Anteprima a Giffoni| «Il senso del Mattino» nel racconto di Napoli

Anteprima a Giffoni| «Il senso del Mattino» nel racconto di Napoli
di Diego Del Pozzo
Giovedì 23 Luglio 2015, 08:42 - Ultimo agg. 13:32
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Quali sono le prospettive future del giornalismo cartaceo all’epoca del web 2.0? Come fa uno storico quotidiano, fortemente radicato sul suo territorio di riferimento ma dotato di sguardo schiettamente «glocal», a rinnovarsi senza tradire la propria identità?



E in che modo, in un momento di passaggio epocale tra vecchi e nuovi media, si può continuare a raccontare e decodificare la realtà circostante, tenendo fede al mandato ideale che i lettori danno ogni giorno a quel giornale che, dal 1892, rappresenta un’autentica istituzione per la sua città e il suo territorio?



A queste e a tante altre domande prova a rispondere, con un approccio fortemente emozionale ma anche ben strutturato dal punto di vista informativo, il bel documentario «Il senso del Mattino», presentato ieri pomeriggio durante il Giffoni Experience come evento speciale, in anteprima assoluta ma in versione non definitiva, dato che la presentazione ufficiale si terrà in autunno a Napoli. Prodotto proprio dal Giffoni Experience, il documentario è scritto e diretto da Luca Apolito con Gianvincenzo Nastasi come produttore esecutivo ed è stato presentato, in sala Truffaut, di fronte alla platea dei giovani giurati attenti e interessati, dai due autori e dal direttore de «Il Mattino», Alessandro Barbano (con lui il direttore amministrativo Massimo Garzilli e i giornalisti Titta Fiore, Paolo Russo, Donatella Trotta, Carla Errico in rappresentanza della redazione) e dal direttore della kermesse giffonese, Claudio Gubitosi.



«In Italia, è la prima volta – sottolinea il direttore Barbano – che un quotidiano sceglie di raccontarsi in questo modo, a partire dalla propria storia e dalla propria identità, ma interrogandosi anche sul suo futuro e, più in generale, sulle trasformazioni alle quali l’evoluzione tecnologica sta sottoponendo il mondo dell’informazione tradizionale. L’idea ha iniziato a prendere forma proprio durante il festival di Giffoni, l’anno scorso, chiacchierando con Gubitosi e Titta Fiore. E, nei mesi seguenti, dall’idea si è passati alla realizzazione concreta».



Da novembre dello scorso anno fino a pochi giorni fa, una troupe agile ma ben attrezzata del Giffoni Experience, coordinata da Apolito e Nastasi («Due giovani eccellenze della nostra struttura», sottolinea Gubitosi), ha seguito per mesi, con cadenza quasi quotidiana, la vita della redazione, filmando le riunioni, le telefonate, la nascita e lo sviluppo di un’idea, la costruzione certosina di ogni singola pagina, le reazioni di fronte all’imprevisto che costringe a rifare il giornale a notte fonda; ma anche il lavoro in esterna degli inviati e, quindi, il rapporto con la città e con i lettori che – si vede nel film – riconoscono storicamente al «Mattino» l’autorevolezza e la capillarità dell’informazione sul territorio, ma soprattutto lo considerano un punto di riferimento e una sorta di simbolo di Napoli, anche nel mondo.



«Non sono tanti i giornali che, fin dal nome della fondatrice Matilde Serao, possono vantare una storia gloriosa come la nostra», spiega ancora Barbano, durante l’interessante dibattito che si sviluppa in sala con tanti interventi da parte dei giovani giurati. «Tali storia e identità – aggiunge il direttore – e il rapporto osmotico con la città costituiscono la nostra bussola quotidiana, alla quale restiamo fedeli con senso di responsabilità, amore e rispetto. Il documentario prodotto dal Giffoni Experience riesce a tradurre tutto ciò in forma narrativa, ponendo l’accento, come volevamo, sul fatto che, oggi ancora di più rispetto al passato, i quotidiani vanno considerati sedimenti di cultura e democrazia da difendere strenuamente».



Tra i modelli ideali di un film come «Il senso del Mattino» c’è anche quel «Page One» del 2010, dedicato al «New York Times», non a caso citato dallo stesso Barbano. «Quello che il giornalismo sta vivendo – precisa proprio il direttore – è un momento epocale di transizione, con il web che propone una quantità impressionante di informazioni, spesso a discapito della qualità. E, in un simile scenario, va compreso come quella dell’informazione gratuita sia un’utopia e quotidiani quali “Il Mattino” debbano fare di tutto per assolvere al compito prezioso di aiutare i lettori a comprendere il senso profondo delle cose, attraverso un’informazione che sappia essere libera, consapevole e professionale».



Mentre sul grande schermo della sala Truffaut scorrono le immagini, si percepisce forte l’emozione tra i giovani spettatori, in particolare quando a essere intervistato è il filosofo Aldo Masullo, che auspica con la consueta passione civile una necessaria resistenza nel nome della democrazia: «Devono resistere i giornali, così come deve resistere la scuola e deve resistere l’università. Altrimenti, senza questi capisaldi, rischia di sparire tutto. E, allora, rischieremmo di sparire anche tutti noi». In tal senso, il finale aperto scelto dal regista Luca Apolito va interpretato come segnale di speranza e orizzonte aperto sul futuro.