Allontanata dai genitori a due anni:
«Fatele riabbracciare la mamma»

Allontanata dai genitori a due anni: «Fatele riabbracciare la mamma»
di Pasquale Sorrentino
Domenica 15 Settembre 2019, 14:00 - Ultimo agg. 15:02
3 Minuti di Lettura
PADULA - La chiameremo Giulia, ha poco più di due anni e un futuro già incerto. E anche la sua breve vita è già troppo densa di vicissitudini. Nove mesi trascorsi nella casa con la mamma e il padre, dieci in una comunità di suore a Potenza, con la madre, e da alcune settimane in una famiglia affidataria. Vede sua madre una volta al mese e senza alcuna disposizione sulle telefonate. Una vicenda familiare complessa. Per districarla è sceso in campo l'avvocato Renivaldo Lagreca, che tutela i nonni della piccola, genitori del papà, e la mamma.
 
Per capire come si è arrivati al punto che la mamma non vede la figlia da circa un mese, occorre tornare indietro di qualche anno. Il padre. G. P., di Padula, ha problemi con la giustizia e disturbi psichiatrici che, sostiene l'avvocato, tiene a bada con cure farmacologiche. La madre. V. è una calabrese di circa 40 anni. Tra i due nasce una storia d'amore e il frutto è Giulia. Vivono a Padula, seguiti dai servizi sociali. Per i primi nove mesi dopo la nascita di Giulia riescono ad andare avanti. Poi il padre viene arrestato per spaccio. Stando a quanto emerso, è tossicodipendente anche se «pulito» da oltre un anno. Madre e figlia vengono trasferite in una struttura a Potenza. Stando al Tribunale per i minori lucano «la madre durante la permanenza in comunità si dimostra inadeguata e anaffettiva. Ha ripreso i rapporti con il compagno, soggetto multiproblematico, anche se risultato in compenso psichico rispetto al quale è stato emesso un provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale». A fine luglio subentra l'avvocato Lagreca, e i genitori del padre fanno istanza di affidamento.

«Nella permanenza in casa-famiglia la stella del mattino hanno avuto costanti incontri con la bimba, conservando il rapporto affettivo e personale anche con la madre della piccola», si legge in un documento presentato dal legale. Il figlio viene mandato in un'altra casa, a quattro chilometri di distanza, e viene disposta una camera per madre e figlia. Ma la richiesta dei nonni, operatore ecologico e casalinga, viene respinta. Si decide per il trasferimento in una famiglia ignota, e visite, per la mamma, a cadenza mensile per circa un'ora. «La mia assistita - sottolinea il legale - non intende rinunciare alla propria maternità e al naturale rapporto con la figlia». Da qui la battaglia della mamma, dei suoceri, dell'avvocato e anche del padre - che nel percorso di recupero ha iniziato a lavorare nei boschi padulesi. I suoi genitori gli stanno cercando una casa in un paese diverso da Padula. Il tutto per riavere Giulia a casa. «Chiediamo - conclude Lagreca - incontri settimanali della madre con Giulia e il consenso a giorni alterni di telefonate e incontri anche con i nonni». Giulia, a poco più di due anni, ha tanto dolore ma ancora un futuro da costruire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA