Monofore in tufo a via Mercanti,
nuove tracce di Salerno medioevale

Monofore in tufo a via Mercanti, nuove tracce di Salerno medioevale
di Ciro Manzolillo
Giovedì 30 Agosto 2018, 20:32
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Nuove testimonianze della Salerno medioevale. Al ridosso di via Mercanti, all’altezza della chiesa del Crocefisso, sulla fronte di un fabbricato in manutenzione sono emerse monofore in tufo grigio, tipologia edilizia che caratterizza le costruzioni di epoca normanna.

La docente di Archeologia Medioevale dell’Università di Salerno, Rosa Fiorillo, in un sopralluogo con Costanzo Laudisio e Rosanna Romano della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio, ha evidenziato l’importanza del sito per la conoscenza del medioevo salernitano. Il considerevole interro di oltre tre metri dall’odierno piano di campagna lascia presupporre nell’area antistante interessanti rinvenimenti che potrebbero contribuire a chiarire anche l’andamento della cinta urbana tra XI e XII secolo.

Il Guiscardo, dice la professoressa Fiorillo, secondo un antico topos, costruì il suo castello a cavallo delle mura, in un luogo inespugnabile che non va identificato con l’edificio noto come Palazzo Terracina, bensì con un castello che sorse a nord di san Benedetto, all’interno di quello che oggi è il quartiere Mutilati, una zona naturalmente rialzata e difesa dal fossato che correva parallelo al torrente Rafastia. In questo modo, continua la docente, il normanno realizzò una motte, quella terra cinta che nei documenti diviene Terracina o Terracena. Nel secolo seguente nell’area sorsero numerosi edifici appartenenti all’elite normanna, tra cui anche quelli che affacciano su largo San Giovanni, case torri la cui edilizia è di pieno XII secolo. Tali edifici rientrarono poi nei possedimenti angioini e trasformati radicalmente per lasciare spazio alle botteghe per la produzione della canapa con cui realizzare le corde per le navi. I bombardamenti del 1943 che investirono l’area e causarono anche numerose vittime hanno purtroppo alterato la fisionomia della zona ed oggi è complicato riuscire a ricostruire l’assetto urbanistico della città normanno-sveva. Molte informazioni in nostro possesso, inoltre, sono spesso errate, frutto di alterazioni ed errori di lettura commessi in passato e reiterati da molti senza uno studio serio e puntuale delle fonti.

Il nostro fabbricato si inserisce, dunque, all’interno dell’ampliamento urbanistico che investì la città dopo la conquista del Guiscardo e potrebbe essere entrato a far parte, secoli dopo, del complesso monastico di Santa Maria della Pietà, il monastero delle clarisse, poi palazzo Pernigotti, che sorse nel corso del XV secolo affiancandosi ad una più antica chiesa di santa Maria, poi detta della Neve e del Crocifisso, attestata a partire dai primi anni del XII secolo. Sulla facciata di via Mercanti un Cristo Pantocrator in marmo appare ulteriore indizio della possibile appartenenza dell’edificio al cenobio. L’area dunque è di grande interesse storico per la conoscenza della storia della nostra città e pertanto ci auguriamo un intervento congiunto tra il Dipartimento di scienze del patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno, la Soprintendenza ed il Comune nella speranza di evitare quanto accaduto in passato anche recente: una porzione di fabbricato è già andata perduta per una recente demolizione, e poter recuperare le informazioni archeologiche utili alla ricostruzione della città medievale e la consistenza architettonica e storico-artistica di un manufatto ricadente in un’area di straordinario interesse pubblico.
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