Pensioni, Consulta dà il via al decreto Poletti: «Pensioni e tasso di inflazione,
la rivalutazione è solo parziale»

Pensioni, Consulta dà il via al decreto Poletti: «Pensioni e tasso di inflazione, la rivalutazione è solo parziale»
Mercoledì 25 Ottobre 2017, 13:43 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 10:59
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Via libera della Corte Costituzionale al decreto legge 65 con cui il governo Renzi aveva riformulato le regole sull'indicizzazione delle pensioni dopo la bocciatura effettuata sempre dalla Consulta dello stop imposto dall'esecutivo Monti all'adeguamento degli assegni oltre 3 volte il minimo per il periodo 2012-2013. La Consulta, infatti, si legge nella nota, «ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni, che ha inteso dare attuazione ai principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015».

La Corte, spiega ancora la nota, «ha ritenuto che, diversamente dalle disposizioni del «Salva Italia» annullate nel 2015 con tale sentenza la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica».

Se i ricorsi fossero stati accolti, lo Stato avrebbe dovuto ripristinare il pieno sistema di indicizzazione con un costo che per il periodo 2012-2015 era stato stimato dall'Ufficio parlamentare di Bilancio in 24 miliardi di euro. L'adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione è stato bloccato per il 2012-2013 dalla riforma Fornero per tutti gli assegni superiori a tre volte il minimo (1.500 euro lordi mensili).

Niente da fare per i pensionati che speravano di recuperare integralmente le somme non ottenute nel 2012 e 2013 per il blocco della rivalutazione degli assegni deciso dal governo Monti. La Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul decreto del 2015 con cui l'esecutivo di allora aveva disposto una restituzione parziale (a seguito proprio di una sentenza della Consulta) ha ritenuto che le norme di due anni fa realizzano «un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica». Insomma è stato incostituzionale bloccare del tutto la rivalutazione delle pensioni, ma è legittimo riconoscerne agli interessati solo una parte.

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