I suoi registi Michael Mann, Francis Ford Coppola, Ron Howard, lo hanno ricordato come l’icona ribelle che era, puro talento anarchico insofferente alle regole dello star system ma straordinariamente versatile nella gamma dei personaggi e nell’arte di vivere la vita a modo suo. «Mi sono sempre meravigliato della brillante variabilità nella potente corrente del suo carattere» ha detto Mann che in «Heat» lo ha diretto nel più adrenalinico film di guardie e ladri della Nuova Hollywood.
Ma forse l’omaggio più vero, o quello che forse gli sarebbe maggiormente piaciuto, glielo ha fatto Cher, una delle sue tante ex fidanzate: «Era divertente, pazzo, rompiscatole, grande e coraggioso amico». Val Kilmer, l’attore che aveva fatto scintille accanto a Tom Cruise in «Top Gun», si è spento ieri a Los Angeles per le complicanze di una polmonite. Aveva solo 65 anni, e un fisico provato dalla lunga lotta contro il cancro alla gola che nel 2014 lo aveva colpito togliendogli pian piano la voce.
Val Kilmer, morto l'attore americano: aveva 65 anni. La figlia: «Stroncato da una polmonite». Fu Iceman in "Top Gun "
Capelli biondi, occhi di ghiaccio, apparteneva alla scuola dei belli e dannati del cinema americano e sulla scia di James Dean e Steve McQueen aveva incantato generazioni di fan. Ma fin da ragazzo si era mostrato insofferente alle convenzioni del divismo, tanto da compiere spesso scelte contrarie alla logica del mercato, rinunciando al successo facile magari per girare l’Europa con lo zaino in spalla, o per scrivere poesie stampate in libretti oggi introvabili.
Nato a Los Angeles il 31 dicembre del 1959 in una famiglia ben presto scoppiata e con una madre assente, crebbe con il padre e i due fratelli nel mito del nonno paterno cercatore d’oro nel Nuovo Messico appassionandosi al teatro e frequentando la Chatsworth High School assieme ai futuri attori Kevin Spacey e Mare Winningham. Grazie al talento naturale per la recitazione venne ammesso, il più giovane studente della sua generazione, alla prestigiosa Juilliard di New York, formandosi nelle discipline artistiche e animando, con un gruppo di compagni di corso, una formazione teatrale che debuttò al New York Shakespeare Festival dell’81.
Per non lasciare gli amici e il palcoscenico rifiutò un ruolo ne «I ragazzi della 56ma strada» di Coppola, un film seminale per tanti giovani attori hollywoodiani, e da qui cominciò a nascere la sua fama di artista controcorrente. Due anni dopo debuttò a Broadway con Kevin Bacon e Sean Penn, nella serie tv «Afterschool Specials» incontrò Michelle Pfeiffer, destinataria delle sue poesie d’amore raccolte nel libro My Edens after Burns, una rarità oggi quotata in rete 1500 dollari, poi nel 1984 debuttò nel cinema con i fratelli Zucker nella commedia «Top Secret!» e da lì a poco rifiutò i ruoli che gli venivano offerti in «Dune» e in «Velluto blu» di David Lynch.
La grande occasione arriva con «Top Gun» di Tony Scott: accanto a Tom Cruise in volo sugli aerei da combattimento supersonici del film diventa una star e le prove successive confermano il suo successo: in «The Doors» di Oliver Stone è un Jim Morrison più vero del vero, poi «Una vita al massimo» di Scott su sceneggiatura di Tarantino, il fantasy di Ron Howard «Willow», il western «Tombstone», «Heat» con De Niro e Al Pacino e un icastico Batman in «Batman forever» di Joel Schumacher, prima di misurarsi con il ladro gentiluomo Simon Templar creato per Roger Moore ne «Il Santo» e con il personaggio del pornodivo John Holmes in «Wonderland».
Per Oliver Stone interpreta Filippo il Macedone in «Alexander», per Coppola recita in «Twixt» e per Malick in «Song to Song». Nel 2014 la drammatica battuta d’arresto, con il tumore prima smentito e alla fine ammesso con un post che ne annunciava, allo stesso tempo, la guarigione. E nel 2022 il ritorno al cinema, nel ruolo iconico di Iceman: è l’amico Tom Cruise, che oggi lo piange affranto, a volerlo a tutti i costi in «Top Gun: Maverick», il seguito del film che li aveva consacrati sex symbol su scala mondiale, ed anche se la voce gliela ricostruiscono con l’intelligenza artificiale, il suo commovente cameo in divisa da generale lascia il segno.
Je so' pazzo: sono iniziate le riprese del film dedicato a Pino Daniele. Caiazzo: «Darò tutto me stesso»
Nel mestiere dell’attore, che anni fa raccontò anche nel festival «Capri, Hollywood» che lo celebrava, Val Kilmer è stato un perfezionista da Actor’s Studio. Nella sua vita costellata di eccessi ha amato molte donne, ma ne ha sposata solo una, Joanne Whalley, madre dei suoi due figli. Dell’indimenticata Angelina Jolie, incontrata sul set di «Alexander», si invaghì alla follia: «Quando la gente mi chiede com’è Angelina» scrisse nella sua autobiografia I’m Your Huckleberry: A Memoir, «rispondo che è come le altre donne e le altre superstar. Solo, di più».