Il paradosso è servito: l’estate del 2021, con i vaccini, il Green pass, le zone bianche, le isole Covid free, i locali aperti e le feste di piazza, disegna un quadro peggiore - numeri alla mano - rispetto a quella di un anno fa.
Lo dicono le cifre nel raffronto parallelo tra i medesimi periodi dell’anno e, purtroppo, lo confermano anche le previsioni relative alla velocità di diffusione della variante Delta, la «variabile diabolica» che ha sovvertito i pronostici dei più ottimisti. Insomma, rispetto alla stessa data di un anno fa, aumenta il computo complessivo dei malati di Covid in Italia (58.866 il valore fatto segnare ieri contro i 12.322 dello stesso giorno del 2020) ma, soprattutto, è in vertiginosa crescita l’incremento giornaliero dei nuovi contagi: 5.057 ieri contro gli appena 282 di un anno fa.
«Un netto incremento settimanale - osserva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - verosimilmente sottostimato da un’attività di testing insufficiente e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso ora più difficile dall’aumento dei positivi.
Un anno fa l’estate italiana prendeva lentamente il largo dopo un durissimo lockdown durato da marzo a giugno con graduali riaperture di attività economiche e commerciali, l’abbandono dell’odiata mascherina (obbligo solo al chiuso e senza possibilità di distanziamento) e l’illusione che il caldo e l’aria aperta potessero assestare il colpo di grazia al virus. Tanto, poi, sarebbe arrivato il vaccino. Insomma, liberi tutti: discoteche aperte, cene al ristorante, parchi e musei open space, il campionato di calcio ripreso (ma senza pubblico) e i virologi che in televisione sdottrineggiavano sulla fantomatica data del «contagio zero», prevista da lì a qualche settimana. Invece già a inizio agosto il Sars-Cov 2 fece capire di che pasta è fatto: il trend in discesa si arrestò, i contagi ripresero gradatamente a salire, il governo Conte 2 decise di correre ai ripari varando due provvedimenti in serie, il 7 e il 16 agosto, con i quali venivano ripristinate alcune misure di contenimento: reintrodotto l’obbligo della mascherina (anche all’aperto) a partire dalle 18 fino alle 6 del giorno successivo e chiusura, senza deroghe, di discoteche e altri locali da ballo.
L’estate poteva considerarsi archiviata, poi sarebbero arrivate la seconda ondata e anche la terza. Quest’anno invece la bella stagione - causa variante Delta - rischia di coincidere con la possibile quarta ondata. Eppure alle 17.42 di ieri 28.718.571 italiani (il 48,5% della popolazione vaccinabile, cioè dai 12 anni in su) risulta immunizzato e 34.796.256 (il 58,7% della popolazione) ha ricevuto almeno una dose. L’incremento dei nuovi contagi appare inesorabile ma - ed è questo l’unico dato, assai positivo, in linea con l’anno scorso - si mantiene ancora basso il computo dei ricoveri ospedalieri e di quelli in terapia intensiva. Un anno fa, alla data del 22 luglio, i ricoverati con sintomi Covid erano 724, quelli in terapia intensiva 48 contro, rispettivamente, i 1234 e i 158 di ieri. Segno evidente che la diffusione della variante Delta dal punto di vista clinico appare prevalentemente sintomatica o paucisintomatica e che la copertura vaccinale conferma la sua rassicurante efficacia visto che la maggior parte dei ricoveri riguarda soggetti non coperti da vaccinazione.
Decisamente sfavorevole - anno su anno - il confronto 2021-2020 per la Campania. Un anno fa il 22 luglio i positivi erano appena 315, i ricoverati con sintomi 29, un solo paziente in terapia intensiva. Ieri tutt’altra musica: 7.713 positivi (il peggior risultato in Italia dopo il Veneto) e un incremento di 352 casi contro i 19 di un anno fa. Riavvolgiamo tutto di dodici mesi?