È uno scontro di nervi e carte bollate quella ingaggiato dalla Regione Campania con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo il dimensionamento scolastico. Uno scontro che stavolta dà il punto agli organi del governo, dopo la vittoria del governatore De Luca che appena una settimana fa aveva ottenuto la sospensiva del Tar Campania. I due ministeri domenica sera hanno depositato il ricorso al Consiglio di Stato, ma immediatamente l’avvocatura della Regione Campania si è messa al lavoro per costituirsi in giudizio, presentando nella mattinata di ieri la memoria di costituzione e difesa. Ieri sera, poi la decisione dei giudici di Palazzo Spada che hanno accolto il ricorso del ministero dell’Istruzione e del Mef, rigettato le tesi della Regione Campania e, pertanto, stabilito la sospensiva del provvedimento del Tar Campania che, invece, era stato favorevole all’ente regionale. Dunque: si torna alla casella di partenza, con la piena efficacia delle disposizioni ministeriali in relazione al dimensionamento scolastico.
Il motivo della decisione del Consiglio di Stato (tecnicamente è un decreto cautelare monocratico) risiederebbe in particolare nel «periculum in mora» cioè l’estensione del perimetro di applicabilità della pronuncia del Tar Campania, favorevole alla Regione, anche ad altre realtà regionali, determinando a cascata contraccolpi sull’intero impianto del decreto e sulla individuazione degli organici. Dunque, in attesa di una pronuncia nel merito, non è escluso che «il campo di battaglia» adesso si possa spostare alla Corte Costituzionale, e non solo per la Campania ma anche per Toscana, Emilia Romagna e Puglia, che proprio oggi inizieranno le udienze alla Consulta che potrebbe già pronunciarsi il 21 novembre riguardo il dimensionamento scolastico di queste tre regioni, mentre la calendarizzazione per la Campania, già prevista - poiché il Tar ha rimesso alla Corte la questione della legittimità della norma - non è stata ancora comunicata.
Dunque, il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del 30 ottobre del Tar Campania che aveva accolto il ricorso dell’ente regionale, sospendendo il decreto interministeriale sul dimensionamento scolastico che determinerebbe un taglio di 128 autonomie scolastiche (da 965 a 839) e altrettanti dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi. Il ministro Giuseppe Valditara non è stato di certo con le mani in mano e si è immediatamente messo al lavoro con «l’Avvocatura Generale dello Stato per ricorrere al Consiglio di Stato fiduciosi della bontà delle nostre ragioni». Il ricorso è stato depositato domenica sera da Laura Paolucci, Maria Teresa Lubrano, Emanuele Feola che hanno chiesto al Consiglio di Stato una «sospensiva mediante decreto monocratico presidenziale» contro la Regione Campania opponendosi all’ordinanza cautelare del Tar Campania della scorsa settimana.
In tredici pagine, l’Avvocatura dello Stato elenca i motivi per rigettare la sospensiva, stabilendo prima di tutto «l’incompetenza del giudice che ha concesso la misura cautelare» stabilendo che la sede non doveva essere Tar Campania ma il Tar Lazio.