Mascherine in Pla personalizzate
con il proprio viso: l'idea di due cavesi

Da sinistra, Giovanni Gazzillo e Stefano Clemente Macario
Da sinistra, Giovanni Gazzillo e Stefano Clemente Macario
domenica 26 aprile 2020, 16:46 - Ultimo agg. 27 aprile, 08:02
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Hanno iniziato realizzando le valvole per i respiratori destinati alla terapia intensiva nella fase 1, sono già pronti per la fase 2 i due giovani tecnici di Cava De’ Tirreni, Stefano Clemente Macario, ingegnere elettronico laureato alla Federico II, specializzando in Microelettronica al Politecnico di Milano e Giovanni Gazzillo, interior and industrial designer, che insegna tecniche di modellazione artificiale all’accademia di Belle Arti “ACME” di Milano, per la realizzazione di mascherine di protezione anticovid, con cui dovremo convivere per un po’ di tempo. «Nella prima fase dell’emergenza, quando c’era la penuria di respiratori - raccontano i due giovani - abbiamo accolto la chiamata del geniale professor Fusaro, il quale aveva intuito le potenzialità delle stampanti 3D nella modellazione delle valvole in PLA (acido polilattico-polilattato), lo stesso materiale che abbiamo pensato di utilizzare per la realizzazione delle mascherine. La nostra preoccupazione è stata quella di realizzare un dispositivo riutilizzabile per evitare il forte impatto negativo sull’ambiente che ogni prodotto usa e getta arreca». E ancora: «Potremmo così avere una riduzione significativa dei rifiuti, più o meno del 70%, in quanto la mascherina in PLA potrà essere igienizzata e riutilizzata, infatti solamente il filtro TNT dovrà essere sostituito con uno nuovo. Naturalmente la destinazione non sarà sanitaria. Siamo già in fase di test per la modellazione di mascherine con la tecnica della fotogrammetria, questo significa che personalizziamo la mascherina facendo la scansione del viso al fine di modellarla perché aderisca perfettamente evitando così il passaggio di aria non filtrata: ciò le rende differenti e più sicure di quelle che attualmente sono in commercio. Inoltre stiamo provvedendo a stampare anche i supporti superiori dei “face shield”, le visiere trasparenti utilizzate dai sanitari e da coloro che lavorano nel commercio ed hanno contatti con il pubblico. In questa fase sperimentale naturalmente operiamo come volontari così come tutti i makers che positivamente hanno risposto alla chiamata in solidarietà».

 
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