Arresti revocati all'ex colonnello,
il re dei supermercati torna libero

Arresti revocati all'ex colonnello, il re dei supermercati torna libero
di Nicola Sorrentino
Giovedì 7 Marzo 2019, 06:05 - Ultimo agg. 06:41
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L’ex colonnello dell’esercito ed imprenditore nella gestione di supermercati Giuseppe D’Auria torna in libertà. Ieri il gip Gustavo Danise gli ha revocato la misura degli arresti domiciliari, dietro istanza presentata dal legale Tiziano Tizzano. La procura aveva dato parere negativo. «È venuta meno - spiega il giudice nel provvedimento - la possibilità di reiterazione dei reati». Il motivo è legato alla cessione dei rami di azienda, presso i quali si sono verificati i fatti diventati oggetto di un’inchiesta appena conclusa dalla procura. Giuseppe D’Auria è indagato per estorsione aggravata verso 34 dipendenti che lavorano e lavoravano nei suoi supermercati. Per lui resta l’impossibilità di svolgere attività commerciale per sei mesi. Secondo il giudice, in ragione di ciò, non potrà più condizionare, direttamente o per mezzo di altri, le scelte imprenditoriali e l’attività dei singoli dipendenti.

Sono sei in totale le persone indagate nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Angelo Rubano. Gli altri cinque coinvolti sono quelli che, per volere di D’Auria, gestivano alcuni dei punti vendita finiti poi nell’inchiesta condotta dalla sezione p.g. della guardia di finanza e dai carabinieri di Nocera Superiore. L’ex colonnello dell’esercito risponde di estorsione aggravata verso oltre trenta dipendenti, che avrebbero lavorato in un clima «di intimidazione e costrizione», con contratti «illegittimi» dai quali il 69enne avrebbe sottratto crediti maturati per ogni singola potenziale vittima, senza mai corrisponderli. I dipendenti che furono sentiti in fase d’indagine riferirono di condizioni di lavoro «disumane», di rimproveri, offese, mortificazioni, denaro trattenuto sulle buste paga e minacce di licenziamento. Tra le tante accuse mosse dalla procura anche quella di violenza sessuale, contestata ad un dipendente che avrebbe molestato una collega, pur di spingerla a licenziarsi e ad abbandonare il lavoro. 
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