Studentessa con 6 insufficienze promossa dal Tar, norma contro i ricorsi anti-bocciatura: governo verso una riforma

Una commissione tecnica studierà una norma che renda insindacabili le valutazioni nel merito

Studentessa con 6 insufficienze promossa dal Tar, norma contro i ricorsi anti-bocciatura: governo verso una riforma
Studentessa con 6 insufficienze promossa dal Tar, norma contro i ricorsi anti-bocciatura: governo verso una riforma
di Michela Allegri
Mercoledì 23 Agosto 2023, 01:38 - Ultimo agg. 08:06
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Restituire autorevolezza ai docenti, rendendo il più possibile insindacabili - ovviamente in assenza di violazioni - le valutazioni espresse nei confronti degli studenti, sia a livello di preparazione che di maturazione personale e comportamento.

Dopo l’ennesima sentenza con cui il Tar ha messo in discussione la bocciatura di una alunna considerata impreparata dai suoi insegnanti, il Governo è al lavoro su una riforma dell’Istruzione che ricollochi la figura del docente in primo piano.

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GRUPPO DI LAVORO
Il ministero ha già costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa per definire norme più stringenti, in modo che non vengano più creati i presupposti perché siano ribaltate valutazioni tecniche che presuppongono competenze specifiche interne all’ordinamento scolastico.

L’ultimo caso è successo a Tivoli, dove una studentessa di prima media non è stata ammessa alla classe successiva dopo che nella pagella finale ha accumulato sei insufficienze, di cui una grave. I professori avevano motivato la bocciatura parlando di «risultati complessivamente insufficienti in quasi tutte le discipline»: inglese, geografia, francese, matematica, scienza e musica. Nello scrutinio finale i docenti avevano anche sottolineato che «nel corso dell’anno la frequenza è stata regolare» e il comportamento «buono», ma l’impegno è stato «scarso e inadeguato, sia nell’esecuzione dei compiti che nello studio». Da qui la decisione di non ammettere la ragazzina alla classe successiva.

Per i giudici amministrativi, però, sei insufficienze non sarebbero dovute bastare per bocciare: serviva una motivazione «più pregnante», si legge nella sentenza. E ancora: i professori non avrebbero tenuto conto dell’impegno della studentessa, che era partita nel primo quadrimestre con molte più insufficienze, solo in parte recuperate, migliorando i voti in diverse materie. Anche se non è riuscita a raggiungere la media del sei, secondo i magistrati, i professori avrebbero dovuto tenere conto del percorso effettuato, così come del comportamento «buono» e della frequenza, che è stata costante. I giudici hanno riproposto un orientamento del Consiglio di Stato, che ha stabilito che «la non ammissione alla classe successiva nella scuola media inferiore deve essere considerata un’eccezione». La bocciatura deve essere adeguatamente motivata, così come i giudici hanno invitato a fare al Consiglio di classe della scuola di Tivoli, ritenendo i voti non dirimenti e facendo quindi propendere per la promozione. Come poi effettivamente è avvenuto.


LE REAZIONI
Sulla decisione dei giudici, che ha suscitato le proteste dei docenti, è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini che definisce quella del Tar una «scelta sbagliata, diseducativa, irrispettosa del lavoro degli insegnanti che hanno seguito la ragazza. La promozione è un diritto? Da papà, non penso che così facendo i genitori abbiano aiutato la figlia a crescere». Mentre il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, ha dichiarato: «Benché non metta in discussione la sentenza, la tendenza di contestare le decisioni delle istituzioni scolastiche attraverso mezzi legali solleva alcune riflessioni. La valutazione del rendimento degli studenti è un compito delicato, affidato ai docenti che li seguono durante il percorso, basandosi sulla propria esperienza e sulla conoscenza approfondita dei progressi degli alunni all’interno del contesto scolastico-didattico. In alcuni casi, il ripetere un anno potrebbe costituire un’opportunità preziosa per la crescita dell’alunno». Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, parla di «vergogna». Il senatore di FI in una nota spiega: «Siamo abituati ai comportamenti bizzarri dalla magistratura ordinaria. Ma talvolta la magistratura amministrativa ci sorprende ancora di più».
 

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