«Genitori Renzi, le fatture e i documenti distrutti per nascondere i debiti delle coop»

di Valentina Errante
Mercoledì 20 Febbraio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 10 Marzo, 19:02
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Tiziano Renzi, la moglie, Laura Bovoli, da lunedì ai domiciliari con con l'ipotesi di bancarotta fraudolenta avrebbero anche fatto sparire alcuni documenti delle coop fallite e gestite dalle loro teste di legno. Almeno secondo il procuratore capo Giuseppe Creazzo e l'aggiunto Luca Turco e i due pm che hanno firmato la richiesta di arresto. I meccanismi messi in atto dal 2014 a oggi, avrebbe fatto crescere il volume di affari della capofila da uno a 7 milioni di euro. Sono in tutto diciotto gli indagati e le contestazioni delle fatture inesistenti scaricate riguardano circa 750mila euro.
 
Gli elementi dell'accusa arrivano dai documenti contabili finiti nei fascicoli del Tribunale Fallimentare e sarebbero la dimostrazione di un'abituale modus operandi dei Renzi. Scrivono i pm: «Nel caso di Marmodiv, certo è che la sottrazione della contabilità e di tutta la documentazione societaria di entrambe le cooperative fallite risulta connaturata e assolutamente funzionale rispetto al modus operandi» Per i magistrati la sottrazione delle carte contabili va attribuita Renzi, Bovoli e Mariano, responsabili di avere realizzato quel meccanismo che prevede, fin dall'origine l'abbandono della società e la destinazione delle coop caricate di debiti verso il fallimento. «Tale modus operandi - si legge ancora nella richiesta di arresto - ha, dunque, caratteristiche criminogene, producendo violazioni tributarie e previdenziali, aventi non soltanto natura amministrativa, ma, anche rilievo penale, ancor più grave in caso di fallimento».

Nella corrispondenza la tesi della procura trova conferma. Ci sono le email in cui Laura Bovoli dà ordini sulle assunzioni. Al marito spiega le modalità con cui agire per evitare che i dipendenti, che rappresentano un onere fiscale, restino a carico di una società. È il 7 maggio 2010 quando la Bovoli invia un'email a Tiziano «Credo sia urgente risolvere il problema. Se non possono Giovanna Gambino e Mariano Massone accettare le dimissioni perché resterebbero fuori dalle facilitazioni contributive. Non può nemmeno la cooperativa affrontare cause di lavoro certe» E aggiunge che nei giorni successivi ci arriveranno quintali di consegne e tutti i dipendenti si troveranno a lavorare: «I pochi furgoni di Delivery saranno sulle strade e i tanti dipendenti Delivery saranno anche su furgoni di altri. L'unica cosa che salvaguarda la cooperativa è andare subito a dare gli stipendi e a far firmare contemporaneamente le dimissioni a tutti. Poi la nuova Cooperativa, sommersa dalle consegne sia dei vini che dei volantini, sarà costretta a riassumerli subito non esistono alternative se martedì riiniziano ad operare saranno sempre Delivery fino alla fine di novembre».

Nel settembre 2009 la Bovoli dà indicazioni a Matteo Mordini riguardavano le assunzioni: «Caro Matteo ti allego 30 nominativi per assunzioni (distribuzione Leggo) Li assumiamo tutti a tempo determinato dal 5 ottobre 2009 al 6 agosto 2010, qualifica la solita, fattorini, 6° livello orario giornaliero 2 ore per 5 giorni settimanali dal lunedì al venerdì compenso di Iegge ( mi sembra tu mi abbia detto che gli viene un netto giornaliero vicino ad euro 16,00 e Ok, perché abbiamo ridotto a due sole ore il lavoro Tutti i documenti li dovresti avere, ciò che avevi richiesto è stato preparato dal nostro responsabile del Veneto che oggi ci rispedisce il tutto x posta...Se hai bisogno di chiarimenti chiamami pure. Ciao Lalla»

Paolo Magherini, dipendente della Marmodiv, ha riferito a verbale nel maggio 2018: «Sono stato assunto a tempo indeterminato e tuttora sono dipendente e svolgo l'attività di distribuzione di volantini per canto della Marmodive. La cooperativa era governata da dei prestanomi. Il primo di questi era Angelo Gallo, con la figlia Jessica e con la Lucia Silvestri, sua compagna (socie fondatrici ndr). C'era anche il figlio, Yuri Gallo che ha sempre percepito lo stipendio senza, di fatto, lavorare. Preciso che parlo di prestanomi perché tutti, nel settore, sanno che Ia cooperativa è riconducibile alla famiglia Renzi, in particolare a Tiziano e alla moglie.

Poi c'era anche Andrea Conticini, cognato di Matteo Renzi, che guidava Eventi 6 Con Gallo - aggiunge - le condizioni di lavoro erano ai limiti. Nell' estate del 2015 era andato a parlare con Andrea Conticini, lamentandomi del fatto che si lavorava 10-12 ore al giorno». Il teste ammette che le fatture che i militari della Finanza gli mostrano sono false: «Mi fu chiesto di aprire una partita Iva ed emettere le fatture che mi avete mostrato. Sona compilate a mano da me, ma mi furono richieeste da Jessica Gallo. Mi venivano pagate con bonifici effettuati presso la Banca Sella - Agenzia di Firenze, viale Redi. Successivamente io restituivo indietro la somma in contanti per l'intero. Non mi veniva riconosciuto alcumn compenso per questa favore. Questi soldi credo servissero poi n pagare al nero altri dipendenti».

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