Registrato a Gorizia nelle scorse ore un primo caso di "febbre del topo" nell'uomo, causata da Hantavirus. L'infezione sarebbe arrivata dalla Slovenia, dove i casi segnalati sono oltre 200 (come riporta il quotidiano Primorski Dnevnik), paese da cui proviene l'uomo contagiato. Il cittadino sloveno, che vive al confine con il Friuli Venezia Giulia si sarebbe presentato pochi giorni fa al Pronto soccorso locale con una sintomatologia legata alla specifica infezione.
Febbre del topo, come avviene il contagio
La febbre del topo, cioè l'infezione da hantavirus, viene trasmessa all'uomo in una percentuale fino al 10% dei casi di morso. Nelle altre percentuali la contaminazione avviene attraverso le feci e le urine dei piccoli roditori. L'uomo può contagiarsi attraverso l'inalazione degli escrementi oppure toccando il terreno dove essi sono posti.
La diagnosi
L'unico modo per avere una diagnosi certa è fare un esame colturale. Le due forme di solito possono essere differenziate clinicamente in: sito del morso (se presente nella febbre streptobacillare, in genere guarisce rapidamente, con una minima infiammazione residua e senza significativa linfoadenopatia regionale, mentre il sito del morso nella febbre spirillare da morso di ratto persiste, diventa indurito e può ulcerare, con associata linfoadenopatia regionale); articolazioni (nella febbre streptobacillare da morso di ratto è frequente la poliartralgia migrante e, in alcuni pazienti, si verifica l'artrite settica delle grandi articolazioni, mentre nella febbre spirillare da morso di ratto le manifestazioni articolari sono rare) infine nella pelle (l'eruzione nella febbre streptobacillare da morso di ratto è maculopapulare, petecchiale o purpurica, e le vescicole emorragiche che possono svilupparsi sulle estremità periferiche, specialmente le mani e i piedi, sono molto dolenti alla palpazione. L'eruzione cutanea nella febbre spirillare da morso di ratto è rappresentata da macule rosso-brunastre con orticaria occasionale).
Sintomi e cura
L’infezione dura solitamente da due a quattro settimane e si manifesta con febbre alta, brividi, mal di testa, forti dolori al fiano e all’addome, dolore ai bulbi oculari, congiuntivite, rossore al viso. Nonostante la semplicità del trattamento della malattia, la “febbre del topo” non va trascurata in quanto può portare a gravi complicazioni come la nefropatia epidemica, emorragie e sindromi polmonari simili a quelle del Covid-19. Non esiste un vaccino. Penicillina o doxiciclina sono i medicinali da usare per un periodo che varia dai 7 ai 10 giorni per il trattamento della febbre del topo.
Come prevenire il contagio
Per prevenire il contagio il consiglio è sicuramente quello di lavarsi bene e frequentemente le mani e non sedersi per terra nelle zone colpite da questo virus e indossare una mascherina se si stanno pulendo aree contaminate, facendo particolare attenzione a non disperdere aerosol. Questo quanto scritto nella scheda del ministero della Salute.
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