Bimbo annegato nel canale, la mamma: «Sono distrutta, ma nessuno dica che il mio bimbo voleva uccidersi»

Bimbo annegato nel canale, la mamma: «Sono distrutta, ma nessuno dica che il mio bimbo voleva uccidersi»
di Mirko Polisano
Mercoledì 5 Ottobre 2016, 10:02 - Ultimo agg. 10:10
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«Mio figlio non si è ammazzato». Mamma Simona non vuole più sentir parlare di suicidio per il suo piccolo Ale, annegato a 11 anni nel canale di scolo davanti casa dei nonni. Simona Righetti è barricata nel suo appartamento, immerso nella campagna sterminata di Maccarese. C'è una volante della polizia che vigila l'edificio. Una donna che ha portato avanti da sola la sua famiglia, fatta da lei e da suo figlio Alessandro che la vita le ha strappato via troppo presto.
Come si sente?
«Sono distrutta dal dolore. Non capisco come possa essere accaduto tutto questo».
Si dice che Alessandro sia andato di proposito in quel canale per dire basta alle sue sofferenze. Può essere vero?
«Non mi nomini quella parola, per favore. Alessandro aveva 11 anni. Ma stiamo scherzando veramente? Un bambino sorridente e amato da tutti».

Che bambino era Alessandro?
«Sensibile e intelligente. Il meglio che una mamma possa volere. Era sempre allegro e vivace».

In che rapporti era con il padre di Alessandro?
«Io vivevo con mio figlio. Eravamo solo io e lui. Era la mia famiglia. Adesso che non c'è più e non so come poter andare avanti».

Lei ha precedenti di droga?
«Assolutamente no. Stamattina ho chiamato anche in polizia. Sono state dette tante assurdità. Voci che girano incontrollate».

Come è finito Alessandro in quel canale. Ha fatto tutto da solo oppure è stato portato lì da qualcuno?
«Non posso escludere nulla di quello che è successo quel pomeriggio. Mi auguro che la polizia e la magistratura facciano presto luce sulla vicenda. Io posso dire che Alessandro era unico e io sono una brava mamma, mi creda».

Possibile che sia stato un amichetto o qualcun altro a convincerlo a salire lungo il canale?
«Alessandro giocava in cortile. Da lì non usciva e non attraversava nemmeno la strada. Ma tutto può essere successo. Purtroppo è stato un incidente»

C'è stato anche un monitoraggio dei servizi sociali. Perché?
«Alessandro era seguito con attenzione. Da sempre. Ha avuto qualche difficoltà che con il tempo è stata superata. Lo scenario non è quello che è stato descritto finora».

Le circostanze della morte di Alessandro sono ancora tutte da chiarire. Lei che idea si è fatta?
«Il posto dove è accaduta la tragedia è un luogo pericoloso. È vero che l'incidente può capitare a chiunque in ogni momento ma è anche vero che in quei canali nemmeno un mese fa era morta un'altra persona. Un episodio che fa pensare che forse gli argini non sono poi così protetti. E a pochi passi da dove è stato ritrovato Alessandro c'è anche un asilo».

Sta pensando a chiedere un risarcimento a chi si occupa della manutenzione del canale?
«Adesso non penso a questo. Sono distrutta e non so come andare avanti».

Alessandro era figlio unico?
«Era la gioia di casa», racconta la madre prima di rientrare nella sua abitazione.
Ale, come lo chiamavano in famiglia, correva avanti e indietro per i corridoi di casa. La sua vita era tutta per mamma Simona che lo accompagnava la mattina presto a scuola e poi andava a lavorare cercando di non fargli mai mancare nulla. Lo riempiva di giochi e assecondava le sue passioni: il calcio, Totti e la Roma. Una vita spezzata a 11 anni, troppo in fretta. Un dramma che una mamma non dovrebbe mai provare. Un dolore enorme che si può soltanto tentare di immaginare.