Salerno, il parco in abbandono:
​genitori e nonni lanciano una petizione

Salerno, il parco in abbandono: genitori e nonni lanciano una petizione
di Barbara Cangiano
Mercoledì 14 Luglio 2021, 09:54
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Genitori e nonni ci riprovano. E a distanza di due anni dalla prima petizione per salvare dal degrado il parco di via Camillo Sorgente, scendono in campo con una nuova raccolta di firme per sollecitare un intervento dell'amministrazione comunale, candidandosi alla gestione dell'area verde che versa ormai da tempo in condizioni disastrose. Le panchine sono state divelte. I lampioni abbattuti. La recinzione rimossa. Il tappeto del campo di calcetto è stato interrato e perfino lo chalet punto di ristoro è stato distrutto dalle fiamme. Tra erba alta, topi e un arredo urbano devastato dall'incuria, il parco di via Camillo Sorgente assomiglia da tempo più a un paese fantasma, che porta i segni dell'inciviltà e della mancata manutenzione, che a un'area verde. L'unica, tra l'altro, a servizio del quartiere. Lo spazio - una villa comunale con annesso campetto - fu inaugurato nel 2011 con l'obiettivo di offrire ai residenti della zona un'area dove poter fare una passeggiata, far giocare i bambini e trascorrere il tempo libero all'aria aperta. Ma il parco, situato a ridosso dei box auto, non ha mai avuto vita facile, collezionando, negli anni, numerosi episodi vandalici, che spinsero il comitato di zona a chiedere a Palazzo di Città di intervenire affidandolo a terzi. Ed effettivamente fu redatto un bando per la sua gestione, che però, essendo molto difficilmente redditizia, andò deserto. Il tempo è passato e la situazione è peggiorata.



Oggi il parco è anche un ricettacolo di rifiuti, uno spazio dove, di notte e di giorno, ognuno fa il suo comodo. Ecco perché sono nate, nel tempo, due petizioni per provare a recuperarlo e a restituirlo a quella che era la sua vocazione iniziale. La prima, che risale a due anni fa, è figlia degli esponenti del Comitato centro storico alto, che scelsero la piattaforma change.org per raggiungere il maggior numero possibile di persone e sensibilizzare così gli enti pubblici alla risoluzione del problema. «Chiediamo alle autorità del Comune di Salerno che questo luogo sia ristrutturato e restituito alla cittadinanza, o che sia dato in gestione ai cittadini del quartiere», scrissero nel testo condiviso da centinaia di persone.

La seconda, di poche settimane fa, è invece frutto di un'idea di Vanni De Rosa, che lasciando nelle attività commerciali del quartiere un foglio con le richieste di adesioni, è arrivato in breve a oltre trecento firme. In quest'ultimo documento, indirizzato al sindaco Vincenzo Napoli e all'assessore allo Sport Angelo Caramanno, si chiede di dotare il rione di un parco giochi.

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«La richiesta è motivata dal forte desiderio che i bambini possano trascorrere parte del loro tempo all'aria aperta con possibilità di socializzazione - si legge nel testo protocollato al Comune - e soprattutto che dispongano di elementari strutture di svago in un'area dedicata, raggiungibile senza dover ricorrere a spostamenti in auto. Si tratta di cittadini che, per poter concedere ai propri figli e nipoti questa opportunità, si vedono costretti a recarsi a parco Pinocchio, parco Mercatello o la piscina comunale». Operazione, precisano, che crea non poche difficoltà in particolare ai genitori che lavorano o alle famiglie che non sono automunite. I firmatari si sono anche detti disponibili ad aiutare il Comune sia nel recupero che nel mantenimento degli spazi, attraverso la creazione di una cooperativa di volontari che potrebbe occuparsi del parco a turni. «Da parte nostra c'è la massima disponibilità - spiega De Rosa - Siamo un gruppo di persone molto dinamiche e ci piacerebbe provare a prenderci cura di questo angolo del nostro quartiere dove far crescere i nostri figli». Ma allo stato, raccontano, nulla si è ancora mosso. «Speriamo che la questione non si areni ancora una volta - spiega De Rosa - Far rivivere quell'area significherebbe riqualificare la città». Ma anche garantire maggiore sicurezza, insiste Monica Coscioni: «Il parco è pericoloso. I nostri figli possono farsi male con le recinzioni, la stessa strada di accesso è dissestata e tutt'intorno cresce erba altissima. L'ingresso è sempre aperto, non ci sono controlli e anche in pieno lockdown c'era un via vai continuo di persone. Senza considerare il problema immondizia - incalza - Di tanto in tanto noi mamme ci preoccupiamo di portare via i rifiuti più ingombranti, ma non è una situazione gestibile».
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