Pd, Minniti candidato alla segreteria: tra le firme anche sindaci di Forza Italia

Pd, Minniti candidato alla segreteria: tra le firme anche sindaci di Forza Italia
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 22 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 19:57
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«Lo sanno anche le pietre del Matese che sto con Forza Italia. Dal 94. E non mi sono mai mosso da lì», dice perentorio e orgoglioso Tonino Montone, sindaco di Castello Matese, un migliaio di abitanti nell'alto Casertano che si ritrova tra i 551 primi cittadini italiani che hanno firmato la candidatura di Marco Minniti alla segreteria nazionale del Pd. «Io non ci azzecco nulla con quel partito e non ho mai firmato nulla: lo apprendo ora da lei», aggiunge trasecolato. E se in Calabria alcuni sindaci democratici si sono ritrovati firmatari pro Minniti a loro insaputa, in Terra di Lavoro, si ritrovano fan dell'ex ministro dell'Interno addirittura alcuni primi cittadini di centrodestra. 
 
A Caserta, risultano, ben 17 sindaci firmatari dell'appello. Ma di questi, due si sono da tempo dimessi (quelli di Carinaro e Gricignano) mentre altri cinque sono lontanissimi dal Pd. Figuriamoci dalle competizioni interne per il congresso di marzo che dovrà scegliere il successore di Matteo Renzi. «Ci sarà stata qualche confusione perché io non sono, né sono mai stato del Pd», dice Andrea Sagliocco, primo cittadino di Trentola Ducenta. Ma ha firmato? «Io non ho mai sottoscritto o firmato nulla e per quanto noi siamo un'amministrazione civica con due esponenti democratici in giunta, non firmerei una cosa del genere. Anche perché io sono di area Fi, con il Pd non c'entro nulla», aggiunge esterrefatto. Ma come è possibile? «Forse qualcuno ha deciso di aderire come amministrazione Sagliocco mettendo - conclude - in mezzo me. Ma ripeto, io non ho firmato nulla e né c'entro nulla con il congresso Pd e i suoi sfidanti». Ma c'è anche chi ha firmato convinto solo di fare una semplice cortesia. E ora se ne pente. 

Vincenzo Caterino sulla poltrona più alta del Municipio di San Cipriano d'Aversa: sabato mattina firmava per Minniti, in serata veniva invece immortalato a una tavolata in Molise con i sindaci azzurri organizzata dall'europarlamentare Fi Aldo Patriciello per parlare di Europee. «Io sono un amministratore senza tessere di partito e guido una lista civica», dice Caterino. Ma lei era a una cena elettorale di Forza Italia: «Tutti amici, tutti amici». Ma allora perché ha firmato per la candidatura di Minniti alla guida del Pd? «Mi hanno chiesto una cortesia e io non mi sono sentita di rifiutarla. Ma l'ho fatto in maniera distante perché non sono del Pd e non c'entro nulla». Chi le ha chiesto di firmare? «Non posso dirlo ma ora che me lo dice, avverto di aver fatto una cosa senza essere avveduto». E quindi? «Lo so, in quell'elenco non dovrei esserci. Sbaglio io ad accordare piaceri....».

Senza contare i sindaci che non hanno e non hanno mai avuto la tessera del Pd. Un gran numero in Campania che, con ben 112 firme, è la regione che sponsorizza maggiormente in Italia l'ex dalemiano con il contributo di un big del partito come il governatore Vincenzo De Luca. 

«Non so nel resto d'Italia, ma in Campania, attraverso questa operazione gestita dai soliti capi corrente, operazione che certo non gioverà né al Pd, né a Minniti, si trasmette sempre lo stesso film, i cui registi mostrano di non aver ancora compreso  il senso della rivoluzione che ci ha travolti», attacca Camilla Sgambato, ex deputata casertana del Pd dell'area Orlando. «Un'operazione trasversale, che vede le firme di  sindaci di centro destra, o di civici che governano con Fratelli d'Italia e con la Lega, che alle europee ed alle politiche voteranno, come hanno sempre fatto, per la destra, oggi già a guida Salvini, ma che sentono - attacca - la chiamata alle armi del governatore De Luca e dei suoi consiglieri regionali, alcuni già transitati a destra, per decidere le sorti interne del Pd». 

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