Scuole, in Campania si torna al taglio: piano bocciato dal Consiglio di Stato

Palazzo Spada sospende la decisione del Tar che era stata favorevole alla Regione

Scuole, un punto a favore del governo
Scuole, un punto a favore del governo
di Mariagiovanna Capone e Gianluca Sollazzo
Lunedì 6 Novembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 7 Novembre, 19:00
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È uno scontro di nervi e carte bollate quella ingaggiato dalla Regione Campania con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo il dimensionamento scolastico. Uno scontro che stavolta dà il punto agli organi del governo, dopo la vittoria del governatore De Luca che appena una settimana fa aveva ottenuto la sospensiva del Tar Campania. I due ministeri domenica sera hanno depositato il ricorso al Consiglio di Stato, ma immediatamente l’avvocatura della Regione Campania si è messa al lavoro per costituirsi in giudizio, presentando nella mattinata di ieri la memoria di costituzione e difesa. Ieri sera, poi la decisione dei giudici di Palazzo Spada che hanno accolto il ricorso del ministero dell’Istruzione e del Mef, rigettato le tesi della Regione Campania e, pertanto, stabilito la sospensiva del provvedimento del Tar Campania che, invece, era stato favorevole all’ente regionale. Dunque: si torna alla casella di partenza, con la piena efficacia delle disposizioni ministeriali in relazione al dimensionamento scolastico.

Il motivo della decisione del Consiglio di Stato (tecnicamente è un decreto cautelare monocratico) risiederebbe in particolare nel «periculum in mora» cioè l’estensione del perimetro di applicabilità della pronuncia del Tar Campania, favorevole alla Regione, anche ad altre realtà regionali, determinando a cascata contraccolpi sull’intero impianto del decreto e sulla individuazione degli organici. Dunque, in attesa di una pronuncia nel merito, non è escluso che «il campo di battaglia» adesso si possa spostare alla Corte Costituzionale, e non solo per la Campania ma anche per Toscana, Emilia Romagna e Puglia, che proprio oggi inizieranno le udienze alla Consulta che potrebbe già pronunciarsi il 21 novembre riguardo il dimensionamento scolastico di queste tre regioni, mentre la calendarizzazione per la Campania, già prevista - poiché il Tar ha rimesso alla Corte la questione della legittimità della norma - non è stata ancora comunicata. 

Dunque, il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del 30 ottobre del Tar Campania che aveva accolto il ricorso dell’ente regionale, sospendendo il decreto interministeriale sul dimensionamento scolastico che determinerebbe un taglio di 128 autonomie scolastiche (da 965 a 839) e altrettanti dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi. Il ministro Giuseppe Valditara non è stato di certo con le mani in mano e si è immediatamente messo al lavoro con «l’Avvocatura Generale dello Stato per ricorrere al Consiglio di Stato fiduciosi della bontà delle nostre ragioni». Il ricorso è stato depositato domenica sera da Laura Paolucci, Maria Teresa Lubrano, Emanuele Feola che hanno chiesto al Consiglio di Stato una «sospensiva mediante decreto monocratico presidenziale» contro la Regione Campania opponendosi all’ordinanza cautelare del Tar Campania della scorsa settimana. 

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In tredici pagine, l’Avvocatura dello Stato elenca i motivi per rigettare la sospensiva, stabilendo prima di tutto «l’incompetenza del giudice che ha concesso la misura cautelare» stabilendo che la sede non doveva essere Tar Campania ma il Tar Lazio.
Poi il corposo capitolo sulla «Assenza del requisito del periculum in mora» in cui è stato messo in evidenza che «la decisione appellata, se non immediatamente riformata, determinerà effetti irreversibili sull’intera procedura amministrativa che ha come obiettivo finale e fondamentale l’avvio dell’anno scolastico 2024/2025» e «a livello nazionale». Nel ricorso di MIM e MEF si sottolinea: «In caso di incremento del numero di posti assegnati alla Regione Campania, i Ministeri appellanti sarebbero costretti a rimodulare in diminuzione il numero di dirigenti e direttori assegnato a tutte le altre Regioni italiane con il sicuro effetto, quindi, di non riuscire a coprire l’effettivo fabbisogno di personale nelle altre Regioni e, perciò, sull’intero territorio nazionale; circostanza che, evidentemente, pregiudicherebbe gravemente il regolare avvio dello stesso anno scolastico 2024/2025». Altro punto recriminato: «il provvedimento adottato dal Tar Campania rischia finanche di pregiudicare l’attuazione degli impegni assunti dall’Italia in sede sovranazionale con l’adozione del Pnrr». 

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