Troppe critiche e indecisioni: così Berlusconi spinge Carfagna verso il gruppo misto

Troppe critiche e indecisioni: così Berlusconi spinge Carfagna verso il gruppo misto
di Carlo Porcaro
Mercoledì 13 Novembre 2019, 12:00 - Ultimo agg. 17:28
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L'eccessiva indecisione di Mara Carfagna ha convinto Silvio Berlusconi a rompere gli indugi e candidare ufficialmente Stefano Caldoro alla Regione Campania. La vicepresidente della Camera, venerdì scorso, aveva incontrato il leader di Forza Italia per un faccia a faccia decisivo: l'esito è stato negativo. Nessuna pace, ma totale freddezza. «Non mi riconosco più nella Forza Italia di 25 anni fa», è stata infatti la prima uscita pubblica a Milano da parte della Carfagna. «Se Renzi esce dal governo si può fare Forza Italia Viva», la provocazione in merito al suo ingresso nel partito di Renzi. Insomma, teneva un piede ancora dentro casa ed uno nella casa altrui. Aizzava polemiche senza assumerne le conseguenze.
 


A distanza di quattro giorni, nessuna scelta è stata compiuta. Si è vociferato della formazione di un nuovo gruppo parlamentare pronto a diventare i nuovi responsabili a sostegno del governo Conte. «Può essere la nostra candidata premier contro Salvini e il sovranismo, una sorta di Macron», l'idea di Gianfranco Rotondi. Ma la Carfagna ha cincischiato troppo, almeno secondo i gusti del suo capo politico che le aveva offerto la candidatura a governatore in Campania. Offerta mai presa veramente in considerazione per un doppio timore: essere confinata ad uno scenario locale come una diminutio rispetto alle sue alte aspirazioni; fare un favore a Salvini che in un sol colpo si sarebbe liberato di un potenziale competitor nel centrodestra. A quel punto Berlusconi l'ha liberata da ogni paura, prendendola sul tempo. «Caldoro è il candidato: c'è l'ok di Salvini e Meloni». Il che significa che il terreno in favore del capo dell'opposizione regionale era già stato arato nelle ultime ore. La Campania spettava a Forza Italia, per i leader di Lega e Fratelli d'Italia l'ex governatore «ha lavorato bene» e soprattutto può giocarsi le carte nella primavera dell'anno prossimo. I salviniani, primo partito in Campania alle ultime Europee, hanno rivendicato per loro una centralità politica: probabile che chiedano un vice già «visibile» in campagna elettorale oltre ad assessorati di peso.

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A questo punto, la Carfagna potrà avere maggiore libertà di movimento. Emarginata in Forza Italia, può solo costruire uno spazio di agibilità altrove. Verosimilmente al centro, certo non in un diverso centrodestra. Lo scenario che si apre, anche per l'esecutivo, è tutto da scrivere. «Chi va via vada nel gruppo misto. Se andate in altri partiti è un errore grave. Siete degli stupidi, ma avrei anche il coraggio di dirvi che sareste dei coglioni», l'uscita di Berlusconi inconsueta nel linguaggio. La rabbia nell'ex premier nei confronti di coloro che ha allevato e valorizzato deve essere forte per usare questi termini. Ha vissuto le dure critiche di Carfagna come un tradimento insopportabile. Il tentativo di ricucire della compagna, Francesca Pascale, non è stato sufficiente. Berlusconi, il giorno in cui decise di scendere in piazza San Giovanni alla manifestazione indetta dal segretario del Carroccio, incoronò Salvini quale nuovo leader della coalizione. Per non morire politicamente e con l'obiettivo di tornare al Governo chiedendogli uno spazio, seppur piccolo, considerando la differenza enorme di percentuali di consensi che i sondaggi consegnano rispettivamente agli azzurri e ai verdi.

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