D'Alessio, dal Banco al debutto da solista: «Esorcizzo la guerra»

Tony D'Alessio: operazione in corso anche con Sanremo

Il cantante
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di Maria Francesca Troisi
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 07:37 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 15:08
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Debutto da solista per Tony D'Alessio. Il salernitano di Nocera Inferiore, cantante, autore, compositore, vocal coach e potente voce - dal 2016 - del Banco del Mutuo Soccorso ha rilasciato da poco il primo singolo in solitaria, «Tutto è diverso», traccia dalle venature prog rock sostenuta dalla batteria di Gianpaolo Saccone a scandire senza sosta l'assurdità della guerra. Una parentesi autorale da tenere d'occhio, che rinsalda la lunga carriera dell' ex frontman degli Ape Escape, e cade in parallelo al discusso messaggio festivaliero del leader di Kiev, non più in collegamento ma con testo letto da Amadeus. 

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Tony, il suo battesimo da solista esorcizza la crudeltà della guerra: come nasce?
«Da un testo post pandemia - inizio conflitto, un modo per sfogare l'ansia e la paura accumulate.

Non pensavamo alla pubblicazione, ma quando Gianpaolo Saccone mi ha proposto la base strumentale, abbiamo intuito la potenzialità».

La guerra è diversa se la vivi sul campo o in televisione. Non a caso nel videoclip (presentato in anteprima sul Mattino) scorrono in contemporanea le immagini del combattimento e del Grande Fratello
«Nelle nostre case ci sentiamo protetti, scrutiamo ogni cosa attraverso l'occhio dei media, dei social, come se non ci riguardasse. Invece dovemmo reagire contro il male comune, una guerra è sempre un problema di tutti».

Che pensa del contestato intervento di Zelensky al Festival?
«Ben venga un messaggio di pace, viceversa inaccettabile la propaganda. Non potrei mai schierarmi da una parte o dall'altra».

Quindi non fuck Putin alla Måneskin?
«No, meglio fuck war».

Perché a Sanremo non si parla d'attualità?
«È altro fumo negli occhi, la musica serve anche a questo, a far riflettere. Perché non si fa? Forse i produttori dei colleghi in gara consigliano di non farlo. Ma io sono libero e dico quello che penso».

A proposito di Festival, capitolo chiuso per il Banco?
«Non sarà mai un capitolo chiuso per noi, è una vetrina importante per ogni artista. Anzi, c'è un'operazione in corso».

Sarete a Sanremo?
«Non quest'anno, ma il progetto va avanti, non posso dire di più».

I Måneskin la convincono?
«Sono giovanissimi, quindi vulnerabili alle lusinghe. Spero si concentrino sui messaggi piuttosto che sull'estetica del rock, vista e rivista. Serve maggior sostanza».

Un feat Banco-Måneskin è inverosimile?
«Dipende dal progetto. Più di una volta abbiamo rifiutato accostamenti perché non affini al nostro spirito. Il duetto con la band romana o a Sanremo non può essere a tutti i costi, ma servito da una proposta convincente per il pubblico. Bisogna distinguere l'arte dall'intrattenimento».

Come hanno reagito gli altri alla sua uscita solitaria?
«Ho ricevuto affetto e sostegno da tutti, incluso Vittorio Nocenzi, che mi ha scritto un messaggio emozionante e pieno di complimenti».

Siete in tour per i 50 anni di carriera, previste date salernitane?
«Sono in calendario, aspettiamo conferme: spero di poter riabbracciare chi mi ha sostenuto dagli inizi».

Prevede altri brani da solista?
«Non lo escludo, ma senza programmare uscite discografiche, preferisco farmi trascinare dall'esigenza del racconto».

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