Derubato da moglie che lo costringe
​a dormire in auto: finisce a giudizio

Derubato da moglie che lo costringe a dormire in auto: finisce a giudizio
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 18 Settembre 2019, 18:51
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MERCATO SAN SEVERINO. Il marito cacciato di casa e costretto a dormire in auto. Il figlio piccolo maltrattato e trascurato, a seconda degli impegni. Con l'accusa di maltrattamenti, ma anche di violenza privata, una donna di 33 anni, cubana, è stata mandata a giudizio dal gup del tribunale di Nocera Inferiore. I fatti vanno dal 2016 al 2017, denunciati nel comune di Mercato San Severino. La donna, oggi imputata, avrebbe maltrattato il marito e il loro figlio minore, sottoponendoli a numerose aggressioni, di natura fisica e psicologica, al punto da condizionarne la vita, oltre che le relazioni sociali. Più volte, avrebbe chiuso ad esempio il marito nelle stanze dell'appartamento che condivideva con lui, impedendogli di uscire per diverse ore. Altre volte, invece, persino fuori casa, costringendo il malcapitato a dormire all'interno dell'automobile. I litigi, invece, erano all'ordine del giorno, con ingiurie e minacce continue commese dalla donna: "Ma perchè non muori", "Ammazzati". L'uomo veniva anche derubato sistematicamente - secondo le accuse - di denaro e oggetti preziosi dalla donna, la quale per riconsegnarli al marito, pretendeva in cambio un'ulteriore somma in contanti.

La 33enne avrebbe anche minacciato il marito di voler tornare a Cuba e di portare con se il figlio, se il primo non avesse abbandonato il tetto coniugale. Ma per la procura e i carabinieri anche il bimbo sarebbe stato maltrattato. Non solo insultato quotidianamente "Sei uno stupido", "Non ti sopporto", ma anche strattonato e ingiuriato senza alcun motivo. In un'occasione, la donna rovesciò il cibo dal piatto del figlio, di appena 3 anni, su di un seggiolone. Un'altra volta, invece, mentre il piccolo giocava con un trenino, la madre lo afferrò per lanciare via l'oggetto e poi prendere a calci il figlio. Ancora, secondo denuncia, tardò nel sostituire il pannolino del figlio, solo perchè doveva terminare di ascoltare della musica. La donna dovrà difendersi anche dall'accusa di tentata estorsione. Tutti elementi raccolti dai carabinieri dopo la denuncia sporta dal marito e grazie ad un lavoro dei servizi sociali di Salerno, che riscontrarono le condizioni precarie nelle quali era costretto a vivere il bimbo. La donna è finita ora a processo, dopo il contestuale rinvio a giudizio.
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