Altofest, dal 5 al 9 luglio il teatro invade i salotti dei napoletani

Altofest, dal 5 al 9 luglio il teatro invade i salotti dei napoletani
di Rossella Grasso
Giovedì 6 Luglio 2017, 19:01
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È una vera e propria invasione di spazi privati quella che un gruppo di artisti provenienti da tutta Europa  sono decisi a fare a Napoli. Dal 5 al 9 luglio salotti, botteghe, terrazze e scantinati messi a disposizione dai cittadini, saranno le location degli spettacoli della settima edizione di Altofest, International Performing Arts Festival. L’iniziativa, ideata e diretta da TeatriInGestazione di  Anna Gesualdi e Giovanni Trono, si pone come obiettivo la rigenerazione urbana attraverso il dialogo tra cittadini e artisti. Quale luogo migliore per farlo se non l’intimità del salotto di casa?
 
Chiunque ha potuto offrire il proprio spazio domestico agli artisti, provenienti da Italia, Slovenia, Spagna, Germania, Francia, Polonia, Croazia e Grecia,  aprendo le porte anche agli spettatori che possono assistere gratuitamente alle performance che si susseguono dalle 11 del mattino alle 23. Ad esempio Paola Silveri ha messo a disposizione la sua casa nel Rione Sanità, diventando ‘donatrice di spazio’. Casa sua sarà la scena per lo spettacolo ‘Made with love’ dell’attrice slovena Teja Reba che racconta la sua esperienza di donna tra lavoro e vita familiare. “Ho deciso di offrire la mia casa – spiega Paola – perché penso sia un modo alternativo per far conoscere il mio quartiere da un altro punto di vista”.
 
A fare da scena al Festival sono anche i luoghi inconsueti della città. “L’importante è che possano offrire quella intimità che favorisca la contaminazione e il dialogo tra arte e città senza la barriera del sipario”, sottolineano gli organizzatori. Così l’Acquedotto Augusteo diventa il palcoscenico per la performance di musica, teatro e luci del trio spagnolo Societat Doctor Alonso. Metà spettacolo si svolge sottoterra tra gli archi antichi duemila anni; l’altra metà è una passeggiata con gli attori tra i vicoli della Sanità, tra signore che cucinano e il quotidiano viavai di persone che chiedono incredule: “Cos’è uno sciopero?”, “No, è l’arte che invade le strade”, rispondono gli artisti divertiti.
 
Poi c’è la performance “Icaro – I begin to lose control” di serena Gatti e Raffaele Natale nell’Autorimessa Cava di Tufo alle pendici di Capodimonte. Ma il luogo sicuramente più simbolico di Altofest è palazzo Matteotti. Qui tra corridoi e uffici si svolge The Lieder, progetto di Javier Cuevas e Sara Serrano che, insieme agli altri artisti, abitano per cinque giorni quei luoghi e coinvolgendo anche gli impiegati, inscenano coreografie marciate e inni composti insieme durante i laboratori. “È un atto di resistenza – spiega Anna Gesualdi – la marcia si svolge in una struttura fascista che appartiene al nostro passato e l’inno è come la richiesta di un futuro migliore”.  
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