40 anni fa la vittoria dell'Italia ai Mondiali dell'82: ecco i ricordi dei lettori del Mattino

40 anni fa la vittoria dell'Italia ai Mondiali dell'82: ecco i ricordi dei lettori del Mattino
Lunedì 11 Luglio 2022, 16:38 - Ultimo agg. 19:03
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Domani, a 40 anni di distanza dalla vittoria dell'Italia ai Mondiali dell'82, si riaccenderanno nuovamente i festeggiamenti. Abbiamo chiesto a voi lettori del Mattino di inviarci i vostri ricordi di quella sera, alla mail dedicata eventi@ilmattino.it. Nell'arco della girnata, continueremo a ricevere i vostri racconti e pubblicheremo i ricordi più suggestivi

Saverio Aversa, nato a Sorrento, ci scrive da Roma: «Avevo 15 anni e suonavo la tromba nella banda del paese. C'era la processione della Madonna in un borgo vicino e la banda era stata ingaggiata per la processione. Nessuno voleva andare ma l'impegno era preso e il parroco non volle annullare la processione che era proprio durante la partita. Venne anticipata di un'ora per permettere a tutti di vedere almeno il secondo tempo. Comincia la processione con la banda, il parroco e le autorità, la statua della Madonna e i fedeli. Dopo un'oretta inizia anche la partita e tutti eravamo in processione con la radiolina nelle orecchie a sentire la partita mentre si intonavano i canti religiosi. Minuto 25 rigore per l'Italia. La processione esplose di commenti, “Rigore! Rigore!” Sentiamo che Cabrini va sul dischetto. Scese il silenzio eravamo tutti fermi, la statua in spalla, la banda muta e i fedeli anche. Tira Cabrini e sbaglia il rigore. Tra lo sconforto e le imprecazioni dei presenti, per i successivi 10 minuti nessuno fiatò. Alla fine vincemmo il mondiale con una grande vittoria per 3 a 1 sulla Germania che era fortissima. Vuol dire che la Madonna ci aveva capito e perdonato». 

Da Napoli, Filippo Casprini racconta: «L'11 luglio 1982 avevo 12 anni e mezzo, eravamo al mare: rammento che davanti a casa nostra una famiglia tedesca aveva affittato una villetta e aveva un Mercedes così grande che non sarebbe mai entrato nel vialetto interno, eppure quella sera la macchina era dentro il giardino! Ricordo l'aria ferma, il caldo afoso, il tempo che non passava mai e poi, finalmente, la partita iniziò.

A dire il vero, tutti quanti aspettavamo solo che Paolo Rossi facesse gol, perché dopo aver vinto col Brasile sentivamo che niente e nessuno ci avrebbe più fermato.

Ricordo che il babbo (che ora riposa in pace), all'epoca compassato e rispettato funzionario di banca, sempre in giacca e cravatta, guardò la partita indossando solo mutandoni azzurri e canottiera ascellare bianca (nemmeno Fantozzi nei giorni peggiori fece altrettanto), che tirò fuori una freccia avvelenata contro l'umanità, lui, cattolico praticante nonché catechista, che mai avrei creduto che avesse, contro l'errore dal dischetto di Cabrini e che si unì al boato, al confronto l'esplosione del vulcano Krakatoa fu un distante petardo, che provenne dal resto dell'Italia quando passammo in vantaggio! Ricordo che purtroppo si perse il secondo gol che, in compenso, commosse mia madre, quando lo vide urlare di gioia, perché una famiglia nostra vicina ci implorò di andare ad aiutarla, dato che la loro Tv portatile rigorosamente in bianco e nero aveva "perso il canale": fu ritrovato a colpi di carta stagnola sull'antenna. Rammento la baraonda che ci fu per strada dopo la fine della partita, con gente che si tuffò vestita in mare e in piscina, le bandiere al vento e i gavettoni lanciati dentro le macchine dei tedeschi, costretti a forza ad aprire i finestrini. il rientro a casa a un'ora per me impossibile a quel tempo e il risveglio col dolce dubbio di chiedere “ma è successo tutto per davvero?”».

Cacace Vincenzo da Pianura racconta: «Era una vita fa ma la gioia è rimasta uguale. Eravamo ad Ischia, Forio, con casa che affacciava sulla strada, vedevamo le auto sfilare in processione con la bandiera dell’Italia, ricordo che realizzai anch'io una bandiera con indumenti di 3 colori: maglietta bianca, pantaloncini rossi e una maglietta verde di mia moglie, le infilai in un tubo e la misi sul balcone. Giornate uniche ed irripetibili».

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