Russia senza opposizione: Zjuganov e Zhirinovskij assenti, l'anti-Putin è solo Navalnyj

Russia senza opposizione: Zjuganov e Zhirinovskij assenti, l'anti-Putin è solo Navalnyj
di Giuseppe D'Amato
Lunedì 28 Febbraio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 1 Marzo, 08:27
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Fiori e messaggi scritti, così Boris Nemtsov è stato commemorato sul Grande ponte sulla Moscova, davanti al Cremlino, nel settimo anniversario del suo omicidio. Diplomatici stranieri, militanti e gente comune si sono fermati pochi attimi per ricordare l'ex premier dei tempi di Eltsin, a lungo considerato il punto di riferimento delle composite opposizioni al presidente Putin. L'invito a tutti è stato di non sostare a lungo per non dare l'impressione che questa fosse una manifestazione e desse adito ad azioni repressive. Due anni fa, prima della pandemia, si tenne l'ultima dimostrazione autorizzata a Mosca - con la partecipazione di oltre centomila persone - e fu dedicata proprio a Nemtsov, che, prima di essere ucciso, aveva denunciato le operazioni in Donbass nel 2014 con un opuscolo Putin è guerra. 

Rispetto al 2015 o al 2020 la società russa oggi è atomizzata, ossia l'individuo è solo, e tutto quello che non appartiene al sistema è stato smontato, sostituito o cancellato.

Se qualche struttura o organizzazione non segue il mainstream o peggio ancora entra in rotta di collisione con qualche potente ha poche possibilità di sopravvivere. Nel giro di breve tempo vengono trovate violazioni, vere o presunte tali, alla legge e iniziano i primi problemi. È così per le Ong, per i movimenti politici, per i partiti. Le Organizzazioni non governative e i mass media, ma anche i giornalisti o i semplici blogger, in qualsiasi momento possono essere ora dichiarati agenti stranieri, quindi essere messi in condizione di non operare più. Memorial, famosa per le sue ricerche storiche sulla repressione in epoca sovietica, è stata appena chiusa. I momenti peggiori sono quelli delle proteste o quando la tensione è alta; nei restanti, la linea di rigore, in genere, si ammorbidisce, ma le autorità rimangono sempre vigili. 

Parlare di opposizione all'attuale Amministrazione al potere è difficile. Ne esistono più o meno tre: quella apparentemente tale ma invero collusa filo-governativa in Parlamento, quella liberale-riformista presente in rappresentanze locali o regionali, quella extra-parlamentare. Formalmente alla Duma, la Camera bassa, le opposizioni sono rappresentate dai comunisti del Pc e dagli ultranazionalisti di Ldpr, ma quando si vota per questioni di un certo peso il governo trova sempre o quasi il sostegno delle due compagini capitanate da Gennadij Zjuganov e Vladimir Zhirinovskij. La barriera di percentuale minima di voti da ottenere per entrare in Parlamento e le rigidissime regole per la registrazione delle liste dei candidati o dei partiti hanno determinato questa situazione insieme all'impossibilità di avere libero accesso ai mass media e all'occupazione di tivù e radio da parte di chi governa. I riformisti di Jabloko, i liberali e le forze del dissenso in generale riescono di solito, a mala pena, a far eleggere qualche loro rappresentante in provincia. Gli extra-parlamentari, invece, appartengono a numerosi movimenti della galassia anarchica, comunista, nazionalista, monarchica, socialista. C'è di tutto e di più. 

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Il principale avversario di Putin resta comunque il blogger, ora in prigione, Aleksej Navalnyj. Proprio questo avvocato moscovita ha organizzato le maggiori proteste di piazza negli ultimi anni; proprio lui ha pubblicato grazie al lavoro dei suoi colleghi inchieste giornalistiche di successo in cui sono emersi eventi corruttivi, grandi beni nascosti al Fisco e giri loschi di affari di ogni tipo. È proprio Navalnyj, nell'estate 2020 durante la campagna elettorale in Siberia, ad essere stato avvelenato con un agente nervino (ma le autorità non ne hanno trovata traccia) e solo per fortuna l'oppositore si è salvato dopo essere stato trasportato d'urgenza in una clinica specialistica a Berlino. Dopo la necessaria degenza Navalnyj è tornato in Patria ed è stato arrestato all'aeroporto Sheremetyevo nel gennaio 2021. Contro di lui, da un anno, non passa mese che non si tengono procedimenti giudiziari. Numerosi suoi sostenitori e collaboratori - tra cui uno dei suoi portavoce - sono stati costretti a riparare all'estero. Navalnyj, che è uno degli idoli dei giovani russi, è stato insignito del premio Sacharov dall'Europarlamento. Di recente grande popolarità ha ottenuto anche Dmitrij Muratov, direttore del foglio Novaja Gazeta la testata della Politkovskaja e dei tanti giornalisti uccisi in questi anni -, a cui in dicembre è andato il premio Nobel per la pace. La novità degli ultimi giorni post inizio della tragedia in Ucraina è semmai che numerose stelle della tivù, del cinema, dello spettacolo, del giornalismo e dello sport hanno reso pubbliche loro dichiarazioni contro la guerra. Migliaia di persone hanno firmato una petizione contro il conflitto. Appelli alla pace sono giunti da economisti e scienziati. In tanti sono scesi per le strade a protestare rischiando essere arrestati. Da tempo i giovani vogliono il cambiamento: sono stufi di vedere da più di 20 anni le stesse facce e sentire sempre gli stessi discorsi in una società, chiusa su sé stessa, iper-conservatrice e gestita da settantenni.

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