Il ponte di via Marconi a San Marzano sul Sarno consentiva, sino a pochi giorni fa, di superare l'Alveo Comune Nocerino, il torrente che pochi chilometri dopo si immette nel fiume Sarno. La struttura si trova in una stretta curva e, in caso di piena, crea un pericoloso tappo che blocca il defluire dell'acqua, provocando esondazioni che negli anni hanno fatto disastri. Il ponte crea danni anche quando non c'è pioggia. Diventa una barriera dove si accumulano tonnellate di rifiuti.
Dopo anni di polemiche e battaglie si è deciso di abbatterlo con il via libera della Regione. Il presidente Vincenzo De Luca ha voluto rendersi conto di persona dello stato dei lavori. Con lui c'era il suo vice Fulvio Bonavitacola, assessore all'Ambiente. «Questo ponte effetto tappo ha detto De Luca provocava allagamenti sino a Scafati. Praticamente non c'è più, lo stiamo demolendo. Dobbiamo recuperare anni di abbandono e incuria. Proseguiremo con altri interventi come il dragaggio e l'ampliamento dell'alveo sino alla soluzione finale, risanamento del Sarno e conseguente mare pulito alla foce, mitigazione del rischio esondazioni che diventa un pericolo costante in autunno e inverno».
È toccato a Bonavitacola illustrare i prossimi passi, dal taglio della vegetazione lunga oltre 12 chilometri delle sponde del Sarno, sino alla messa in sicurezza dei luoghi.
Polemico il consigliere regionale di FdI ed ex sindaco di Sant'Egidio del Monte Albino, Nunzio Carpentieri:. «Fino a pochi anni fa ha dichiarato nessuno si è mai interessato del ponte. È stata una mia battaglia personale e politica iniziata nel 2020 con un emendamento in consiglio regionale, mentre i colleghi di maggioranza si guardavano attoniti chiedendosi cosa fosse il ponte Marconi. A quell'emendamento sono seguite decine di lettere, denunce pubbliche, sedute della commissione trasparenza, alle quali De Luca e Bonavitacola, pur invitati, non hanno mai partecipato. Manco a dirlo, nessuno di loro, ha pensato non dico di invitarmi sul posto ma almeno di informarmi, con un gesto di educazione e di garbo istituzionale. È stata una sceneggiata».