Tajani tra Lega e M5S: «Flat tax ok ma senza reddito di cittadinanza»

Tajani tra Lega e M5S: «Flat tax ok ma senza reddito di cittadinanza»
di Francesco Lo Dico
Domenica 16 Settembre 2018, 15:00 - Ultimo agg. 16:34
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Ci sarà anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, all'incontro di oggi tra Salvini e Berlusconi. Sul tavolo l'accordo per le regionali, ma anche le nomine di Foa in Rai e quelle per il Csm. «Ma il problema chiosa il vicepresidente di Forza Italia - non è Foa sì o Foa no: qui si tratta di fare chiarezza sul futuro del centrodestra».

L'intesa è data per fatta. Oggi ci sarà la fumata bianca?
«In ballo non ci sono poltrone. Il nostro sarà un confronto politico sulle regole che tengono in piedi la coalizione. La volontà di Berlusconi è quella di rafforzare il centrodestra in una prospettiva a lungo termine. Vogliamo capire se ha la stessa idea anche Salvini, e decidere di conseguenza».

La proposta di un partito unico è ancora in piedi?
«Nessun partito unico. Come diceva Totò, è la somma che fa il totale. Il nostro compito è quello di compattare l'altra Italia che non si riconosce nella sinistra e nel M5s»

Abruzzo e Piemonte a voi, Basilicata e Sardegna alla Lega: alle regionali sarà un fifty fifty?
«Noi vogliamo andare uniti in tutte le regioni. Ma finora non c'è stata nessuna trattativa nel merito, né sul nome di Foa. Gli accordi non si fanno prima, ne discuteremo oggi. Ma ripeto. Lo faremo in una prospettiva politica più ampia».

Salvini deve decidere se proseguire nell'asse con il M5s o tornare a casa, come ha chiesto anche Meloni?
«Ci auguriamo che quello con il M5s sia stato per Salvini un matrimonio a tempo. Pensiamo sia arrivato il momento di un governo del centrodestra. Data la situazione economica del Paese, urge una svolta. La flat tax e il reddito di cittadinanza sono inconciliabili: va bene pensare a redditi di dignità per i pensionati, ma bisogna fare qualcosa di importante per le imprese, i giovani e il Mezzogiorno».

Arduo immaginare una rottura tra Salvini e Di Maio. In una prospettiva più a breve termine, voterete la manovra per dare un segnale al Carroccio?
«Se parliamo di flat tax, siamo assolutamente favorevoli. Ma è impossibile realizzarla insieme al reddito di cittadinanza, una scelta dissennata alla quale la Lega non deve cedere. In ogni caso non si sa bene quale sarà la manovra. Quella di Tria? Quella di Di Maio? Valuteremo. L'assistenzialismo rischia di fare gravi danni in quel Sud che il governo ha dimenticato».

Al Nord sono ben avviati i progetti autonomisti della Lega in Piemonte e Veneto. Li contrasterete in Parlamento?
«Le autonomie vanno bene solo se il Sud non dovrà pagarne il prezzo al Nord. L'Italia è una».

Veniamo all'Europa, dove M5s e Lega hanno votato divisi sulle sanzioni a Orban. Segno di visioni politiche diverse?
«La Lega ha un dna di centrodestra, mentre il M5s ha confermato di avere, al netto di qualche vena stalinista in più, la stessa anima del Pd di cui ha ereditato i voti».

Quel voto ha evidenziato però anche le contraddizioni di FI. Perché il Ppe che vuole i ricollocamenti ha votato a favore di Orban insieme alla Lega?
«Il Ppe ha dato libertà di voto. Alcune delegazioni hanno creduto che non ci fossero gli estremi per aprire una procedura contro l'Ungheria, ma non c'è nessuna spaccatura. È stata una valutazione giuridica che non c'entra con i migranti, ma ciò non vuol dire essere acritici e ritenere che tutto quello che fa Orban va bene».

Dunque non è stato un favore di Berlusconi a Salvini?
«Tra Orban e Berlusconi c'è un'amicizia di vecchia data».

Salvini vuole sovranizzare il Ppe o il Ppe vuole inglobare i sovranisti di Salvini?
«Nessun disegno. Per ora ciascuno per la sua strada: dopo il voto si vedrà. Il Ppe sarà in ogni caso il primo partito».

Le uscite tafazziane degli Oettinger e dei Moscovici sono per i sovranisti una vera manna. Non è preoccupato?
«Non sto con Moscovici, i suoi sono errori inaccettabili. Ma neppure con Di Maio, che ha inveito contro l'Europa dopo aver perso la sua personale sfida sul copyright. Di certo sto con Mario Draghi: è grazie al suo apporto se il nostro Paese è rimasto a galla in questi anni in cui il nostro debito pubblico ha continuato a crescere. L'Italia deve perciò fare bene i compiti per gli italiani, non per l'Europa. Ma è troppo isolata in questo momento. Continua a strillare contro l'Ue, proprio come ha fatto Renzi. E come Renzi in questa maniera non otterrà niente».

Niente abbiamo ottenuto anche in materia di immigrazione. Mogherini pensa a un'area di libero scambio con l'Africa per creare sviluppo. L'idea giusta per fermare i flussi?
«Il progetto va nella direzione giusta. Ma Juncker e la Commissione europea sono stati troppo poco ambiziosi. Si parla di investimenti in Africa 4 miliardi con un effetto leva di 40 miliardi, quando occorrerebbe investirne almeno 40 per generarne 400, dieci volte tanto. I flussi potranno essere fermati solo con un progetto ambizioso».

La Commissione europea prepara per il Meridione una polpetta avvelenata. I fondi di coesione non avranno più nel 2020 il vincolo territoriale e saranno concessi solo in presenza di precisi criteri economici. Interverrete su questo?
«Nessuna polpetta avvelenata: il Sud continuerà a essere tra le regioni europee che avranno di più. E comunque vigileremo in Parlamento affinché continui a essere così: l'economia italiana è cresciuta poco e la disoccupazione purtroppo è rimasta stabile al Sud. I fondi di coesione sono al riparo».

Impazza il toto-Cavaliere. Si candiderà alle Europee o no?
«Mi auguro di sì, il suo apporto sarebbe fondamentale per Forza Italia ma anche per il Sud che va difeso in Europa».
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