La Floridiana nel degrado: alberi tagliati e vandali, così muore la villa

La Floridiana nel degrado: alberi tagliati e vandali, così muore la villa
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 29 Giugno 2021, 08:30 - Ultimo agg. 08:33
3 Minuti di Lettura

Al posto del «parco romantico» c'è una distesa desolante di sterpaglie, sentieri ormai cancellati da grovigli di rami e fusti di legno abbattuti. Dei sentieri che si snodavano dal viale principale disegnando percorsi magici e avventurosi nel verde non resta più traccia: quasi tutti sbarrati da transenne che ne impediscono l'accesso. Persino il grande prato che degrada fino al museo Duca di Martina è l'immagine sbiadita di quello che era, verde, rigoglioso e curato: ridotto a un campo spelacchiato e pieno di «zelle». C'era una volta la Floridiana.

Il parco donato da Ferdinando IV alla moglie morganatica Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, si presenta così, in tutto il suo degrado, a due mesi dalla sua riapertura avvenuta il 21 aprile scorso.

E pensare che viali e sentieri furono sistemati a verde dal direttore dell'Orto botanico di Napoli Friedrich Dehnhardt, che ornò il parco con 150 specie di piante tra cui lecci, pini, platani, palme, bossi e una ricca collezione di camelie. Buona parte di questo incommensurabile patrimonio naturale versa oggi in uno stato pre-comatoso. Si scontano così almeno dieci anni di incuria e abbandono: il polmone verde del Vomero oggi è passato nelle competenze della Soprintendenza ai Beni Culturali, e qualcosa lentissimamente comincia a muoversi nel tentativo di recuperare all'antico splendore quello che per generazioni di napoletani era «il parco» per antonomasia. 

C'è tutta un'area che resta interdetta al pubblico. Giardinieri, architetti e tecnici della Soprintendenza stanno cercando di mettere in sicurezza centinaia di metri quadrati, soprattutto nel cosiddetto «piano alto», dove abbandono, mancata manutenzione e l'ignavia di chi per anni e anni ha omesso di curare il patrimonio botanico ha messo a rischio molte specie di alberi e di piante. Solo qualche mese fa si è dovuto abbattere un pino ultrasecolare che rischiava di cedere. 

 

All'incuria si aggiunge poi l'inciviltà e il teppismo dei soliti balordi armati di pennarelli e bombolette spray con i quali sono stati devastati il Belvedere, il tempietto ionico e persino il pozzo marmoreo sullo scalone della residenza storica che oggi ospita il museo della ceramica. Perché - e questo è un altro elemento di disvalore - alla Floridiana il personale è ridotto all'osso e mancano i guardiani: motivo per il quale resta sbarrato da mesi anche il secondo ingresso al parco, quello che dà su via Aniello Falcone. Eppure anche ieri, giornata torrida da bollino rosso, erano tanti i bambini, le mamme e i turisti a gremire i giardini.

Da tempo - vox clamans in deserto - c'è chi pone domande senza avere risposte chiedendo alle autorità competenti la riqualificazione della Floridiana. È Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari del Vomero, che ha anche creato una pagina Facebook «Amici della Floridiana» che conta oltre 3100 followers. «Il degrado è visibile già prima di entrare - spiega - nell'emiciclo di via Cimarosa, dove le piante in molte delle fioriere, sono appassite e morte. Manca il personale di guardiania e manutenzione? basterebbe distaccare dipendenti di altre strutture che fanno capo alla stessa direzione regionale dei musei della Campania. Che fine hanno fatto i fondi annunciati due anni fa dal ministero dei Beni Culturali?». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA