«È stata la mano di Dio», Paolo Sorrentino torna all'Oscar: «Ora il dolore diventa gioia»

«È stata la mano di Dio», Paolo Sorrentino torna all'Oscar: «Ora il dolore diventa gioia»
di Titta Fiore
Mercoledì 27 Ottobre 2021, 11:00
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L'Italia candida «È stata la mano di Dio» all'Oscar per il miglior film internazionale e Paolo Sorrentino festeggia con un tuffo: su Instagram posta una foto che lo ritrae assieme agli attori e ad alcuni membri della troupe nelle acque del Golfo di Napoli con due telecamere protette per le riprese a mare. A sette anni dal trionfo hollywoodiano con «La grande bellezza», il regista torna a correre per il premio più prestigioso del cinema mondiale con la sua opera più personale e intima, un racconto in gran parte autobiografico sugli anni prima dolci e poi drammatici della sua adolescenza, segnati dalla perdita dei genitori uccisi da una fuga di monossido di carbonio nella casetta di Roccaraso. Sullo sfondo, la Napoli anni Ottanta del post-terremoto, con le sue luci e le sue ombre, rischiarate dall'arrivo di Maradona e dal potere struggente dei ricordi.

Il film di Sorrentino è stato scelto tra una rosa di diciotto candidati da una commissione riunita ieri all'Anica e composta da Alberto Barbera, Nicola Borrelli, Francesca Calvelli, Edoardo De Angelis, Piera Detassis, Andrea Goretti, Benedetto Habib, Federica Lucisano, Paolo Mereghetti, Lucia Milazzotto e Anna Praderio. «È stata la mano di Dio è il mio film più importante e doloroso e sono felice che tutto questo dolore oggi sia approdato alla gioia» ha commentato a caldo il regista: «Abbiamo fatto solo il primo passo, il bello di questa gara è che si tratta dell'unica competizione al mondo in cui arrivare tra i primi cinque è già una vittoria».

Dopo il Leone d'argento alla Mostra di Venezia e il Premio Mastroianni vinto da Filippo Scotti, l'alter ego dell'autore sullo schermo, era prevedibile che il film, già applaudito in tante rassegne internazionali, venisse selezionato per correre a Hollywood. Prevedibile ma non scontato, perché in gara c'erano titoli importanti, a partire da «Qui rido io» di Mario Martone e «Freaks Out» di Mainetti. «Vero, il nostro cinema vive un momento di dialettica molto felice, e questa fioritura, questo gioioso uscire a riveder le stelle dopo i tempi difficili della pandemia, deve farci riflettere sull'importanza della settima arte e sulla sua funzione» dice Edoardo De Angelis, che ha appena completato la trilogia eduardiana aperta da «Natale in casa Cupiello» ed è già tornato al lavoro sul set della serie tratta dal romanzo di Elena Ferrante La vita bugiarda degli adulti. «È stata la mano di Dio» è stato votato a larghissima maggioranza, ma anche «Qui rido io» è stato preso in considerazione.

Ancora De Angelis: «È interessante riflettere anche su questo tema: su quanto, oggi, il cinema italiano sia filtrato da Napoli e dalla sua cultura». 

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Ora «È stata la mano di Dio» dovrà prepararsi a una lunga corsa. La prossima tappa sarà entrare nella short list di 15 titoli comunicata dall'Academy il 21 dicembre. Sono un'ottantina i candidati da tutto il mondo, dalla Palma d'oro «Titane» della francese Ducournau a «Drive my car» del giapponese Hamaguchi Ryusuke, dall'iraniano «A Hero» di Asghar Farhadi al tedesco «I'm your man» di Maria Schrader e allo spagnolo «El buen patròn» di Fernando Léon de Aranoa che ha scalzato a sorpresa Almodovar. L'8 febbraio 2022 si conoscerà la cinquina finale e a Los Angeles, mentre il 27 marzo saranno assegnati gli Oscar. Presentato da Netflix, prodotto da The Apartment del gruppo Fremantle, il film di Sorrentino (anche coproduttore) uscirà nelle sale il 24 novembre e su Netflix il 15 dicembre prossimo. E come è stato per «Roma» di Cuaròn, la stessa Netflix potrebbe portarlo alla selezione in altre categorie di peso come miglior film e regia, nonostante non sia girato in inglese. Al regista, da settimane impegnato nella presentazione di «È stata la mano di Dio» in giro per il mondo, da Telluride a Zurigo (dove è stato premiato alla carriera), le congratulazioni del mondo dell'arte, della cultura e delle istituzioni (con gli auguri del governatore De Luca e del sindaco di Napoli Manfredi). Lui è già pronto alla sfida: «Sono felice» ha detto, «e ringrazio di cuore la commissione dell'Anica, che ha scelto il mio tra tanti bel film, ringrazio The Apartment, Fremantle e Netflix per avermi sostenuto. Viva il cinema italiano».

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