ROMA Le premesse ci sono tutte. Il ritorno alla vittoria (duplice) in settimana con Empoli e Helsinki dopo il doppio scivolone di Udine e Razgrad; la forma smagliante di Dybala; la passione della tifoseria che regalerà il quinto sold-out stagionale; il trend positivo di Mourinho contro Gasperini; il rientro di Zaniolo e non ultimo, l'orizzonte del primato. In effetti c'è tutto, proprio tutto per approcciarsi al match con l'Atalanta con la massima cautela. Storicamente queste sono infatti le classiche partite che sul versante giallorosso sanno regalare brutti scherzi. Mou ne è consapevole e ha iniziato a preparare la sfida con l'Atalanta già al fischio finale del match di Europa League. Avvertendo squadra, singoli e ambiente di non esagerare con i trionfalismi: «Voglio più cattiveria, meno colpi di tacco. Abbiamo vinto con l'Helsinki in dieci dal 15' del primo tempo...».
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QUADRILATERO MAGICO
Fa bene a tenere alta la tensione.
Squadra che ha abbassato il baricentro di almeno 20-25 metri rispetto alle passate stagioni, lascia il pallino all'avversario e gioca a uomo a tutto campo. Proprio quello che hanno dimostrato di soffrire in questo avvio di stagione Pellegrini e compagni. Ma José, con il rientro di Zaniolo, potrà nuovamente contare sul quadrilatero magico: in mediana toccherà proprio a Lorenzo in coppia con Cristante (favorito su Matic) e davanti a Dybala e Zaniolo a supporto di Abraham (lo scorso anno a segno contro Gasp sia all'andata che al ritorno). Qualità, imprevedibilità e dinamismo a supporto della squadra, completata sulle fasce da Celik e Spinazzola (in vantaggio su Zalewski) e dietro dal terzetto inamovibile composto da Mancini, Smalling e Ibañez.
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NO LIMITS
Nonostante le cautele del caso, l'occasione rimane ghiotta. Perché con Milan-Napoli a chiudere la settima giornata, la possibilità di terminare questo primo scorcio di torneo davanti a tutti esiste. E poco importa che a Trigoria ci sia la gara per abbassare le aspettative e per bandire la parola scudetto dai discorsi quotidiani. In un campionato senza padroni, dove Inter e Juventus arrancano, la Lazio è il manifesto della discontinuità e possibili sorprese (leggi Fiorentina) fanno i conti con gli inediti impegni europei, porsi dei limiti è sbagliato. Magari lo è allo stesso livello di sognare a occhi aperti, perché poi il risveglio rischia di essere brusco (Udine insegna). Ok quindi alla logica dei piccoli passi portata avanti da Mourinho ma senza abbassare l'asticella in partenza. Perché le potenzialità di questa squadra sembrano ancora inespresse. Dybala sta trovando continuità, Zaniolo torna da un infortunio, Abraham non è ancora il vero Tammy, Pellegrini alterna buone partite ad altre meno incisive, dietro gli esterni difensivi per motivi fisici non sono al top, senza dimenticare un certo Wijnaldum che sarà il rinforzo per eccellenza a gennaio. L'impressione è che la Roma sia ancora lontana dal 100%. Per questo chiudere davanti a tutti prima della sosta per gli impegni delle nazionali avrebbe la sua importanza. Anche perché poi, quando José annusa il primato, è difficile andare a riprenderlo. Ma questo, eventualmente, sarà un altro discorso.