Adesso è ufficiale: Matteo Picardi è il nuovo direttore generale del Comune di Salerno. L'incarico, come previsto dal Regolamento di organizzazione degli Uffici e dei Servizi, è attribuito intuitu personae dal sindaco. Il primo cittadino, Enzo Napoli, lo ha nominato con decreto sindacale l'8 novembre. Ma solo ieri è stata pubblicata la delibera di giunta che prende atto della nomina e stabilisce il trattamento economico relativo all'incarico. Picardi avrà un contratto part time al 50% con il Comune di Salerno. Rimarrà infatti anche direttore generale di Sistemi Salerno - Holding Reti e Servizi, sempre con contratto di lavoro al 50%. La giunta ha stabilito per lui una retribuzione pari a 75.000 euro lordi all'anno.
Si chiude così l'iter amministrativo che era iniziato con la delibera di giunta, approvata una settimana fa, che stabiliva di avvalersi della figura del direttore generale.
Picardi, di fatto, è da anni il direttore generale di Sistemi Salerno - Holding Reti e Servizi (la ex Salerno Energia Holding). Incarico che continuerà a rivestire, sebbene al 50%. Picardi, infatti, per accettare la nomina del sindaco ha dovuto rimodulare il contratto di lavoro con la holding, trasformandolo da tempo pieno a tempo parziale. In virtù del ruolo che continuerà a ricoprire nella holding, dovrà astenersi, nel nuovo ruolo di direttore generale del Comune di Salerno, «dal partecipare all'adozione di atti/decisioni idonee a produrre effetti sulla medesima persona fisica in qualità di direttore generale della società controllata». La Sistemi Salerno - Holding Reti e Servizi, infatti, è una società controllata al 100% dallo stesso Comune di Salerno. La retribuzione per il ruolo che assumerà al Comune di Salerno è pari a 75.000 euro lordi annui, «di cui l'8%, pari a euro 6.000 quale retribuzione di risultato». Retribuzione che sarà riconosciuta in seguito a una valutazione fatta dallo stesso sindaco. L'incarico avrà decorrenza dalla data di sottoscrizione del contratto e fino alla cessazione del mandato elettorale del sindaco, ferma restante la facoltà di quest'ultimo di revocarlo «in ragione del mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati e/o del venir meno dello stesso rapporto fiduciario».