Covid Italia, in salita contagi e restrizioni: quest’estate peggio di quella 2020

Covid Italia, in salita contagi e restrizioni: quest’estate peggio di quella 2020
di Lorenzo Calò
Venerdì 23 Luglio 2021, 00:12 - Ultimo agg. 24 Marzo, 12:48
4 Minuti di Lettura

Il paradosso è servito: l’estate del 2021, con i vaccini, il Green pass, le zone bianche, le isole Covid free, i locali aperti e le feste di piazza, disegna un quadro peggiore - numeri alla mano - rispetto a quella di un anno fa.

Lo dicono le cifre nel raffronto parallelo tra i medesimi periodi dell’anno e, purtroppo, lo confermano anche le previsioni relative alla velocità di diffusione della variante Delta, la «variabile diabolica» che ha sovvertito i pronostici dei più ottimisti. Insomma, rispetto alla stessa data di un anno fa, aumenta il computo complessivo dei malati di Covid in Italia (58.866 il valore fatto segnare ieri contro i 12.322 dello stesso giorno del 2020) ma, soprattutto, è in vertiginosa crescita l’incremento giornaliero dei nuovi contagi: 5.057 ieri contro gli appena 282 di un anno fa.

«Un netto incremento settimanale - osserva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - verosimilmente sottostimato da un’attività di testing insufficiente e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso ora più difficile dall’aumento dei positivi.

Inoltre, nella settimana 14-20 luglio in tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla precedente e sono ben 51 le Province in cui negli ultimi 14 giorni si rileva un incremento settimanale dei nuovi casi superiore al 20% e che negli ultimi sette giorni registrano un valore assoluto di almeno 50 nuovi casi. Continuano a scendere invece i decessi, 76 nell’ultima settimana, con una media di 11 al giorno rispetto ai 15 della settimana». 

Video

Un anno fa l’estate italiana prendeva lentamente il largo dopo un durissimo lockdown durato da marzo a giugno con graduali riaperture di attività economiche e commerciali, l’abbandono dell’odiata mascherina (obbligo solo al chiuso e senza possibilità di distanziamento) e l’illusione che il caldo e l’aria aperta potessero assestare il colpo di grazia al virus. Tanto, poi, sarebbe arrivato il vaccino. Insomma, liberi tutti: discoteche aperte, cene al ristorante, parchi e musei open space, il campionato di calcio ripreso (ma senza pubblico) e i virologi che in televisione sdottrineggiavano sulla fantomatica data del «contagio zero», prevista da lì a qualche settimana. Invece già a inizio agosto il Sars-Cov 2 fece capire di che pasta è fatto: il trend in discesa si arrestò, i contagi ripresero gradatamente a salire, il governo Conte 2 decise di correre ai ripari varando due provvedimenti in serie, il 7 e il 16 agosto, con i quali venivano ripristinate alcune misure di contenimento: reintrodotto l’obbligo della mascherina (anche all’aperto) a partire dalle 18 fino alle 6 del giorno successivo e chiusura, senza deroghe, di discoteche e altri locali da ballo. 

L’estate poteva considerarsi archiviata, poi sarebbero arrivate la seconda ondata e anche la terza. Quest’anno invece la bella stagione - causa variante Delta - rischia di coincidere con la possibile quarta ondata. Eppure alle 17.42 di ieri 28.718.571 italiani (il 48,5% della popolazione vaccinabile, cioè dai 12 anni in su) risulta immunizzato e 34.796.256 (il 58,7% della popolazione) ha ricevuto almeno una dose. L’incremento dei nuovi contagi appare inesorabile ma - ed è questo l’unico dato, assai positivo, in linea con l’anno scorso - si mantiene ancora basso il computo dei ricoveri ospedalieri e di quelli in terapia intensiva. Un anno fa, alla data del 22 luglio, i ricoverati con sintomi Covid erano 724, quelli in terapia intensiva 48 contro, rispettivamente, i 1234 e i 158 di ieri. Segno evidente che la diffusione della variante Delta dal punto di vista clinico appare prevalentemente sintomatica o paucisintomatica e che la copertura vaccinale conferma la sua rassicurante efficacia visto che la maggior parte dei ricoveri riguarda soggetti non coperti da vaccinazione.

Decisamente sfavorevole - anno su anno - il confronto 2021-2020 per la Campania. Un anno fa il 22 luglio i positivi erano appena 315, i ricoverati con sintomi 29, un solo paziente in terapia intensiva. Ieri tutt’altra musica: 7.713 positivi (il peggior risultato in Italia dopo il Veneto) e un incremento di 352 casi contro i 19 di un anno fa. Riavvolgiamo tutto di dodici mesi? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA