Fregene, morti 15 daini nell’area protetta. Dall’attacco dei lupi all’avvelenamento, è giallo

Le carcasse degli animali sono state trovate in un campo agricolo vicino all’Oasi del Wwf

Fregene, morti 15 daini nell’area protetta. Dall’attacco dei lupi all’avvelenamento, è giallo
Fregene, morti 15 daini nell’area protetta. Dall’attacco dei lupi all’avvelenamento, è giallo
di Fabrizio Monaco
Giovedì 10 Agosto 2023, 22:35 - Ultimo agg. 22:36
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Ormai è un giallo. I daini continuano a morire nel campo agricolo tra via della Veneziana e l’Oasi di Macchiagrande del Wwf. Erano cinque le carcasse portate via a fine luglio, ora siamo arrivati a una quindicina di esemplari. Un cimitero dei daini. Un mistero queste morti perché se in un primo momento si era pensato ai lupi, presenti da tempo nell’area tra Maccarese e Fregene con una colonia di almeno sei esemplari, l’analisi delle ferite sui corpi non convince gli specialisti. «Il lupo attacca alla gola del daino – spiegano al Wwf – in alcuni casi sono stati mangiati da dietro. E in altri non presentano nemmeno segni evidenti di sbranamento».

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LE IPOTESI

Diverse le ipotesi che si fanno, non si esclude un possibile avvelenamento, magari la presenza di qualche tossina nell’acqua, in qualche pianta o addirittura una specie di epidemia.

Di sicuro i daini sono diventati tantissimi, da un piccolo insediamento di qualche esemplare all’interno di un recinto, a centinaia ormai presenti ovunque, persino in riva al mare. «La presenza del daino dal periodo della pandemia ha visto un sensibile incremento nell’area – spiega Andrea Rinelli, direttore oasi Wwf del litorale romano – La caccia da parte dei lupi avviene ormai da due anni in maniera continuativa anche dentro le due Oasi di Macchiagrande e quella Bosco Foce dell’Arrone, dietro al Villaggio dei Pescatori. La morte recente e simultanea di alcuni esemplari in un’area agricola ben definita fa pensare a una causa differente da quella naturale e ancora tutta da definire». Esemplari adulti e anche cuccioli, in alcuni casi lo sbranamento è evidente, specie in quelli più piccoli. Gli ultimi esemplari morti a fine luglio sono stati prelevati dai veterinari della Asl Roma 3 in tempo per poter eseguire l’esame tossicologico e capire quale sia la causa di queste morti improvvise. In alcuni casi è stata notata la presenza di sangue fuoriuscito dal naso senza tracce di traumi. Dai primi risultati arrivati alla Asl non ci sarebbero segni di avvelenamento, almeno da pesticidi o altro. Il prelevamento degli organi interni permetterà una valutazione più specifica e una ricerca mirata su sostanze specifiche. È stata fatta anche l’ipotesi che a provocare la morte potrebbe essere stata la quantità rilevante di patate ingerite rimaste sotto alla sabbia e coltivate di recente su quel campo.

«La buccia delle patate contiene la solanina – spiegano i veterinari della Asl – ingerita può provocare alterazioni nervose, sonnolenza, emolisi e irritazione della mucosa gastrica. Se assunta in dosi particolarmente elevate può addirittura risultare mortale». Anche questa è una pista su cui si lavora, i daini anche se non fossero morti con la solanina potrebbero essere molto più rallentati e quindi prede più facili per i predatori. Sono stati prelevati dai campi diversi campioni anche di patate per non escludere nessuna ipotesi. Altro elemento che complica le cose è l’avvistamento, fatto direttamente dai veterinari della Asl, di due cani neri nella zona, uno di grandi dimensioni, che rincorrevano i daini. «Uno era sicuramente un Labrador nero – spiega il responsabile del servizio veterinario – stavo venendo al mattino per analizzare un daino morto e l’ho visto inseguire in fondo al campo un giovane esemplare che è scappato nel bosco». I cani neri sono stati notati anche dalla società che esegue il prelievo delle carcasse dei daini per lo smaltimento: «Avevano entrambi i collari – dicono – uno era un Labrador e l’altro un Breton». Secondo gli esperti anche i cani, specie se il daino è indebolito dalla solanina, potrebbero provocarne la morte attaccandoli al collo, proprio come i lupi. Un mistero difficile da risolvere anche per un altro motivo, nella colonia dei lupi ci potrebbero essere degli esemplari ibridi, incroci nati anche con cani selvatici, in questo caso le modalità di attacco cambiano e potrebbero essere compatibile con alcuni di questi casi. Ma qualsiasi ipotesi resta sul tavolo. 

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