«Immigrazione clandestina,
il reato blocca i rimpatri»

«Immigrazione clandestina, il reato blocca i rimpatri»
di Gino Giaculli
Martedì 3 Gennaio 2017, 08:57
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La notizia filtra nel dibattito dopo gli attentati di Berlino e Istanbul. Il Viminale mette di nuovo al centro l'emergenza degli immigrati irregolari e punta ad accelerare sul fronte dei rimpatri. L'ipotesi è quella di modifiche al reato di clandestinità. Come dire: via subito chi non ha i requisiti per essere accolto in Italia, come da tempo gran parte dell'opinione pubblica chiede. In tal caso, secondo alcune fonti, si impedirebbe anche al clandestino denunciato di restare in Italia fino al termine del processo, con un enorme, ulteriore intasamento dei tribunali. Se le voci di questi giorni trovassero conferma, toccherà alle Camere decidere. Ci conta David Ermini, responsabile giustizia del Pd, che fu a suo tempo relatore sul parere per la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina. «Io ero favorevole - ricorda il deputato - ma ci fu la dura opposizione della Lega in particolare e non se ne fece nulla».

Onorevole Ermini, il Pd allora come si comportò?
«Nel mio partito si prese atto che la cosa non si poteva fare sotto l'aspetto dell'opinione pubblica: ci avrebbero speculato politicamente le destre. Poi il governo non depenalizzò».
E adesso che succede?
«Io riconfermo la mia idea: il reato va abolito. È così che si rafforza la lotta all'immigrazione clandestina. La magistratura e molte forze sociali dicono lo stesso».
Quindi una volta in aula il Pd dovrebbe cambiare idea?
«Ma no. La posizione precedente fu presa per evitare la demagogia delle opposizioni».
Insomma, Ermini non dovrà convincere il Pd?
«No, assolutamente. Abolizione o modifica del reato, il Pd c'è, i democratici ci sono. Ribadisco: il reato va abolito perché così com'è non serve, va abolito perché in questo modo si sveltiscono le indagini, mentre tenendolo in piedi si impediscono azioni forti contro gli scafisti».
Ora avrà letto le anticipazioni...
«Ho letto che si sta pensando alla modifica del reato. I problemi sono due: i tempi, perché fra primo e secondo grado i soggetti restano troppo in Italia; le difficoltà di rimpatrio, spesso dovute a mancanza di interlocuzione con lo Stato che deve riprendersi le persone».
E quindi una volta in aula che cosa farete?
«Beh, bisogna avere in mano un testo. Il governo ci sta lavorando, io non l'ho mica visto».
Ma intanto c'è la missione del ministro degli Interni Minniti a Tunisi e Malta che punta allo sblocco dei rimpatri. E poi c'è la circolare del Capo della Polizia Gabrielli sui Cie.
«Queste prime ipotesi che appaiono sulla stampa possono essere valide. Ma le dico che ho visto città amministrate da sindaci di destra e di sinistra dove i problemi di accoglienza degli immigrati sono gli stessi. Una migliore distribuzione delle presenze andrebbe comunque fatta».
Però le emergenze sull'immigrazione continuano.
«Ma ci sono problemi di rilievo storico e sociale. E sulle soluzioni non si può speculare. Il Pd non cambia idea».
Ermini, ma l'Europa che cosa vi chiede?
«L'Europa? Più che chiedere l'Unione Europea dovrebbe dare. Bisogna infatti tenere presente che noi e i tedeschi ci siamo trovati a sopportare tutto il peso dell'immigrazione, mentre i Paesi dell'Europa Orientale alzavano i muri. Quindi adesso la Ue deve fare un piano vero, nell'attesa che si ricostruisca un rapporto con tutti i partner e darci comunque un aiuto per accogliere chi arriva».
Ma intanto l'Italia su che cosa deve puntare?
«Io dico seguiamo l'appello del Papa Francesco per il diritto umano e il diritto alla vita. Mentre lo Stato deve garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini, la percezione di sicurezza, e finora gli strumenti in campo hanno funzionato. Queste persone vengono da noi a causa delle guerre e per la povertà, ma da noi il Paradiso non c'è. È un problema enorme. Dobbiamo investire nella cooperazione internazionale. E questo non si fa certamente in un anno».