Mattarella bis, i big della politica non sfondano al Quirinal social game

Mattarella bis, i big della politica non sfondano al Quirinal social game
di Domenico Giordano
Lunedì 31 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 07:18
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Se mettiamo da parte le rose di nomi, i candidati super partes, così come le soluzioni condivise o la necessità di scegliere un presidente donna, altrimenti si rischiava di far crollare tutto, il racconto di questa settimana di votazioni vista dalla terrazza panoramica dei social network non è poi stata tanto entusiasmante. 

Con i leader politici e la moltitudine dei peones affannati in una perenne corsa per arrivare primi al botteghino delle reactions pur di annunciare trionfanti alle comunità di follower di aver votato o di non accettare questa o quell'altra candidatura. Allora, sarà meglio per il buonumore di tutti cominciare questo girotondo social partendo dai sorrisi e dai sedicimila like del post pubblicato lunedì pomeriggio sul canale Instagram di Lercio

«Quirinale, il Pd lancia Giancarlo Magalli: era in classe con Draghi». Perché poi dalla boutade alla realtà il passo è stato davvero breve, tanto che dopo Magalli ci è mancato poco che qualcuno lanciasse nella mischia il nome di Pippo Baudo. Nella prima giornata di votazioni, intanto, l'Oscar del peggior post credo possa essere assegnato all'eurodeputata leghista Silvia Sardoni che sulla propria pagina Facebook pubblica con poco meno di diecimila reaction il proprio disappunto: «per la Sardina Santori l'Italia merita al Quirinale o la Cirinna o Luxuria.

Insomma sono questi i grandi nomi proposti dalla dalla sinistra del futuro».

Mentre, sempre lunedì 24 è Giorgia Meloni a far saltare il banco con oltre 29mila like solo su Facebook, grazie alla proposta di dare agli italiani «la possibilità di decidere il Capo dello Stato tramite il presidenzialismo». Martedì 25, tra i grandi elettori regna ancora sovrano un clima di spensieratezza, tipico degli scolari in gita fuoriporta, così Matteo Salvini si lancia in un selfie pop-Papete premiato dai fan di Instagram con 42mila like, in compagnia della Gobbato, deputata di Rivolta d'Adda in dolce attesa: «Claudia partecipa alla scelta del prossimo Presidente della Repubblica insieme al suo Alessandro che ha fretta di vedere il Mondo». 

A metà della settimana, invece, a sistemare la bussola per orientarsi nella confusione che inizia a dilagare e nella babele dei nomi, passando da Carlo Nordio a Guido Crosetto, da Pierferdinando Casini a Nino Di Matteo, è il deputato dem Matteo Orfini, che alle nove di mattina scrive: il «Presidente della Repubblica, non lo si elegge su Twitter o su Facebook e gli editorialisti dei giornali o i commentatori televisivi non sono grandi elettori». Orfini, però fa finta di dimenticare che oggi le piattaforme social sono i canali primari per parlare ai cittadini e ancor prima alle rispettive comunità politiche. Infatti, mercoledì pomeriggio è la volta di Giuseppe Conte a pubblicare un video di tre minuti sulla propria pagina che incassa in poche ore trentaduemila reaction assicurando che il Movimento voterà solo un candidato «super partes e autorevole», mentre Enrico Letta rinfaccia su Twitter totalizzando ottomila reaction - ai leader di centro-destra come la scelta di: «candidare la seconda carica dello Stato contro i propri alleati di governo sarebbe un'operazione assurda e incomprensibile, il modo per far saltare tutto». 

Video

Giovedì 27 continua l'impallinamento sui nomi, così salta subito Sabino Cassese messo «vicino alle valigie» assieme a Marcello Pera, Franco Frattini, Letizia Moratti, Andrea Riccardi e Paolo Maddalena. L'insofferenza cresce e contagia tutti, tanto che Matteo Renzi scrive in un post pubblicato giovedì sera su Facebook, che registra oltre 16mila reaction: «l'indecoroso show di chi ha scambiato l'elezione del Presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare». 

Il 28 è il Casellati day, un diverso giorno della memoria che sarà ricordato negli annali parlamentari per il martirio politico della Presidente del Senato, per la quale era sceso nuovamente in campo Silvio Berlusconi che venerdì mattina annuncia all'Italia, «il Centrodestra ha trovato l'accordo per il voto di questa mattina, su Elisabetta Casellati che da Presidente del Senato, Seconda Carica dello Stato, diventerebbe Prima Carica dello Stato», un post da oltre 32mila reaction. Siamo all'epilogo, a sabato 29 gennaio, con i kingmaker che hanno issato bandiera bianca e in processione penitenziale sono saliti al Colle per chiedere al presidente Sergio Mattarella di rinviare un trasloco chissà fino a che punto davvero pronto. Chiude Roberto Speranza che alle 12.40 di sabato posta su Facebook tre semplici parole: «una grandissima gioia» e l'hashtag #Mattarella, mettendo nel paniere delle reaction settemila like.

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