Fiori e messaggi scritti, così Boris Nemtsov è stato commemorato sul Grande ponte sulla Moscova, davanti al Cremlino, nel settimo anniversario del suo omicidio. Diplomatici stranieri, militanti e gente comune si sono fermati pochi attimi per ricordare l'ex premier dei tempi di Eltsin, a lungo considerato il punto di riferimento delle composite opposizioni al presidente Putin. L'invito a tutti è stato di non sostare a lungo per non dare l'impressione che questa fosse una manifestazione e desse adito ad azioni repressive. Due anni fa, prima della pandemia, si tenne l'ultima dimostrazione autorizzata a Mosca - con la partecipazione di oltre centomila persone - e fu dedicata proprio a Nemtsov, che, prima di essere ucciso, aveva denunciato le operazioni in Donbass nel 2014 con un opuscolo Putin è guerra.
Rispetto al 2015 o al 2020 la società russa oggi è atomizzata, ossia l'individuo è solo, e tutto quello che non appartiene al sistema è stato smontato, sostituito o cancellato.
Parlare di opposizione all'attuale Amministrazione al potere è difficile. Ne esistono più o meno tre: quella apparentemente tale ma invero collusa filo-governativa in Parlamento, quella liberale-riformista presente in rappresentanze locali o regionali, quella extra-parlamentare. Formalmente alla Duma, la Camera bassa, le opposizioni sono rappresentate dai comunisti del Pc e dagli ultranazionalisti di Ldpr, ma quando si vota per questioni di un certo peso il governo trova sempre o quasi il sostegno delle due compagini capitanate da Gennadij Zjuganov e Vladimir Zhirinovskij. La barriera di percentuale minima di voti da ottenere per entrare in Parlamento e le rigidissime regole per la registrazione delle liste dei candidati o dei partiti hanno determinato questa situazione insieme all'impossibilità di avere libero accesso ai mass media e all'occupazione di tivù e radio da parte di chi governa. I riformisti di Jabloko, i liberali e le forze del dissenso in generale riescono di solito, a mala pena, a far eleggere qualche loro rappresentante in provincia. Gli extra-parlamentari, invece, appartengono a numerosi movimenti della galassia anarchica, comunista, nazionalista, monarchica, socialista. C'è di tutto e di più.
Il principale avversario di Putin resta comunque il blogger, ora in prigione, Aleksej Navalnyj. Proprio questo avvocato moscovita ha organizzato le maggiori proteste di piazza negli ultimi anni; proprio lui ha pubblicato grazie al lavoro dei suoi colleghi inchieste giornalistiche di successo in cui sono emersi eventi corruttivi, grandi beni nascosti al Fisco e giri loschi di affari di ogni tipo. È proprio Navalnyj, nell'estate 2020 durante la campagna elettorale in Siberia, ad essere stato avvelenato con un agente nervino (ma le autorità non ne hanno trovata traccia) e solo per fortuna l'oppositore si è salvato dopo essere stato trasportato d'urgenza in una clinica specialistica a Berlino. Dopo la necessaria degenza Navalnyj è tornato in Patria ed è stato arrestato all'aeroporto Sheremetyevo nel gennaio 2021. Contro di lui, da un anno, non passa mese che non si tengono procedimenti giudiziari. Numerosi suoi sostenitori e collaboratori - tra cui uno dei suoi portavoce - sono stati costretti a riparare all'estero. Navalnyj, che è uno degli idoli dei giovani russi, è stato insignito del premio Sacharov dall'Europarlamento. Di recente grande popolarità ha ottenuto anche Dmitrij Muratov, direttore del foglio Novaja Gazeta la testata della Politkovskaja e dei tanti giornalisti uccisi in questi anni -, a cui in dicembre è andato il premio Nobel per la pace. La novità degli ultimi giorni post inizio della tragedia in Ucraina è semmai che numerose stelle della tivù, del cinema, dello spettacolo, del giornalismo e dello sport hanno reso pubbliche loro dichiarazioni contro la guerra. Migliaia di persone hanno firmato una petizione contro il conflitto. Appelli alla pace sono giunti da economisti e scienziati. In tanti sono scesi per le strade a protestare rischiando essere arrestati. Da tempo i giovani vogliono il cambiamento: sono stufi di vedere da più di 20 anni le stesse facce e sentire sempre gli stessi discorsi in una società, chiusa su sé stessa, iper-conservatrice e gestita da settantenni.