Squalo a Ostia, scattano le ricerche
Ressa per la foto ricordo/Foto

Il bagnino che ha avvistato lo squalo a Ostia indica quanto era lungo l'animale
Il bagnino che ha avvistato lo squalo a Ostia indica quanto era lungo l'animale
di Nino Cirillo
Giovedì 23 Agosto 2012, 10:16 - Ultimo agg. 16 Marzo, 00:45
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ROMA - L’unica forma di violenza che la letteratura scientifica attribuisce alla verdesca -o squalo blu, o Prionace glauca che dir si voglia- consiste in certi morsi che il maschio riserva alla femmina prima dell’accoppiamento. Va anche ghiotta di sgombri e di pesce azzurro, certo, però non attacca mai l’uomo. Anzi, lo teme.



Teme di finire in padella, magari spacciata per pesce spada da qualche pescivendolo poco scrupoloso. Ma hai voglia a dire... Hai voglia a restare impassibile quando ti si presenta un esemplare di un metro e mezzo abbondante, con quel suo pinnone dorsale fuori dell’acqua, come è accaduto ieri mattina a Ostia. Non a cento ma a dieci metri dalla riva, non ai trecento metri di profondità, che sono i suoi abissi preferiti, ma dove ancora si tocca, dove la signora Iole, il signor Alvaro e tutti i loro pupi stavano sguazzando in un tripudio di papere gonfiabili.



Vietato ogni riferimento a Spielberg. Questo film ha la faccia allegra e i modi spicci di un bagnino fin troppo sveglio, Massimo Fronteddu, responsabile della sicurezza dei bagnanti nello stabilimento della Marina militare, sulla spiaggia di Levante. E’ stato lui, intorno alle undici e mezza, a lanciare il fatidico «Attenti allo squalo». E il mare s’è svuotato d’incanto. Una gran ressa sulla battigia, ovviamente, per uno spettacolo che chissà mai quando verrà replicato: tutti a godersi le sconclusionate piroette di questo squalo dalle idee un po’ confuse, una verdesca che deve aver perso la bussola solo per fame, magari rincorrendo un banco di succulenti pesciolini. Il caldo no, quello non c’entra, perché di solito preferisce acque più fredde, anche fino a 9 gradi e comunque non superiori ai venti. Niente a che vedere con i 28 gradi che ribollivano ieri su tutto il litorale laziale.



E’ rimasta lì un quarto d’ora buono, tra i gridolini eccitati delle signore e i clic di mille cellulari. Poi la verdesca affamata di Ostia ha deciso di riprendere il largo ed è scomparsa. Nessuno sarebbe più riuscito a vederla per tutta la giornata. Inabissata. E anche la paura è durata poco, complice una delle giornate più calde di quest’estate: diciamo che all’ora di pranzo erano di nuovo tutti in acqua. Con buona pace della verdesca. Ci ha pensato la Guardia costiera, poi, a tranquillizzare definitivamente tutti.



Il comandante di Ostia, Adolfo Esposito, ha riunito il brillante Fronteddu e i suoi colleghi bagnini degli stabilimenti vicini a quello della Marina militare per ribadire un solo concetto: «Nessun pericolo». E infatti non è scattato nessun divieto di balneazione, neanche parziale. Della serie: cara verdesca, non fai proprio paura a nessuno, se non a tavola perché con sé porta sempre qualche rischio di intossicazione da mercurio. «L’evento è rarissimo» assicura comunque il biologo marino Carlo Froglia. Perché se la verdesca rimane «molto comune» nel Mediterraneo, essendo uno squalo che «preferisce i mari temperati», è anche vero che non si spinge mai così vicino alla riva.



Si scartabellano allora le cronache degli anni passati, anche con l’aiuto del comandante Esposito: «Una decina d’anni fa un’apparizione a Torvaianica, questa la ricordo, ma non a dieci metri dalla spiaggia. Eppoi altri squali blu avvistati sulle scia delle grandi navi che arrivano dal Canale di Suez e dal resto del Nord Africa, tutte dirette verso la piattaforma di Fiumicino. Ma stiamo parlando di almeno tre miglia dalla costa».



Eppure, Torvaianica e Ostia a parte, le ultime estati si son rivelate discretamente popolate di squali per le coste italiane. Non imprudenti e affamati come quello di Ostia, ma comunque ben decisi a farsi vedere. Il 3 luglio scorso ad Acireale, a tre miglia dalla costa, s’è presentato uno squalo non meglio specificato, mentre l’11 luglio a Costa Rei, in Sardegna, un esemplare di verdesca s’è avvicinato troppo a un fotografo subacqueo e ci ha rimesso le pinne, ucciso così, nella paura e nella concitazione. Poi, andando a ritroso: nel luglio di un anno fa uno squalo bianco al largo dell’isola di Capraia, una femmina di quattro anni; nel settembre di due anni fa un altro piccolo squalo bianco nel Canale di Sicilia; nel febbraio dello stesso anno uno squalo elefante di otto metri, alla Maddalena, e altri due esemplari al largo di Tavolara.



La verdesca di Ostia - che prima di queste roventi estati preferiva quasi esclusivamente l’Adriatico - è in buona compagnia, insomma. E comunque se dovesse fare proprio la sfacciata e ripresentarsi, segnatevi questo numero: 1530, pronto intervento della Guardia costiera.
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