L'usura del clan Zullo, in aula il pentito accusa l'ex vicesindaco di Cava

L'usura del clan Zullo, in aula il pentito accusa l'ex vicesindaco di Cava
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 7 Novembre 2018, 16:15
2 Minuti di Lettura
CAVA DE' TIRRENI. "L'offerta degli Zullo per l'allestimento della festa della pizza fu respinta. Fu il vicesindaco Enrico Polichetti a spiegare poi a loro come fare per ottenere l'appalto, costituendo una nuova società". Lo ha detto il neo collaboratore di giustizia Giovanni Sorrentino, che giorni fa, nel processo per usura che vede al banco degli imputati il "boss" Dante Zullo, il figlio Vincenzo, la sorella Lucia e il "sodale" Vincenzo Porpora, ha fornito la sua prima testimonianza in un processo pubblico, dopo verbali riempiti dalla Procura Antimafia. Con le sue dichiarazioni, la Dda di Salerno è riuscita ad eseguire almeno due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di una presunta organizzazione criminale con radici nella città metelliana. Indagini coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Senatore. Secondo Sorrentino, sarebbe stato Porpora a tenere i contatti tra Polichetti, dimessosi dalla giunta dopo la notizia di un'indagine sul suo conto, e gli Zullo. Un filone d'inchiesta ancora aperto, che mira a provare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata a palazzo di città. Sorrentino ha parlato di incontri tra Polichetti e Dante Zullo nella scuderia del "boss", la stessa dove fu trascinato anche lui a forza, ma anche di "aiuti" che il sodalizio avrebbe ricevuto da funzionari comunali

Nel mirino c'è la festa della pizza e i controlli dei vigili urbani. Sempre secondo quanto riferito da Sorrentino, quando i caschi bianchi verificarono una serie di irregolarità sugli spazi occupati senza autorizzazioni, Porpora - interno agli Zullo - sarebbe riuscito ad evitare problemi, parlando sempre con funzionari comunali. Non solo, sempre secondo deposizione del collaboratore di giustizia, agli organizzatori sarebbe stato concesso anche un sconto sulla tassa per occupazione di suolo pubblico. L'esame del testimone chiave del processo sarà completato a giorni, con il contro esame degli avvocati difensori, Teresa Sorrentino e Alfonso Botta. Nella prima indagine sul gruppo Zullo, anche Sorrentino fu arrestato perchè ritenuto interno al sodalizio. La sua posizione fu poi definita in abbreviato, dinanzi al gup del tribunale di Nocera Inferiore. Da presunto "sodale" a vittima, perchè anche lui sarebbe finito poi sotto lo strozzo e le richieste estorsive degli Zullo. Le sue parole hanno aperto lo scenario, infine, su contatti tra la camorra e la pubblica amministrazione. Circostanze, queste, tutte da verificare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA