Zanzara della malaria e sintomi, l'infettivologa: «Se un paziente presenta una febbre senza causa conosciuta, bisogna allertarsi»

La specie rintracciata nel Leccese: «Proliferano con le alte temperature»

A mosquito, that is silhouetted against the moon,bites a human arm
A mosquito, that is silhouetted against the moon,bites a human arm
di Francesca Pierantozzi
Domenica 28 Aprile 2024, 06:05 - Ultimo agg. 29 Aprile, 05:57
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È tornata l’Anopheles Sacharovi in Italia, conosciuta per lo più per essere la zanzara che “trasporta” la malaria. Ed è stata rintracciata per la precisione sulla costa adriatica nella provincie di Lecce. La notizia è stata data il 10 aprile da “Parasite & Vectors”, pubblicazione di parassitologia del BMC, Biomed Central. E non è una bellissima notizia, anche se non prefigura nemmeno catastrofi sanitarie: l’Anopheles Sacharovi mancava infatti dal nostro paese da almeno 50 anni. Gli autori dello studio non hanno dubbi: su 11 aree ispezionate tra San Cataldo, località in provincia di Lecce, e il nord di Otranto, sei sono risultate positive alla presenza di Anopheles. Da una cartina allegata allo studio, si nota che le zanzare in questione (allo stadio di larva, pupa e adulto) sono state localizzate nella zona litoranea, in territori caratterizzati da presenza di specchi d’acqua, ristagni e alto tasso di umidità. L’aumento delle temperature avrebbe reso i luoghi di nuovo un paradiso per questi vettori della malattia, da cui l’Italia è stata dichiarata ufficialmente libera nel 1970.

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«NESSUN ALLARME»

Ma niente paura: non stiamo tornando nella situazione endemica del ‘900, quando si contavano in Italia più di 2 milioni di casi e circa 10 mila morti l’anno. «La notizia che siano state individuate delle zanzare anofele non stupisce - spiega Angela Corpolongo dirigente medico della IV Divisione di Malattie infettive e tropicali allo Spallanzani - Il piano nazionale di sorveglianza delle malattie trasmesse dai vettori prevede proprio di sorvegliare le specie di zanzare presenti sul territorio nazionale suscettibili di essere vettori di malattie, che siano dengue, chikungunya o appunto la malaria».

Non bisogna nemmeno pensare che l’Italia sia dal 1970 un paese totalmente malaria-free. I casi di «malaria importata», ovvero contratti in paesi in cui la malattia resta endemica, sono in media 700 l’anno. Pochissimi, ma comunque non ridotti a zero, sono anche i casi di malaria autoctona, ovvero totalmente made in Italy, contratti in Italia da puntura di zanzara in Italia. Sette si verificarono tra il 2011 e il 2015. «In tutta Europa - spiega ancora la dottoressa Corpolongo - esiste prevalentemente malaria da importazione. La presenza dell’anofele in Italia non basta da sola a far temere la reintroduzione della malaria: «perché una zanzara diventi vettore, deve prima entrare in contatto e pungere una persona a sua volta portatrice di gametociti e quindi malata».

IL MONITORAGGIO

L’anofele in Puglia conferma che la guardia non va comunque abbassata e che al contrario, la sorveglianza va aumentata. «Questa nota comporta la necessità di alzare il livello di attenzione sulla profilassi: se un paziente presenta una febbre senza causa conosciuta, mi allerterò comunque, anche se non ha fatto viaggi in zona endemica, perché in Italia è stato identificato un vettore. Mentre per i cittadini significa, non tanto banalmente: alziamo il livello di attenzione alla lotta contro le zanzare, che sia con le zanzariere, oppure con l’evitare i ristagni di acqua per esempio nei sottovasi…». Da sottolineare che lo Spallanzani è già attrezzato ad un livello superiore di sorveglianza, con l’ambulatorio ad accesso diretto e privilegiato, presso il quale il paziente con sintomatologia febbrile sospetta può accedere direttamente alla visita medica senza appuntamento. I casi di malaria sono comunque in aumento a livello planetario. «Secondo le ultime cifre dell’Oms, nel 2022 si sono contati circa 250 milioni di casi di malaria al mondo, ovvero 5 milioni in più rispetto al 2021. Nello stesso anno ben 34 nazioni hanno riportato meno di mille casi all’anno. Anche considerando che la pandemia aveva provocato una battuta d’arresto dei contagi, soprattutto a causa dello stop ai viaggi, la tendenza generale è di aumento dei casi - spiega ancora la dottoressa - Anche in Italia i casi di malaria importata sono in aumento». Proprio per questo è importante e saggio «prima di recarsi in zona endemica, fare una consulenza presso un centro di medicina dei viaggi», come quello attivo allo Spallanzani. Domenico Otranto, ordinario di Malattie Parassitarie presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università «Aldo Moro» di Bari e presidente della Società Mondiale di Parassitologia, ha spiegato che alla base del ritorno dell’anopheles in Italia «di certo vi possono essere i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta. Non si tratta in maniera esclusiva di cause legate all’alzarsi delle temperature, ma anche alla modifica degli habitat e dei micro habitat all’interno dei quali possono proliferare queste zanzare».

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