Campidoglio, Marchini decisivo: a me sta a cuore Roma, non far ballare i dem

Campidoglio, Marchini decisivo: a me sta a cuore Roma, non far ballare i dem
di Mario Ajello
Sabato 31 Ottobre 2015, 03:46 - Ultimo agg. 09:04
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ROMA - I democrat, nella loro incapacità a sfrattare da soli Marino, erano terrorizzati di non trovare subito altri sette consiglieri che togliessero le castagne dal fuoco a Renzi. E poteva essere conveniente, anzitutto per la Lista Marchini, far ballare il Pd un po' più a lungo, rovinandogli vieppiù l'immagine già in pezzi di per sè. Ma così non è stato. «Io amo Roma - spiega Marchini. - Il mio obiettivo è rialzarla dalla polvere. E' ridare l'orgoglio ai romani e lavare l'onta che sta sommergendo la Capitale agli occhi del Paese e del mondo». E ancora: «Questo era il mio obiettivo un anno fa e questo è oggi. Il politicismo mi è indigesto. Sono un ingegnere concreto». E dunque la crisi ha avuto un epilogo veloce. E Marchini può dirsi soddisfatto perchè ha indotto tutti gli altri - i sette consiglieri in aggiunta a quelli dem - a seguire «la linea che noi abbiamo cominciato già da giugno scorso, auto-sospendendoci».

La scena surreale, in questa caduta di Marino, è stata quella dei 19 consiglieri dem che Orfini ha tenuto segregati aspettando che ansiosamente che Marchini toccasse il suolo romano, di ritorno da Milano. E quando il consigliere della Lista Marchini, Onorato, ha comunicato ai 19 che Alfio era atterrato a Fiumicino è partito un sospiro collettivo di sollievo. Il sollievo e la speranza che si potesse così finalmente mettere la parola fine a una vicenda nata male sotto altre regie, di coloro che vollero Marino candidato cui poi Marino sfuggì quasi da subito al patronage, e finita peggio sotto la regia di Orfini.

I dem erano ansiosi, fino all'ultimo minuto prima della compilazione della lista delle firme, perchè Marchini era quello che portava in dote cinque dei sette preziosissimi autografi mancanti. Di persone molto spendibili e di assoluta estraneità alle stagioni torbide pregresse. Come Onorato, o come Cantiani, il giovane Ncd che viene da una famiglia di famosi commercianti di via Cola di Rienzo. In più i due fittiani, entrambi alla loro prima esperienza in Campidoglio e a loro volta estranei alla vecchia politica.



I magnifici sette (nel gruppo anche quello del Centro democratico e quella della Lista Marino) adesso che cosa faranno? Marchini capitalizzerà l'obiettivo raggiunto, e ha scelto un profilo non trionfalista. «Nessuno di noi che ama Roma - è il suo mood - potrà essere veramente felice finchè Roma resterà così sofferente». Alfio ha lanciato l'appello ai romani più competenti, più perbene, più affezionati alla città e più coraggiosi, perchè si mettano in gioco. E vede, come tutti, il fallimento dei partiti a Roma. Basti pensare che il Pd, il partito più strutturato e più forte, non è stato in grado con le proprie forze di far dimettere il proprio sindaco.