riusciva a farcela. Ed è folle cancellarlo ora che c'è una grave crisi economica, come vorrebbe fare la destra. Qui in Campania il Movimento Cinquestelle lavora ed è apprezzato anche per il suo impegno per la legalità e per le battaglie per l'ambiente, in una Regione che ha visto intrecciarsi la gestione dei rifiuti con camorra e mala politica».

Lei ha scelto di candidarsi anche a Napoli a Campania 1: perché questa decisione? Che segnale politico vuole dare?
«Il Movimento ha una speciale attenzione per questo territorio, lo definirei un legame storico. Ho raccolto la forza e l'entusiasmo di questa terra, per questo motivo ho deciso di metterci la faccia».

Il M5S esce da una fase di travaglio e sembrano lontani i fasti elettorali del 2018 eppure alcuni sondaggi vi danno sopra la Lega: dal di dentro che sensazione ha sul risultato del M5S alle prossime politiche?
«Da giorni giro per il Paese e raccolgo la speranza e l'entusiasmo della gente per il nuovo corso del Movimento. È la dimostrazione che parlare delle urgenze dei cittadini è la strada giusta, apprezzano la nostra coerenza e la serietà delle nostre proposte».

La parola d'ordine per gli italiani è concretezza, mentre la politica in questi giorni di campagna elettorale sembra avere dimenticato l'inflazione che galoppa, l'energia che costa il doppio e la fame di lavoro che c'è al sud. Qual è la ricetta dei Cinquestelle per aggredire questi mali?
«Far pagare gli extraprofitti ai colossi dell'energia è una nostra idea. Ma il governo dei cosiddetti migliori è riuscito a scrivere male la norma e non è riuscito a incassare 9 dei 10 miliardi previsti. Abbiamo indicato un Energy Recovery Fund, un tetto del prezzo del gas e uno scostamento di bilancio che aiutasse subito famiglie e imprese. Ma per gli altri, la priorità era stanziare altri miliardi per le armi. E ora ci troviamo a questo punto».

Si è candidato nella terra di Luigi Di Maio - e anche di Roberto Fico - non sarà uno scontro diretto ma a distanza tuttavia il confronto ci sarà lo stesso: la stuzzica questa sfida?
«Non scherziamo. Io rappresento una forza politica vera e in salute, una comunità di donne e uomini che non hanno voltato la faccia ai principi e ai valori per cui hanno sempre combattuto. Di Maio ha solo pensato a difendere la sua poltrona».

Napoli è stata la capitale del Campo largo e ancora lo è almeno in Consiglio comunale: prevede dopo le elezioni ripercussioni sul Comune guidato dal suo amico Manfredi?
«Direi proprio di no. Manfredi è espressione del miglior civismo, persona capace e onesta e sta lavorando bene».

L'alleanza con il Partito democratico e più in generale con il polo riformista e progressista è saltata definitivamente? Il Movimento tornerà all'antico andando alle elezioni da solo sempre?
«Gli attuali vertici del Pd hanno preferito interrompere un dialogo che stava dando buoni frutti per il Paese. Ha abbracciato l'agenda Draghi, che non conteneva nulla, e ha sbandato più volte per costruire una coalizione che tenesse dentro un po' di tutto. Noi andiamo dritti per la nostra strada, forti delle nostre idee che sono chiare». 

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