Guibitosi: «Giffoni 50 non si celebra ma si vive»

Guibitosi: «Giffoni 50 non si celebra ma si vive»
di Monica Trotta
Giovedì 16 Luglio 2020, 09:03 - Ultimo agg. 15:59
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Cinquant'anni vissuti intensamente: il festival di Giffoni li ripercorre sul filo della memoria, tra le testimonianze degli ex giurati, il ricordo di chi è stato ospite, i documenti che sono entrati nella storia della manifestazione, gli oggetti donati da varie personalità. Guarda al passato senza tralasciare il futuro, la giornata di oggi che segna l'inizio delle celebrazioni dedicate a «Giffoni50». «Non celebriamo però una tappa raggiunta», spiega il direttore Claudio Gubitosi anticipando il tema del suo discorso: «Giffoni non si celebra, va vissuto. Il tempo per me e per il festival non è volato. È stato quello giusto perché anno dopo anno, ora dopo ora, si è arricchito di esperienza, conoscenza, identità».

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Il festival non sarebbe esistito senza i ragazzi, tantissimi in cinquant'anni provenienti da 54 nazioni che hanno vissuto l'esperienza di giurati, ed hanno trovato «in questo piccolo puntino del mondo la loro casa, il luogo dove conoscersi, apprezzare la bellezza delle culture diverse», come sottolineerà stamattina Gubitosi nella sala Truffaut. Ognuno di loro ha una storia, cento racconteranno la propria stamattina. Tra loro Francesca Fortunato, assessore alla Cultura al Comune di Montescaglioso: è stata a Giffoni nell'85, oggi ritorna per incontrare la famiglia che l'ha ospitata. Sonia Alfano è sindaco di San Cipriano Picentino, porterà la sua testimonianza di giurata nel '96. Franco e Jacqueline Triumbari hanno ospitato tantissimi ragazzi nella loro casa di Giffoni Sei Casali, lasceranno un ricordo di quei giorni. Sandro Di Muro aveva 6 anni nel 70, l'anno della prima edizione: racconterà come andò quella votazione. Come lui Rosario Muro, comandante della Polizia locale di Giffoni, tra i primissimi giurati in calzoni corti.
Ma il festival di Giffoni non sarebbe entrato nella storia se non fosse stato il luogo di incontro con attori e registi, premi Oscar e Nobel, oltre che la grande sala dove sono stati proiettati le migliori produzioni cinematografiche per ragazzi. Il festival ha deciso di realizzare una mostra alla Multimedia Valley che viene inaugurata proprio questa mattina raccogliendo documenti che hanno fatto la storia della manifestazione. Quando Francois Truffaut lasciò Giffoni dopo aver partecipato all'edizione del 1982, per esempio, scrisse una lettera rimasta memorabile in cui spiegò di essere rimasto particolarmente colpito dall'atmosfera del posto sottolinenado che quello era un festival «necessario». «Quando ci comunicò che sarebbe arrivato, lo fece attraverso un telegramma», ricorda Gubitosi: «Il testo era stato scritto a mano dall'ufficio postale con una calligrafia incomprensibile, corsi subito all'ufficio per chiedere spiegazioni. Avevo capito bene, Truffaut annunciava il suo arrivo».
 


Nella mostra troverà anche spazio lo spartito originale che Ennio Morricone donò al festival relativo alla musica scritta per il film di Roberto Faenza «H2S». Tra le chicche c'è pure il carteggio con Federico Fellini e quello con Eduardo De Filippo, fino all'ultima lettera in cui annunciava che doveva rinviare ancora la venuta a Giffoni a causa di una bronchite. Lunga fu la corrispondenza con il presidente Michail Gorbaciov, ospite a Giffoni il 25 luglio del 1997: la moglie Raissa ne fu particolarmente entusiasta perché aveva potuto incontrare da vicino Michele Placido, da lei molto amato come interprete della «Piovra». Tra i cimeli che saranno esposti i disegni originali del premio Oscar Carlo Rambaldi, il proiettore di Michelangelo Antonioni e quello donato da Giulio Andreotti. Dopo l'incontro di oggi l'appuntamento è per agosto con le prime due tranche del festival in programma dal 18 al 22 e dal 25 al 29.
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