Piera Carlomagno, dopo Viola ecco l'inquieta Mirella

Il romanzo “L'estate dei ricchi” sarà presentato stasera alla Feltrinelli

Piera Carlomagno
Piera Carlomagno
di Alfonso Sarno
Giovedì 4 Maggio 2023, 08:40
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Il rosso della passione amorosa ed il nero profondo che trascina l'anima negli abissi sono i forti colori de «L'estate dei ricchi», il romanzo di Piera Carlomagno, edito da Love - marchio della Compagnia Editoriale Aliberti - da pochissimi giorni nelle librerie. Intenso e coinvolgente racconta la storia di Mirella che come canta Fiorella Mannoia «affronta la vita sul campo e mai dagli spalti camminando sui vetri rotti di mille scelte sbagliate da bruciare gli occhi». Il libro sarà presentato stasera, alle 18.30, alla Feltrinelli di Salerno dall'autrice in dialogo con Angelo Cennamo e Pina Masturzo.

Dopo i tre noir con protagonista l'anatomopatologa lucana Viola Guarino, altri ambientati a Salerno e Napoli, racconti, testi teatrali, oggi presenta ai lettori una nuova figura di donna che va verso la rovina che, lei scrive «arriva una volta sola.

Il resto sono pallidi tentativi di ripetizione». «Sì, Mirella: bellissima ragazza figlia di portinai che sposa Paolo, ingegnere di successo ed affascinante, ricco condomino del quinto piano.

Il libro non è una ristampa ma costituisce la nuova versione, rivisitata, de «L'invito», uscito nel 2016 in ebook. L'idea è della Compagnia Editoriale Aliberti che pubblica soprattutto saggi e mi ha proposto di inserirlo in Love, il suo nuovo marchio.Una bella sorpresa, sono felice di poterlo proporre ai lettori in forma cartacea che - confesso - prediligo. Mi sono messa al lavoro ed è nata «L'estate dei ricchi» che offre al lettore pagine inedite, nuovi aspetti della storia. Ha qualcosa in più della versione precedente e, spero, che chi legge apprezzerà».

Un libro arricchito dalla foto in copertina di Brahmino, Simone Bramante, direttore creativo ed il fotografo italiano più seguito su Instagram. «La fotografia di Brahmino è stata per me un altro dono, è uno dei fotografi più talentuosi e la sua immagine si fonde armonicamente con il mio scritto. D'altra arte si sa che il primo impatto del lettore con il libro avviene nel momento in cui vede la copertina e quando, come in questo caso, ha una forza evocativa diventa un importante medium».

Chi è Mirella? Una dark lady, una donna alla spasmodica ricerca della felicità? 

«È inquieta, fragile, sente il bisogno di emanciparsi, di non essere soltanto la moglie elegante dell'ingegnere di successo, di passare le giornate tra feste, cene, viaggi per il mondo e vacanze al mare. Sente di vivere in una situazione di svantaggio e, per sfuggirne, si lascia coinvolgere in una vita che non è la sua e che ne stravolge la quotidianità, la trasforma radicalmente. Non sveliamo niente, lasciamo al lettore il piacere di scoprire lei e gli altri personaggi e, soprattutto, il finale. Ho cercato, come faccio sempre, di caratterizzarli, renderli attuali. Il libro è breve, si legge velocemente ed è una sorta di lunga confessione, un flusso di coscienza, un viaggio interiore. Volutamente c'è pochissimo dialogo e molta introspezione, per la prima volta ho scelto di scrivere in prima persona».

Lei è una scrittrice, ha creato Viola Guarino. Ora è arrivata Mirella. Secondo la sua esperienza come oggi viene raccontata la figura femminile?

«In maniera complessa, sfaccettata, speso molto dolorosa. Certamente assistiamo ad un forte cambiamento perché, per fortuna, aumenta sempre più il numero delle donne che scrivono e raccontano l'universo femminino, da protagoniste e non come semplici spettatrici. Prima erano gli uomini a farlo e, spesso e volentieri, si rifacevano a modelli antichi, superati come la femme fatale, l'angelo del focolare. Oggi ci raccontiamo ed i nostri romanzi diventano delle testimonianze, finestre sul mondo, squarci di realtà».

Pensa, come è accaduto per Viola Guarino, di scrivere altri libri con protagonista Mirella?

«No, non credo che abbia altro da raccontare. È una storia chiusa, conclusa nelle cento e poco più pagine del romanzo. Lascio a chi legge il compito di accompagnarla, di inventarle altre vite. È il fascinoso gioco della creazione letteraria, del testimone che idealmente lo scrittore passa ai lettori».
 

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