Sanità in Campania, al via il convegno sull'epatologia tra percorsi di cura e dati: casi in aumento del tumore al fegato

Sanità in Campania, al via il convegno sull'epatologia tra percorsi di cura e dati: casi in aumento del tumore al fegato
Venerdì 26 Novembre 2021, 18:45
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Tra bisogni del paziente e sostenibilità del sistema si è chiusa la prima giornata di lavori al corso “Epatologia nel III millennio" organizzato nella sede dell’Ordine dei Medici di Napoli dall’Unità Operativa di Epatologia dell’Ospedale Evangelico Betania coordinata dal dottor Ernesto Claar, responsabile della struttura e espressione anche del network epatologico dell’Asl Na 1 Centro.

«Lavorare insieme è la chiave del successo della rete epatologica campana, che da semplice idea è diventata un progetto reale, un network di specialisti in diverse discipline per un approccio integrato indispensabile», introduce Claar.

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Dopo i saluti di Cordelia Vitiello presidente della Fondazione Evangelica Betania che ha letto un augurio di buon lavoro da parte di Maria Grazia Laganà (Ministero della Salute – Direzione della Programmazione Sanitaria), di Luciano Cirica, direttore generale dell’Ospedale Evangelico Betania, di Bruno Zuccarelli presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, ha preso la parola Rosa Ruggiero coordinatrice del network epatologico che ha sottolineato quanto la sinergia abbiadato ottimi risultati anche per ciò che concerne lo screening e l’individuazione di “pazienti sommersi”.

«I progetti non mancano – spiega Ruggiero - abbiamo formato tanti caregiver che assistono pazienti epatopatici». Sinergia essenziale a partire dai medici di base che sono le prime sentinelle del territorio, anche per Pina Tommasielli, medico e responsabile per la medicina territoriale dell’Unità di Crisi Covid della regione.

Presenti le società scientifiche, le associazioni dei pazienti e specialisti. L’analisi completa tra bisogni del paziente, percorsi di cura e sostenibilità del sistema è stata condotta dal professor Antonio Craxì che ha evidenziato quanto «sia importante la nuova alleanza medico-paziente e sia necessario misurare i benefici effettivi del paziente intesi anche come capacità di lavorare e di condurre una vita nomale».

Da segnalare, nel corso della prima giornata, il focus a cui ha partecipato il professor Antonio Izzi, presidente nazionale Cleo (Club epatologi ospedalieri) sul Covid-19 and the Liver: il fegato nell’ambito di una malattia sistemica.

La Campania al primo posto in termini di terapie erogate/popolazione per il trattamento dell’epatite C (siamo a quota 29mila su 230mila trattamenti in Italia). Oltre 21.400 soggetti sono affetti da cirrosi epatica in Campania e si registra un numero sempre crescente di epatocarcinoma con 1099 nuovi casi nel 2020. Il prezzo sociale ed economico corrisposto a tale emergenza è ancora troppo alto: 1800 decessi ogni anno per cirrosi epatica e/o tumore al fegato e 73 milioni di euro spesi per la gestione (dati regionali – studio real world).

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Quattro le sessioni di cui si compone il corso con esperti da tutta Italia: dall’impegno delle istituzioni allo screening e la cura per l’infezione da virus C individuando anche chi è ancora inconsapevole della malattia, dalla sindrome metabolica alla rete per la cura dell’epatocarcinoma.

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