Scoperta truffa per migliaia di euro
sull'immatricolazione di auto estere

Scoperta truffa per migliaia di euro sull'immatricolazione di auto estere
di Nicola Sorrentino
Sabato 24 Agosto 2019, 14:24
2 Minuti di Lettura
SCAFATI - Evasione dell'Iva sull'immatricolazione e nazionalizzazione di veicoli provenienti da altri stati dell'Unione Europea. Sono due le persone, residenti nel napoletano, che rischiano il processo, chiesto dalla procura di Nocera Inferiore con le accuse di falso materiale commesso da pubblico ufficiale e da privato. I reati si sarebbero consumati a Scafati, dal 1 settembre 2015 al 14 giugno 2016. Gli automezzi - secondo il prospetto accusatorio - sarebbero stati acquistati da importatori «non soggetti Iva», «con assoluzione degli obblighi sugli acquisti intracomunitari mediante versamento con modello F24». Per almeno sessantaquattro attestazioni vi è il sospetto del falso, finalizzato ad evadere i pagamenti delle imposte previste. Il raggiro sarebbe partito da una società con sede a Castellammare di Stabia, poi con l'avallo di un'agenzia di pratiche automobilistiche di Scafati, incaricata dallo sportello telematico dell’automobilista. Le pratiche arrivarono all'attenzione del personale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, direzione generale territoriale del sud, nell'ufficio Motorizzazione civile di Salerno. 

Il primo dei due indagati avrebbe formato le 47 dichiarazioni sostituive, con firme ritenute false che corrispondevano agli acquirenti delle vetture, con l'accusa di truffa mossa nei suoi confronti per aver indotto in errore i funzionari ministeriali e quelli della motorizzazione. Le pratiche servivano ad ottenere il rilascio della carta di circolazione e delle targhe nazionali italiane, con i certificati di proprietà. Dalle indagini, il profitto illecito ammontava a quasi 170mila euro, cioè il valore dell’Iva non versata sugli acquisti. La società di Scafati è invece finita nel mirino per illecito amministrativo ricollegato alla contestazione di truffa: i due indagati avrebbero commesso i reati precedenti - così come contestato nelle imputazioni - per complessivi 425mila euro di Iva dovuta e non versata dalla società, a vantaggio della persona giuridica societaria. E «senza che l’organo dirigente adottasse ed attuasse efficacemente modelli di gestione idonei a prevenire simili reati». Le indagini furono condotte dalla Guardia di Finanza di Scafati, con i primi accertamenti svolti nel mese di gennaio scorso, dietro richiesta di verifica dell'Agenzia delle Entrate di Pagani, parte lesa nel procedimento. Ora i due rischiano il processo, dopo la chiusura delle indagini della procura. Al gip l'ultimo vaglio, prima di fissare l'eventuale dibattimento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA