Smog e virus, l'allarme dei pediatri: «Mascherine per i bimbi, i sintomi peggiorano dopo il quarto giorno»

Il primario Villani: «La metà dei piccoli con la bronchiolite ha meno di un anno». Preoccupano anche gli alti livelli di polveri sottili

Smog e virus, l'allarme dei pediatri: «Mascherine per i bimbi, i sintomi peggiorano dopo il quarto giorno»
Smog e virus, l'allarme dei pediatri: «Mascherine per i bimbi, i sintomi peggiorano dopo il quarto giorno»
Camilla Mozzetti di Camilla Mozzetti
Venerdì 5 Gennaio 2024, 00:29
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L’invito è alla prudenza perché «è chiaro che i virus respiratori si trasmettono per via aerea, e smog e inquinamento contribuiscono a irritarle» pertanto «l’uso dei dispositivi di protezione è consigliabile anche per i più piccoli», dice Alberto Chiriatti, vice segretario regionale vicario Fimmg Lazio, la Federazione italiana dei medici di famiglia. «Non eravamo abituati alla mascherina, non lo siamo ancora, ma in certe situazioni può essere un fattore di protezione anche per gli altri. Un’opportunità a tutela dell’altro oltre che di se stesso». Che non vale appunto solo per Covid e influenza stagionale che colpiscono le vie respiratorie in maniera “democratica”: tutti possono contrarre il virus Sars-cov-2 e quello dell’influenza, tutti, grandi e bambini, possono accusare irritazioni per le polveri sottili. Dunque, benché non ci sia nessun obbligo come prudenza analogamente «all’attenzione che si deve avere per l’igiene personale, lavandosi frequentemente le mani - conclude Chiriatti - fino all’uso oculato che si può fare dei dispositivi di protezione». D’accordo anche i pediatri anche se sul fronte dello smog la segreteria della Fimp Lazio, Teresa Rongai, invita gli enti preposti ad adottare interventi «strutturati».

LE INFEZIONI

Anche perché le infezioni alle vie respiratorie sono in aumento, soprattutto fra i bambini anche neonati e soprattutto per il virus sinciziale. Alberto Villani, responsabile della Pediatria Generale e del DEA di II livello dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù spiega: «Sia l’influenza che il virus sinciziale sono situazioni preannunciate perché prima di palesarsi da noi, colpiscono l’altro emisfero ma quest’anno per il virus sinciziale c’è una percentuale più alta di casi fra i bambini, anche di pochi mesi».

Proprio in base agli accessi al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico si è registrato questo andamento: «Nei primi giorni di dicembre la positività a questo virus - conclude il professore - si attestava intorno al 15 per cento e ora siamo arrivati al 40 per cento con infezioni in bambini sotto l’anno di vita.

Per l’influenza siamo passati dall’8 per cento al 15 per cento mentre il Covid-19, che pure non va trascurato, è rimasto stabile intorno al sette per cento». All’aumento dei casi è seguito anche un aumento dei ricoveri perché, considerata la tenera età e il virus che colpisce appunto le vie respiratorie dando forma a spiacevoli bronchioliti, la terapia domiciliare in alcuni casi non è bastata. E questo anche perché il quadro generale del piccolo paziente tende a peggiorare in quarta-quinta giornata dopo i primi sintomi. Villani invita al buon senso e all’attenzione che pure con i bambini piccoli le famiglie devono avere. Attenzione con i neonati ed eventuali fratelli maggiori raffreddati, attenzioni alle visite da parte di amici e parenti. I neonati sono soggetti fragili e delle bronchiolite in tenera età potrebbero lasciare strascichi spiacevoli.

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