Renzi, nel mirino i finanziatori di Open:
blitz della Finanza alla Getra di Marcianise

Renzi, nel mirino i finanziatori di Open: blitz della Finanza alla Getra di Marcianise
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 27 Novembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 19 Marzo, 20:54
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Arrivano anche in Campania le verifiche sulle campagne elettorali di Matteo Renzi. Passano per Caserta e sono - con ogni probabilità - destinati ad approdare nel capoluogo partenopeo gli accertamenti sui finanziamenti alla Fondazione Open: il think tank usato dall'ex premier per gonfiare le vele del proprio consenso elettorale in vista del referendum del 2016 e indicato come longa manus del Pd a trazione renziana. È quanto emerge dal blitz della Finanza, che sta indagando sulla strategia dell'avvocato Alberto Bianchi (indagato per traffico d'influenze e finanziamento illecito ai pariti), come ex presidente della stessa Fondazione Open. Ma la giornata di ieri è stata scandita da decine di richieste di carte e informazioni, con i finanzieri che hanno bussato alle porte dei grandi finanziatori di Renzi. È così che la Procura di Creazzo ha bussato alle porte del gruppo Getra, azienda di Marcianise, leader internazionale nel campo dello sviluppo energetico, con la richiesta di acquisizioni di dati legati proprio alle sponsorizzazioni della Fondazione renziana.

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Nessuno degli esponenti del gruppo marcianisano è coinvolto penalmente nell'inchiesta fiorentina, come appare anche evidente dalla serenità mostrata ieri dai vertici aziendali - a partire dal presidente Marco Zigon - per il quale l'attività disposta ieri dalla Procura toscana rientra in un'attività di verifica ordinaria. Fra le acquisizioni di documenti scattate ieri, c'è anche quella compiuta nella sede romana del gruppo Garofalo Healt Care, società del settore della sanità privata. «È stata fatta un'acquisizione presso l'azienda di documentazione in relazione ad alcuni finanziamenti di importi modestissimi peraltro regolarmente dichiarati come previsto dalla legge - afferma il legale del gruppo, l'avvocato Alessandro Diddi - ovviamente non si tratta di un'acquisizione fatta nei confronti di persone indagate». Ed è in quest'ottica, che la Procura toscana potrebbe svolgere delle verifiche anche nei confronti di altri finanziatori napoletani, di altri «grandi elettori» che in questi anni hanno creduto nel progetto politico di Renzi. Lista alla mano, alcune verifiche potrebbero riguardare l'imprenditore Alfredo Romeo, per un finanziamento reso alla Fondazione in assoluta trasparenza. Stando a quanto si è appreso finora, fonti interne alla Romeo gestioni (ma anche fonti legali che assistono gli interessi dell'imprenditore napoletano) smentiscono l'ipotesi di una perquisizione nelle aziende partenopee dello stesso Romeo.

Stessa esigenza di verifica nei confronti della Moby dell'armatore Vincenzo Onorato (che non è coinvolto penalmente nell'inchiesta), che figura tra i donatori che hanno aderito alle sottoscrizioni del «pensatoio» creato da Matteo Renzi regolarmente iscritte a bilancio. Dal canto suo Onorato spiega al Mattino: «Credo e crederò sempre negli ideali sociali di Renzi ed ho sostenuto la sua fondazione con un contributo pubblico perché chiaro, visibile e trasparente. Sono anni che lotto per l'occupazione dei marittimi italiani».

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Un'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco con il pm Antonino Nastasi, i magistrati ipotizzano i reati di traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita e false comunicazioni sociali. Stando a quanto trapelato finora, il focus delle indagini riguarda il periodo antecedente alla campagna referendaria del dicembre del 2016 (persa dall'allora premier Pd Renzi), come emerge anche dai conti della stessa Fondazione Open: nel 2016 - l'anno del referendum, appunto - la Fondazione ha quadruplicato il bilancio, tanto che i contributi incassati sono passati da 487.635 euro a 1.9 milioni di euro, sempre sotto la gestione dell'avvocato Bianchi. Sono state 48 le persone giuridiche (parliamo di aziende e associazioni) che hanno firmato sottoscrizioni, oltre alcuni contributi (per cifre molto esigue) bollati come «non classificabili».

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