Ucraina-Russia, intervista a Giampiero Massolo: «Putin tratterà solo quando dal terreno non potrà avere altro»

Ucraina-Russia, intervista a Giampiero Massolo: «Putin tratterà solo quando dal terreno non potrà avere altro»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 27 Marzo 2022, 12:00 - Ultimo agg. 28 Marzo, 08:16
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Con Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, diplomatico di lungo corso e a capo dell'intelligence italiana dal 2012 al 2016, analizziamo il conflitto Russia-Ucraina sul fronte della diplomazia internazionale.

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Presidente, il ministero della difesa russo ha annunciato l'altro giorno che l'obiettivo ora è solo il Donbas. È un primo passo verso un trattato di pace?
«Vedremo nei prossimi giorni se il ridimensionamento degli obiettivi è reale. Lo hanno detto appena venerdì, ne prendiamo atto, ma dobbiamo andarci cauti».

Cosa non la convince?
«Tutto è condizionato dalla situazione sul terreno.

Per Putin le cose non sono andate e non stanno andando come si sarebbe aspettato, fino ad arrivare alla situazione attuale di stallo sul terreno. Resta il fatto che i russi sono ancora convinti di poter fare passi avanti, e dall'altra parte gli ucraini convinti di poter avere molta forza per difendere i loro territori. Al di là dell'annuncio, che ripeto andrebbe rivalutato tra qualche giorno e non a caldo, russi e ucraini sono ancora fermi sulle loro posizioni, i primi conquistare e i secondi difendere. Quindi le priorità del Cremlino potrebbero essere altre».

E quali sarebbe secondo lei?
«Putin credeva di poter conquistare le città principali, cambiare il governo a Kiev velocemente, venendo a cadere questo obiettivo fondamentale per lui, è ragionevole quindi che voglia concentrarsi sulle priorità che sono quelle di consolidare quello che sul terreno ha già guadagnato: rendere permanente l'annessione della Crimea e darle continuità territoriale verso Est, cioè verso il Donbas e quindi fondamentale è la conquista di Mariupol che gli consente di unire questi due territori, obiettivo che si è rivelato ostico; e anche occupare i territori a Ovest, per unire la Crimea alla Transnistria, anche in questo caso obiettivo non facile, perché si passa da Odessa che difficilmente sarà conquistabile. Inoltre l'idea è di consolidare quanto da lui già conquistato a Est e Sud Est, quindi tutta la zona del Donbas, non solo le due repubbliche che ha riconosciuto solo lui e sono 1/3 della regione, ma tutta la Regione, che sebbene sia a maggioranza russa non ha impedito di non salutare i russi come liberatori. Quindi questi progetti diventano prioritari. Altresì resta l'idea russa di intrappolare le truppe ucraine attualmente in questi territori, per realizzare altro obiettivo per loro fondamentale ossia smilitarizzazione l'Ucraina, connessa al nodo della neutralità del Paese».

Obiettivi ambiziosi per far partire una trattativa...
«È chiaro che la trattativa potrà avvenire solo quando la situazione sul terreno sarà chiara, quando le parti non potranno avere di più. Insomma, quando Putin capirà che non può guadagnare oltre, e gli ucraini che dovranno fermarsi. Prima è impossibile, non facciamoci illusioni».

Mariupol ha un peso in questa decisione?
«In queste ore, anche l'Ucraina riconosce che una forma di continuità territoriale i russi l'hanno ottenuta. Ma Mariupol, almeno da quello che dice sindaco, è una città che non esiste più. Quindi non condizionerei la caduta di un solo avamposto all'avvio di trattative significative e per arrivare a parlarsi».

Secondo lei quale punto potrebbe essere il più complesso nelle trattative?
«Tutto il negoziato è molto complesso, ma in particolare ciò che comprende lo status di neutralità dell'Ucraina e le modalità per garantirlo. Il destino dei territori di cui si è impadronito con la forza e illegalmente oggi, così come la Crimea e le due repubbliche del Donbas, va comunque valutato in funzione delle minoranze, dei russi da una parte e degli ucraini dall'altra. È intuitivo capire che non sarà cosa facile mantenere la pace anche per la resistenza ucraina, che non resterebbe a guardare. Così come il disarmo dell'Ucraina, che dovrà essere un Paese neutrale senza forze armate. Cioè elementi di negoziato estremamente complessi. Cioé è una situazione che non si risolve dall'oggi al domani anche se le parti si siederanno a un tavolo».

Quale sarà l'evoluzione di questo conflitto?
«Gli sviluppi di cui ho parlato a mio avviso saranno lenti e vivremo una importante crisi geopolitica nel cuore dell'Europa da cui dipende il futuro ordine, e lo sarà per molto tempo». 

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