Antonietta, timoniere del mondo che non vede: «La mia sfida tra le onde»

Antonietta, timoniere del mondo che non vede: «La mia sfida tra le onde»
di Maria Pirro
Venerdì 17 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:05
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Sfida le onde in barca a vela. È il timoniere del mondo che non vede. Campionessa di esercizi di stile, un impegno quotidiano iniziato per gioco e, grazie a un gioco, questa donna ordinaria e insieme straordinaria riesce a orientarsi e a vivere al buio. Già dai dodici anni Antonietta Caruso, premio Fair play ai campionati nazionali Meteor, si prepara infatti a spegnere la luce per cercarne un'altra, tutta interiore, nella forza d'animo. Sin da bimba Tonia è affetta da una malattia ereditaria e degenerativa alla retina, che in precedenza ha reso ciechi suo papà e le due sorelle. Le dicono che anche lei non può guarire, deve rassegnarsi. «E io cerco di leggere il più possibile: romanzi e poesie. Imprimo nella mente la bellezza possibile, voglio ricordare i colori del mare e i tramonti. Trascorro interi pomeriggi in bicicletta. Sono una piccola scugnizza». Ripercorrendo la stradina di campagna in via Tommaso de Amicis, l'infanzia e la giovinezza ricorse in piazzetta Caracciolo, nei suoi occhi cala un velo di malinconia. Lo sguardo chiaro parla anche senza dire.
 
La storia familiare è di nobiltà, oroglio e resistenza. «Mio nonno era conte e mia madre aveva partecipato alle azioni partigiane», dice Tonia, aggrappandosi al passato che diventa presente permanente. «Sogno di rivedere questi luoghi, ma non posso far altro che descriverli, facendo appello alla memoria». Un po' per nostalgia si cimenta in queste settimane anche nella scrittura di un libro ispirato alla sua esperienza di vita. L'ultimo capitolo, anzi l'approdo è la regata a Torre del Greco: il debutto in una competizione nazionale (dal 30 aprile al 4 maggio). Suo il comando di «Centanni», l'imbarcazione con i prodieri Paolo Pica Ciamarra e Davide Fossati classificatasi al ventiduesimo posto su sessanta. E questo è il risultato di dieci anni di allenamenti, perché Tonia non può guardare l'orizzonte, «Ma il mare bisogna sentirlo sotto, e in modo differente si può fare qualsiasi cosa». Tonia ha due figlie e, inaspettatamente rispetto ai tempi moderni, un matrimonio felice. «Mio marito, conosciuto a sedici anni, mi dice ancora che sono bella, provocando la mia commozione. Ma io non riesco a immaginarmi». Ed è così, anche se Tonia non può specchiarsi e nemmeno cogliere la mimica nei volti delle due figlie, Alessandra, di 36 anni, insegnante a Venezia, e Daniela, 29, laureata in lettere ed emigrata a Lontra. «Però posso toccarle». Il giorno del compleanno di papà Roberto, prosegue, «la più piccola mi chiede: mamma, come dobbiamo superare i giorni tristi?». Come, sì. «Pensa a questi momenti felici». Le due gravidanze e poi il parto, la passione per lo sport, la contaminazione di impressioni e dettagli, con la potenza dell'immaginazione. I quattro gatti coinquilini nella casa a Mugnano di Napoli e gli altri tre padroni del giardino. Una cavigliera con i sonagli come portafortuna, il lavoro al centralino lasciato per respirare di più e le mani di Roberto, la sua metà. «Il gioco è semplicemente quello di Pollyanna, protagonista di un cartone animato che trascura gli avvenimenti negativi, concentrandosi su quelli positivi, nonostante tutto ciò che le è capitato. Significa accettare la propria condizione, insomma, ma senza rassegnarsi». Così, si evita il naufragio, quando sale la tristezza. E il traguardo diventa punto di partenza per nuove, fantastiche avventure. Navigando con Tonia, timoniere in questo mare aperto.
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