«Ius scholae», lo scontro arriva in Aula alla Camera

«Ius scholae», lo scontro arriva in Aula alla Camera
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 29 Giugno 2022, 06:57
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Dovrebbe essere la possibilità concessa a quasi un milione, tra bambini e adolescenti extracomunitari, di diventare cittadini italiani dopo aver ultimato cinque anni di un ciclo di studi primario nel nostro Paese senza avere ancora compiuto 18 anni. È la legge, già battezzata «ius scholae», su cui oggi inizia la discussione alla Camera. Relatore è Giuseppe Brescia, presidente pentastellato della commissione Affari costituzionali che ne ha licenziato il testo.

Il dibattito in aula è stato preceduto da un confronto tormentato e contrasti nella commissione Affari costituzionali. Contrari al riconoscimento della cittadinanza agli extracomunitari minorenni che hanno frequentato un ciclo di cinque anni di scuola sono la Lega e Fratelli d’Italia che insieme hanno presentato in commissione una raffica di 730 emendamenti. Solo la Lega ne ha depositati 484, a volte anche per correggere una parola nelle norme. E annuncia Igor Iezzi, deputato leghista: «Siamo e resteremo fermamente contrari allo ius scholae. In commissione abbiamo dato battaglia, facendo ricredere chi dava per scontato una sua rapida approvazione. Continueremo a farlo in aula».

Il testo riguarda i figli minorenni di genitori stranieri, che sono nati in Italia o vi sono arrivati prima di aver compiuto 12 anni. Secondo la legge da discutere in aula, la cittadinanza italiana può essere chiesta per i figli dai genitori «legalmente residenti in Italia». Lo spirito della legge è legare la cittadinanza a un percorso scolastico, con la scuola a trasformarsi in «agenzia di integrazione». 

Ha spiegato il relatore della legge, Brescia: «Il legislatore deve prendere atto delle profonde trasformazioni avvenute nella società italiana e aggiornare le norme in materia di cittadinanza». Ma, nonostante nel testo non si faccia alcun accenno allo «ius soli», che è invece la possibilità di legare la cittadinanza alla permanenza in Italia dopo un numero minimo di anni, il percorso della legge si annuncia in salita. «Siamo contrari allo ius scholae così come proposto dalle sinistre e dai Cinque Stelle perché cinque anni di un qualsiasi corso, senza peraltro alcuna verifica su aspetti fondamentali come la conoscenza della nostra lingua, non fanno l’integrazione», sostengono i deputati di Fdi, Augusta Montaruli ed Emanuele Prisco. E ancora più esplicito è Matteo Salvini, leader della Lega, che dice: «La cittadinanza è una cosa importante che va decisa quando si diventa maggiorenni, come la patente. Quando sei maturo, a 18 anni, decidi consapevolmente se il Paese che ti accoglie sarà il tuo Paese». Replica Enrico Letta: «Siamo assolutamente in un percorso in salita. Incrociamo le dita, negli ultimi giorni e ultime settimane qualche passo avanti ha cominciato a esserci. Ci sono dietro i drammi di decine di migliaia di persone che, attraverso la loro non considerazione come italiani, vivono drammi personali». Della stessa idea è Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, che dice: «Va approvata a Montecitorio la proposta di legge sullo ius scholae, per riconoscere la cittadinanza italiana a chi ha completato un percorso scolastico di 5 anni nel nostro Paese. Approviamolo subito». 

Il Pd si è schierato subito a favore della legge. «È una buona notizia che si sia riaperta la strada per avere finalmente una nuova legge sulla cittadinanza.

Faremo di tutto per farla passare» dice il deputato del Pd Matteo Mauri. Favorevoli anche i pentastellati, come conferma la parlamentare Vittoria Baldino: «È una proposta di legge fondamentale per le politiche di integrazione del nostro Paese e che coinvolge circa un milione di giovani. Si tratta di un testo unificato, sintesi di tre proposte di legge promosse da Leu, Forza Italia e Pd». Possibilista Forza Italia che in commissione ha presentato solo 11 emendamenti votando a favore di un testo di massima, anche se le posizioni nel partito di Berlusconi non sono univoche. A favore della legge si schiera Italia viva. Dice il deputato Michele Anzaldi: «Dopo anni e anni di attesa, finalmente siamo di fronte ad un traguardo storico per eliminare l’assurdità di avere bambini di serie A e bambini di serie B».

Ieri, in Piazza Capranica a Roma c’è stato un flash mob a favore della legge. Tre giorni fa, a un sondaggio realizzato da YouTrend su incarico di Action Aid, il 59 per cento delle risposte era favorevole alla modifica delle norme sulla cittadinanza agli stranieri. La parola passa ora al dibattito parlamentare alla Camera. Una questione che riguarda, secondo i dati di due anni fa, 877mila alunni delle nostre scuole con cittadinanza non italiana.

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